La Lega ce l’ha duro, non c’è dubbio. Come ai tempi del Senatur Bossi, ieri a Latina ha avuto luogo una rappresentazione degna dei bei tempi del celodurismo, dell’ampolla con l’acqua del Po, di Alberto da Giussano e riti celtici più vari. Sostituite questi simulacri del leghismo ante-Salvini con cazzimma pontina, l’acqua di Canale Mussolini (oddio, a berla forse è meglio di no), la retorica del fare (peraltro rubata da tutti a Silvio Berlusconi che dovrebbe chiederne i diritti) e tentativi di amnesia collettiva, e avrete la Lega di Latina che si presenta compatta e puntuta dichiarando a chiare lettere che mirano decisamente all’ambìto Comune di Piazza del Popolo.
All’Hotel Tirreno, sul lungomare di Latina, c’era tutta la prima fila leghista in salsa pontina: Francesco Zicchieri, coordinatore regionale e deputato, Matteo Adinolfi, neo europarlamentare, Angelo Tripodi, il consigliere regionale, eppoi i dirigenti vari dall’ugiellino (nel senso di Ugl) Armando Valiani da poco nominato coordinatore comunale a Silviano Di Pinto coordinatore provinciale, passando per il cisternese Andrea Nardi responsabile enti locali. E altri. Mancava il sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon che, ormai lanciato in orbita nazionale, centellina le presenze sul locale invischiato come è tra le pratiche di Governo e un’intervista al Corsera.
Il loro obiettivo di piena estate è Latina 2021 e su questo non ci piove visto anche le attuali condizioni meteorologiche.
La propaganda è ben congegnata, si gode di buona stampa e le porte parrebbero spalancate – nonostante inchieste della magistratura e dirigenti tutti più o meno legati a vecchi mondi politici, economici ed editoriali – considerata anche la percezione dei cittadini sull’amministrazione Coletta ai minimi termini da quasi due anni.
Epperò qualcosa non quadra. Il Capitano, Matteo Salvini, al di là dell’ultimo scandalo russo, è sempre più in forma, in ascesa di consensi e forte del tonitruante risultato elettorale dello scorso maggio, ma parla della terra pontina esclusivamente quando arrestano due richiedenti asilo violenti che hanno tentato di abusare di una donna a Terracina oppure quando mettono al gabbio “Madame furto” che addirittura diventa materia propagandistico-legislativa al momento della discussione del Dl Sicurezza bis: “Carcere per le ladre incinte” – ha tuonato il Ministro dell’Interno.
E sui temi, quelli concreti, quelli per cui da Ministro dell’Interno potrebbe, sì, incidere direttamente? Prendiamo ad esempio la storia, ormai annosa, del commissariato di polizia da istituire nei quartieri Q4 e Q5. Al netto di chi pensa, anche tra gli addetti ai lavori delle forze di polizia, che la sicurezza in quei popolosissimi quartieri si risolverebbe con due volanti notturne, c’è qualcuno a Latina che, ultimamente, ci aveva creduto eccome.
Il riferimento è al sindacato di polizia Les di Elvio Vulcano che, insieme all’associazione Codici di Antonio Bottoni (da anni impegnato nella battaglia pro-commissariati nei quartieri della nuova Latina), hanno riproposto l’idea attraverso una petizione (non la prima, negli anni, per questo specifico tema). Un provvedimento, quello del commissariato in Q4 e Q5, suggerito e propugnato anche dall’Associazione antimafia Antonino Caponnetto e da tanti altri.
Come quando, nel 2016, scesero in piazza, di fronte alla Prefettura di Latina, per chiedere l’istituzione di un commissariato di Polizia nei medesimi quartieri il Movimento dei Poliziotti Democratici e Riformisti (con Elvio Vulcano in testa) insieme a: Quartieri Connessi, Parco Natura Q4, Comitato Spontaneo Latina Degrado Urbano, Federazione Intesa, Noi ci Siamo, Contribuenti Italiani, la succitata Associazione Antonino Caponnetto, i sindacati Uil, Cisal, Federazione Intesa Funzione Pubblica e CasaPound. Con il plauso di Alessandro Romano, dirigente del Sindacato Federazione Intesa Funzione Pubblica e co-organizzatore di quella manifestazione, che ebbe a dichiarare: “Il Prefetto (ndr: ex) di Latina Pierluigi Faloni non potrà non tener conto della volontà della piazza e qui, tutti noi, oggi gli affidiamo il compito di chiedere gli uomini e i mezzi necessari per aprire un Commissariato“.
Solo tre anni dopo, pareva che con la Lega così forte sul territorio pontino e la linea politica basata, a colpi di giaculatorie di Salvini, su ordine e sicurezza, si fosse arrivati a dama: finalmente, il commissariato di polizia, alla Q4 e alla Q5 non glielo leva nessuno. Talmente sicuro e fiducioso, Elvio Vulcano, che il 14 giugno scorso, confortato dal suo interlocutore leghista Angelo Tripodi che ha sposato la battaglia e si è incaricato di farsi portavoce della petizione predisposta direttamente a Salvini, ha rilasciato delle dichiarazioni piuttosto eloquenti sulla possibilità che, questa volta, il commissariato non resti una delle eterne incompiute che, di elezione in elezione, vengono rispolverate da quasi tutte le forze politiche. Commissariato subito! E grazie a Matteo Salvini che, qui, ha preso una imbarcata di voti.
In sostanza, Vulcano e Bottoni, i reali promotori, potevano essere sicuri che la petizione con le firme (circa due migliaia) fosse consegnata dal consigliere regionale della Lega Angelo Tripodi al Ministro dell’Interno il quale, addirittura, era atteso alla Questura di Latina.
Per questa ragione Vulcano, poi, aveva aggiunto che “il suo sindacato plaudiva all’iniziativa del Ministro Salvini di venire in visita nel prossimo fine settimana alla Questura di Latina“. Il segretario del sindacato Les era vieppiù sicuro proprio perché aveva ottenuto l’appoggio di un pezzo da novanta della Lega in provincia: “Durante la recente campagna elettorale per le europee io e Antonio Bottoni, responsabile provinciale dell’associazione Codici di Latina, abbiamo ottenuto dal Consigliere Regionale della Lega On. Angelo Tripodi, l’entusiastica adesione al progetto di istituire un Commissariato di pubblica sicurezza nei quartieri Nuova Latina e Nascosa, più conosciuti come Q4 e Q5”. Al momento della dichiarazione di Vulcano si era al venerdì 14 giugno, ma nel weekend tra il 21 e il 23 giugno (“la prossima settimana”) nessuno l’ha visto Salvini a Latina. Anzi, non è proprio più venuto.
Nemmeno l’ombra e persino la beffa perché, dopo quel fine settimana in cui l’aspettavano nel capoluogo pontino, il 3 luglio Matteo è venuto dalle parti pontine ma ha scelto la prima città dopo il confine: Nettuno, con buona pace del commissariato, dell’ordine, della sicurezza. E del corpo dirigente della Lega pontina che, legittimamente a cavallo della luna di miele pontina, magari qualche domanda dovrebbe cominciare a porsela sul reale interesse per la provincia da parte del partito centrale. Anche perché, dopo il vento in poppa attuale, qualche domanda potrebbero iniziare a farsela anche i cittadini pronti e disposti a votare Lega, nonostante i tanti riverginati provenienti da altri partiti (da Castelforte fino alla punta nord della provincia), ma meno propensi a farlo se, poi, al di là delle dichiarazioni social sulle nomadi incinte, il territorio avesse indietro l’indifferenza che storicamente attanaglia la disgraziata terra pontina. Nessun partito escluso.