Omicidio a Sermoneta, udienza preliminare per il 36enne di origine nigeriana accusato dell’omicidio di un connazionale
Dovrà affrontare un processo presso la Corte d’Assise del Tribunale di Latina, il 36enne nigeriano David Ojo, accusato di aver ucciso un connazionale a novembre del 2023. A decidere sul rinvio a giudizio dell’uomo, difeso dall’avvocato del Foro di Roma, Alfredo Frateschi, è stata il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, su richiesta del pubblico ministero Antonio Sgarrella.
Dopo l’arresto effettuato dai Carabinieri, era stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, ad ascoltare, nell’ambito dell’interrogatorio di convalida del fermo, il 36enne David Ojo accusato del delitto del 31enne connazionale John Eric, avvenuto in Via Dormigliosa, a Sermoneta, nella notte di lunedì 13 novembre 2023.
L’uomo si era dichiarato completamente estraneo all’omicidio, così come aveva fatto quando era stato interrogato dai militari dell’Arma. Il 36enne aveva respinto ogni addebito, fornendo la sua versione dei fatti e spiegando di non essere stato presente al momento dell’aggressione di John Eric.
Il Gip Cario, dopo aver convalidato il fermo, aveva confermato la custodia cautelare in carcere per l’uomo, residente a Priverno, che rimane accusato dell’omicidio.
I FATTI – Una vicenda terribile, nata nell’ambito di una festa finita male, condita da eccesso di alcol, che ha portato all’aggressione della vittima morta per dissanguamento e con qualche segno di assideramento.
Il giorno dopo l’omicidio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, tramite una indagine lampo, hanno proceduto, sotto la direzione del sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione, al fermo di indiziato di delitto di iniziativa della polizia giudiziaria a carico di David Ojo. Secondo la ricostruzione delle fasi che hanno portato all’omicidio, il 36enne sarebbe stato preso in giro dal 31enne e persino colpito con uno schiaffo. Successivamente, complice il tasso alcolemico alto, il 36enne avrebbe lavato col sangue l’affronto e si sarebbe vendicato colpendo con il vetro rotto di una bottiglia il 31enne John Eric.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, diretti dal tenente colonnello Antonio De Lise, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Latina, e dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia e della Stazione di Sermoneta, l’omicidio di Eric è avvenuto all’esterno dell’abitazione dove i protagonisti si erano incontrati per partecipare ad una festa privata. A emettere il decreto di fermo per il 35enne nigeriano è stato direttamente il sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione.
Il ritrovamento del cadavere è avvenuto intorno a mezzogiorno di lunedì 13 novembre quando i Carabinieri, insieme a personale sanitario del 118, sono intervenuti per la segnalazione di una persona straniera deceduta, dell’età di circa 30 anni. Ad accorgersi del corpo dell’uomo è stato il proprietario 80enne del terreno dove sorge il casolare, diviso in mini appartamenti affittati a diversi immigrati, in cui si è consumata la festa tragica.
Il luogo dove è stato rinvenuto il cadavere è stato isolato da parte dei militari. Ciò che è certo è che l’uomo, John Eric, residente a Roccagorga e in attesa di permesso di soggiorno, si trovava in un casolare in Via Dormigliosa (la strada che arriva a Doganella di Ninfa) dove era in corso l’incontro con gli altri connazionali.
L’uomo è stato colpito vicino alla gola: presentava la ferita più grave all’altezza della giugulare ed è stato trovato già cadavere da Carabinieri e personale sanitario. Ad ogni modo, non è l’unica ferita: l’uomo aveva altri tagli più lievi sempre tra viso e collo.
I militari dell’Arma, sin da subito, lavorando senza soluzione di continuità per 24 ore, hanno iniziato gli interrogatori, in primis con gli abitanti della casa nei pressi della quale è stato ritrovato morto il nigeriano. Ascoltato anche il fratello di Eric. La convinzione degli investigatori è che si è trattato di una lite degenerata nel peggiore dei modi, nell’ambito di una festa domenicale (usuale nella comunità degli immigrati).
Un’area diventata difficile quella di Via Dormigliosa, dove c’è una folta comunità di immigrati: non solo nigeriani, ma anche rumeni e persone del nord Africa. Nel 2022, a primavera, un altro giovane nigeriano, di circa 25 anni, era stato aggredito sempre sulla stessa via, mentre, durante una festa, si era allontanato per strada.
Il giovane fu accoltellato e picchiato, ma, seppur riconoscendo dalle immagini mostrategli dagli inquirenti alcuni dei suoi aggressori, decise di non denunciare. Un regolamento dei conti che non ha mai trovato la sua spiegazione, anche in ragione dell’assenza di una denuncia da parte della vittima, miracolosamente salvata dai sanitari dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.