Detenuto per rapina aggravata ai danni di un anziano invalido, scatta la sorveglianza speciale per il 34enne Carmine Di Silvio detto “Belvo”
Su proposta del Questore di Latina, Fausto Vinci, il Tribunale di Roma applica la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di un soggetto, plurigregiudicato.
Il Tribunale di Roma – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Latina ha emesso la misura della Sorveglianza Speciale nei confronti di Carmine Di Silvio, soggetto pluripregiudicato, classe ’90, attualmente ristretto in carcere in regime di custodia cautelare.
In particolare l’uomo, soggetto noto alle forze dell’ordine, negli anni ha manifestato una rilevante pericolosità sociale, rendendosi autore di condotte penalmente rilevanti, tra cui rapina aggravata, estorsione, violazione della legge sugli stupefacenti, evasione, minacce.
L’uomo, appartenente, seppur poco riconosciuto, al terzo ramo della famiglia Di Silvio che si muove tra il Nicolosi e Campo Boario, il cui leader è Frendinando “Macciò” Di Silvio, ha mostrato una spiccata inclinazione alla devianza, ponendo in essere con sistematicità reati contro il patrimonio e contro la persona ed accompagnandosi a soggetti intranei alla criminalità organizzata, nonostante le prescrizioni imposte mediante la misura di prevenzione dell’avviso orale del Questore, di cui lo stesso è stato destinatario nel 2022.
L’uomo, destinatario inoltre della misura cautelare degli arresti domiciliari nell’ambito di un procedimento penale per rapina aggravata a suo carico, aveva dato prova dell’insofferenza al rispetto delle leggi e delle misure impostegli dall’autorità giudiziaria, rendendosi responsabile di evasione. Anche nella valutazione del suo comportamento in ambito carcerario, sono emersi indizi di pericolosità sociale riscontrabili nei diversi procedimenti disciplinari a suo carico per atteggiamenti offensivi e minatori nei confronti degli operatori penitenziari e di altri compagni di cella.
Dal quadro indiziario delineato e grazie alla costante attività di monitoraggio e prevenzione dei reati svolta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Latina, nei confronti del soggetto proposto è stato delineato un quadro di attuale pericolosità sociale derivante dalle condotte delittuose poste in essere, dai precedenti penali e dall’attitudine al compimento di azioni delittuose derivanti anche dalla propensione all’uso di sostanze stupefacenti da parte del proposto.
Il Questore di Latina, nella proposta di applicazione della misura, ne aveva infatti delineato il quadro della pericolosità sociale e della sua attualità, una pericolosità derivante sia dai delitti per i quali il soggetto è già stato condannato, sia dai fatti per i quali risulta tuttora pendente il procedimento penale.
Alla luce del contesto criminale delineato, dell’attuale pericolosità sociale del proposto e tenuto conto della elevata gravità delle condotte poste in essere nel tempo dal soggetto, il Tribunale di Roma – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, condividendo la proposta formulata dalla Questura, ha applicato all’uomo la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, per la durata di 2 anni con obbligo di soggiorno. Misura che sarà scontata dall’uomo al termine dei procedimenti penali a suo carico.
La testimonianza di “Belvo”, così come è chiamato, è stata peraltro utilizzata dai Carabinieri di Latina per indagare e poi arrestare i componenti della sua stessa famiglia, con l’accusa di gestire una piazza di spaccio a Latina. Tra gli arrestati, anche suo padre: Antonio Di Silvio detto Cavallo.
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Un anno fa, nell’ottobre 2023, il 34enne era stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Compagnia di Latina, insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo, per aver sottratto un’auto a un cittadino che passava per Via Milazzo. Davanti al giudice per le indagini preliminari, Carmine Di Silvio negò e per un per l’inattendibilità del riconoscimento fotografico fu scarcerato. Un mese dopo, a novembre 2023, la casa nel quartiere Nicolosi occupata illegittimamente dalla compagna fu restituita al proprietario dopo 12 anni grazie all’intervento dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise.
A gennaio 2024, Carmine Di Silvio è stato di nuovo arrestat dalla Squadra Mobile di Latina, su richiesta del sostituto procuratore, Giorgia Orlando, per una prepotenza ai danni di un anziano, peraltro invalido, che stava camminando a Campo Boario, in Via San Carlo da Sezze. Alle rimostranze del signore, il 33enne lo ha minacciato dicendogli che lui è il figlio di “Cavallo” Di Silvio e che la zona in cui camminava era “roba sua”. Un comportamento, peraltro, molto simile a quello per cui il padre, ossia “Cavallo”, nel 2020, fu condannato in primo grado, a 4 anni, per aver rapinato un uomo presso il quartiere Nicolosi.
Un mese fa, a settembre scorso, un rinvio a giudizio insieme alla sua compagna per aver picchiato e rapinato una parente. Lo scorso mese, “Belvo”, però, difeso dall’avvocato Ernesto Renzi, è stato assolto dall’accusa di maltrattamenti ai danni della stessa compagna la quale, al contrario, è stata condannata a 1 anno e 4 mesi per falsa testimonianza in merito alle accuse, poi ritrattate, rivolte al medesimo “Belvo”.