CERTIFICATO PAZZO 2: CHIESTO DI NUOVO PER TUTTI GLI INDAGATI IL RINVIO A GIUDIZIO

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Secondo filone dell’operazione “Certificato Pazzo”: è iniziata l’udienza preliminare davanti al nuovo Gup del Tribunale di Latina

Dopo due giudici per l’udienza preliminari cambiati, si è aperto davanti al Gup del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, stavolta definitivo, il procedimento che coinvolge ben 69 indagati provenienti da una costola della imponente inchiesta denominata “Certificato Pazzo”.

Una vicenda intricata dal punto di vista giudiziario. Dopo gli arresti del dicembre 2019 con l’operazione denominato, per l’appunto, Certificato Pazzo, ad aprile 2020 scattò, grazie al proseguimento delle indagini (annunciate peraltro già nella prima fase), una nuova azione di denuncia da parte dei Carabinieri. Le ulteriori indagini, richieste e coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina, nelle persone del Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e del Sostituto Procuratore Giuseppe Miliano, convogliarono nel secondo filone d’inchiesta: Certificato Pazzo 2.

I militari del Nucleo Antisofisticazione, diretti dal Capitano Felice Egidio, nel secondo filone, hanno cristallizzato le posizioni delle persone che hanno illecitamente utilizzato certificati psichiatrici rilasciati dal Dirigente medico Psichiatra in servizio presso il Centro di Salute Mentale di Fondi, nel Distretto 4 della Asl, Antonio Quadrino, già condannato per corruzione nell’ambito del processo principale derivato dalla prima operazione dei Nas.

Un processo, quello principale, che si è diviso tra chi, come il medico di Fondi, ha scelto il rito abbreviato, e chi, come l’ex Comandante della Polizia Locale di Monte San Biagio, il rito ordinario. Diverse le condanne, ma anche assoluzioni come per Mary Lombardozzi, responsabile del patronato ACAI di Itri, e Fausta Mancini assicuratrice di Latina operante a Fondi

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Tornando al secondo filone, il Giudice per l’udienza preliminare, Pierpaolo Bortone, aveva iniziato, lo scorso 31 marzo 2023, ad ascoltare, insieme al Pm Martina Taglione, alcuni indagati per i quali le rispettive difese hanno chiesto il proscioglimento. 25 dei 69 coinvolti sono accusati di aver beneficiato, a fronte di falsi e frodi, di prestazioni statali come quelle dell’Inps (anche pensioni di invalidità). Gli indagati sono persone della provincia di Latina: da Terracina a Fondi, da Monte San Biagio a Priverno fino al capoluogo. Oggi, 7 ottobre, il pubblico ministero Antonio Sgarrella ha reiterato la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati (la richiesta fu avanzata anche dal Gup Bortone), dopodiché hanno iniziato a discutere gli avvocati per i loro assistiti (uno di loro ha chiesto di essere giudicato col rito abbreviato). Il Gup Mattioli, in considerazione delle tante posizioni da esaminare, ha rinviato il procedimento al prossimo 4 novembre e, successivamente, al 9 dicembre.

Secondo la Procura di Latina, le certificazioni (non per tutti gli indagati) sono state utilizzate per ingannare le Commissioni Medico Legali della Asl, dell’Inps, ovvero i Consulenti Tecnici nominati dai Tribunali del Lavoro e dai Tribunali di Sorveglianza, con l’obiettivo di ottenere indebiti benefici. L’utilizzo delle certificazioni da parte dei soggetti individuati, ritenute anch’esse oggetto di falsificazione, sarebbero state idonee a trarre in inganno le Autorità, al fine di ottenere indebiti benefici di cui alla Legge 05.02.1992 n.104 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone portatrici di handicap), alla Legge 12.03.1999 n. 68 (Norme per il diritto al lavoro per i disabili) oppure per il differimento della pena detentiva in corso.

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A vario titolo, ecco quali sono i reati contestati: “frode processuale”“false dichiarazioni attestazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria o alla Corte Penale Internazionale”“falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiali in atti pubblici”“uso di atto falso” ed “errore determinato dall’altrui inganno”.

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