TARI PER GLI AGRICOLTORI DI APRILIA, COLDIRETTI SCRIVE AL SINDACO

Agricoltura

Coldiretti Latina scrive al sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, per svolgere un incontro urgente sul problema della Tari

“Abbiamo chiesto un incontro urgente al sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, per chiedere chiarimenti sulle cartelle di pagamento con costi esorbitanti relative alla Tari. Cartelle che sono state recapitate alle nostre aziende agricole da parte del Comune, insieme ad accertamenti di pagamento degli anni pregressi, per evitare che possa intervenire la prescrizione. Tutto questo senza tener conto della natura diretto-coltivatrice delle aziende, che già pagano smaltimento e ritiro dei rifiuti a ditte specializzate e delle normative vigenti che ne prevedono l’esonero totale su questa tipologia di fabbricato”. Così il presidente di Coldiretti Latina, Daniele Pili.

“Auspichiamo – prosegue Pili – che possa essere trovata al più presto una soluzione per le nostre aziende agricole, che stanno già attraversando un momento delicato a fronte della crisi economica che hanno dovuto affrontare a partire dalla pandemia, fino all’aumento dei prezzi delle materie prime determinato dai conflitto in Ucraina, fino ai danni causati dai cambiamenti climatici con un drastico calo dei raccolti”.

Secondo la Coldiretti Latina, infatti, a differenza della maggior parte dei Comuni pontini, Aprilia applica una tassazione standard in modo automatico anche sui fabbricati rurali senza tener conto della natura diretto-coltivatrice stessa delle aziende interessate e del fato che al totalità dele quali si affida a società esterne specializzate nel ritiro e nello smaltimento dei rifiuti.

“A seguito delle elevate somme e prevalentemente retroattive richieste dal Comune di Aprilia – spiega il direttore di Coldiretti Latina, Carlo Picchi – alcune aziende che si sono rivolte a noi, si erano recate presso gli uffici comunali di Aprilia, chiedendo spiegazioni in merito e a detta dei funzionari incaricati, l’unica modalità di risoluzione parziale sarebbe quella di presentare presso l’ente una relazione tecnico-agronomica stilata da un tecnico abilitato, in merito al reale utilizzo dei suddetti fabbricati ad uso strumentale, addebitando comunque, nonostante al perizia giurata richiesta,  l’”area calpestabile”, senza tener conto di quanto previsto dalla normativa nazionale riportata nel D.Lgs 116/2020, che prevede l’esonero totale su questa tipologia di fabbricato”.

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