Sfruttamento della prostituzione nel night di Monte San Biagio: si è conclusa l’udienza preliminare a carico dei tre indagati
Dovranno affrontare il processo i tre indagati, ora imputati, per sfruttamento della prostituzione che a settembre sono stati destinatari della misura cautelare. A finire agli arresti domiciliari, eseguiti dai Carabinieri di Terracina, il classe 1947, Michele Antonelli, proprietario e gestore del locale night, il privée “Il Sentiero” a Monte San Biagio, dove avvenivano le prestazioni sessuali. Nel 2021, l’uomo aveva subito una condanna con sentenza irrevocabile a 3 anni sempre per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
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Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, ha rinviato a giudizio Antonelli più gli altri due co-imputati: un uomo e una donna, accusati dello stesso reato di sfruttamento della prostituzione, e raggiunta a settembre 2023 dalla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti e tre gli imputati sono difesi dall’avvocato Basile per un processo che inizierà il prossimo 28 maggio davanti al II collegio del Tribunale di Latina.
Dopo l’ordinanza della magistratura, due su tre degli indagati, tra cui Antonelli, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere rispetto alle circostanze contestate nel night di Monte San Biagio dove si sarebbero consumati, secondo gli inquirenti, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina e condotte dai militari dell’Aliquota Operativa del N.O.R., sono state avviate nel novembre 2022, a seguito della denuncia di uno dei clienti del locale che, dopo van incontri con una delle donne a disposizione, era incappato in uno stato di circonvenzione, sborsando nel tempo, circa 15mila euro.
Le investigazioni, attraverso intercettazioni telefoniche, pedinamenti e video-riprese, anche all’interno della struttura, hanno documentato, fino al marzo del 2023, la quotidiana attività di prostituzione da parte di sette donne, tutte straniere (America Latina o Est Europa), domiciliate nella Capitale e reclutate, di volta in volta, dal gestore del locale, oppure dagli altri due indagati, che fungevano da “intemediari”, con il compito di agevolare lo spostamento delle donne, da Roma al night.
Le prestazioni, secondo l’accusa, venivano pagate ai due sodali per ogni singolo viaggio, direttamente dal gestore del locale. Le somme sborsate dai clienti finivano nelle mani del gestore del locale che, a fine serata, pagava una quota alle donne, a seconda delle consumazioni che riuscivano a fare, anche 400 euro a testa.
In ragione del pericolo di reiterazione dei reati, la Procura ha richiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari il sequestro preventivo del locale, eseguito dai militari nel corso delle operazioni.