HOTEL GROTTA DI TIBERIO: SEQUESTRO CONVALIDATO. MA LA PROPRIETÀ NON SI ARRENDE

Hotel grotta di tiberio
Hotel Grotta di Tiberio

È arrivata la convalide del sequestro dell’hotel Grotta di Tiberio. Intanto i legali della Chinappi hanno presentato un nuovo ricorso al Tar

Convalidato il sequestro dell’hotel Grotta di Tiberio. È stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina a convalidare l’atto con cui venerdì scorso i Carabinieri del Nipaaf, su disposizione del sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Miliano, ha disposto i sigilli all’albergo del suocero del sindaco di Sperlonga, Armando Cusani.

I legali della Chinappi avevamo tentato di bloccare il sequestro dell’hotel disposto dalla Procura rivolgendosi al Consiglio di Stato il quale ha respinto l’istanza, dichiarandosi incompetente trattandosi di materia penale. Senza contare che il sequestro è rivolto non alla Chinappi, ma alla nuova società Meraki srl costituita qualche settimana fa e che formalmente gestisce il bene. La Meraki peraltro vede come soci una persona vicina a un ex esponente politico legato al sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, e la figlia di quest’ultimo.

Al netto dell’ennesimo tentativo della difesa della Chinappi Aldo Erasmo & c Sas” che, tramite gli avvocati Celotto e Zaza D’Aulisio, ha presentato una istanza di revocazione allo stesso Consiglio di Stato contro la sentenza che ne certifica l’abuso, la storia dell’hotel Grotta di Tiberio si arricchisce di un altro capitolo. L’istanza di revocazione è stata respinta e si discuterà nel merito il prossimo 23 luglio.

Solo un particolare dell’ennesimo tentativo della difesa della Chinappi di posticipare l’abbattimento dell’albergo o l’acquisizione al patrimonio del Comune di Sperlonga. Palazzo Spada, infatti, è stato netto con la proprietà, scrivendo nell’ordinanza che “il lamentato danno economico non è eccezionale, bensì preventivabile e derivante dalla condotta imprudente dell’istante la quale, a fronte di provvedimenti amministrativi repressivi mai sospesi, avrebbe dovuto adeguarsi spontaneamente a tali atti, provvedendo alla demolizione dell’opera edilizia e cessando – come ineludibile conseguenza della demolizione – la sua attività economica, peraltro già compromessa in precedenza a causa dei quasi 6 anni di sequestro preventivo“.

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La scorsa settimana, però, è accaduto che un altro organo dello Stato, ossia la Procura di Latina, ha dato mandato ai Carabinieri Forestali (Nipaaf) di Latina di recarsi, insieme ai Carabinieri della Stazione di Sperlonga, presso l’hotel abusivo. Il sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Miliano, ha disposto un ordine di sequestro, in ottica confisca, per la struttura alberghiera per l’inottemperanza all’ordine di demolizione disposto dallo stesso Comune di Sperlonga a maggio 2022, da cui discende la battaglia amministrativa che ha visto soccombente la proprietà sia al Tar che al Consiglio di Stato.

I Carabinieri del Nipaaf hanno dato seguito all’ordine di sequestro dell’hotel. Nominato un custode giudiziario nella persona del vice sindaco Lorena Cogodda, dal momento che, per ovvi motivi, il sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, non poteva essere nominato. Come noto, l’esponente politico è genero di Erasmo Chinappi, il proprietario della struttura.

Peraltro, come faceva notare il Partito Democratico, “la credibilità dell’estraneità del Sindaco Cusani nelle vicende dell’Hotel ha subìto un duro colpo quando il 14 marzo 2024, cioè circa un mese dopo la pubblicazione della sentenza definitiva del Consiglio di Stato, veniva costituita una nuova Società (chiamata Meraki) per la gestione dell’attività del complesso alberghiero. Il capitale sociale di tale nuova società risultava ripartito in parti uguali tra una persona in stretti rapporti amicali con Cusani e una figlia dello stesso sindaco Cusani”.

L’immobile è stato precedentemente oggetto di sequestro preventivo penale per quasi sei anni, dal 4 giugno 2014 sino all’emissione della sentenza del Tribunale di Latina nel marzo/aprile 2020 con cui il sindaco di Sperlonga Armando Cusani guadagnò la prescrizione. Un tempo, infatti, lo stesso Sindaco era comproprietario dell’hotel che campeggia su Sperlonga: vendette il bene, che è rimasto nelle mani del suocero, per una somma irrisoria di circa 2500 euro.

Nel frattempo, gli avvocati della Chinappi, Alfredo Zaza D’Aulisio e Alfonso Celotto, hanno presentato l’ennesimo ricorso al Tar di Latina per chiedere al Presidente una sospensiva agli atti del Comune di Sperlonga, tra cui quello di demolizione, che giustificano la confisca. Tra gli atti che i legali chiedono di sospendere c’è quello del 15 aprile quando una nuova ordinanza del Comune di Sperlonga, firmata dal Capo Area “Territorio e Ambiente”, Vittoria Maggiarra, irrogava una multa da 20mila euro alla proprietà dell’hotel, in ragione della mancata ottemperanza all’ordine di demolizione impartito addirittura due anni fa.

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