Metrolatina: anche la Corte d’Appello dà torto al privato, nessun risarcimento milionario dovuto dall’ente di Piazza del Popolo
La causa intentata da Metro Latina Spa risale al 2014 quando il privato ha adito il Tribunale civile di Roma per far dichiarare il grave e colpevole inadempimento dell’Ente Locale con riferimento alle obbligazioni derivanti dal Contratto di concessione sottoscritto il 24 settembre 2007, avente ad oggetto la costruzione e la gestione mediante progetto di finanza della Tranvia di Latina (1° e 2° lotto).
La società privata, non essendo stato realizzato il progetto, chiedeva la condanna del Comune al pagamento di 31,7 milioni suddivisi in acquisto delle carrozze diventate un “must” della mala politica latinense sin da quando furono mostrate in Piazza del Popolo, per poi non essere mai utilizzate; in penali derivanti dalla convenzione stipulata tra Comune e privato; infine nelle spese pagate ammontanti, secondo i ricorsi presentati dagli avvocati Mattei, Palumbo e Bucci, a oltre 10 milioni.
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La causa in primo grado è stata persa dal privato che nel novembre 2020 si è vista respingere dal Tribunale l’istanza. Come altrettanto noto, il privato si è appellato contro quella decisione in Appello (la discussione è avvenuta a novembre 2021).
A distanza oltre due anni, la Corte d’Appello si è pronunciata dando ragione al Comune di Latina, assistito dall’avvocato Francesco Cavalcanti. Una vicenda annosa che ha visto anche un risvolto giudiziario penale che ha visto intervenire la prescrizione per l’ex Sindaco Vincenzo Zaccheo e altri tra dirigenti, consulenti e privati. Gravi i reati che erano contestati: truffa aggravata ai danni dello Stato, abuso d’ufficio e falso.
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Ad ogni modo, sul versante civile, il ricorso contro la sentenza di primo grado che dava loro torto non è andato a buon fine per Metro Latina Spa e Ntl, così come non era andata bene la causa promossa dalla società Via Ingegneria che chiedeva più di 4 milioni di euro in ordine alla consulenza e supporto al Rup svolti per il progetto fallimentare della cosiddetta MetroLatina.
Come ribadito più volte e da più parti, anche la Corte d’Appello certifica il fatto che i soldi per fare l’opera della metro leggera a Latina – che avrebbe dovuto collegare la stazione ferroviaria alla città – non c’erano mai stati, né erano mai stati garantiti dal famigerato e fantasioso contributo chilometrico che la Regione avrebbe dovuto fornire in termini di denaro al Comune di Latina. Nè quest’ultimo lo aveva mai garantito al privato.
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