Al Karama: ancora niente di nuovo per gli sfollati del campo rom in Via Monfalcone. E il Comune proroga il servizio pasti
È una delibera con i poteri della Giunta del Commissario straordinario del Comune di Latina, Carmine Valente, praticamente fotocopia di quella del settembre scorso, con cui viene effettuata una variazione di bilancio da 30mila euro destinati alla società Dussmann Service srl (già fornitrice dei pasti per il servizio mensa anziani e per i pasti a domicilio) che serviranno a prolungare il servizio pasti alla comunità rom di Al Karama, sfollata in un padiglione dell’Ex Rossi Sud su Via Monti Lepini sin dal devastante incendio del sito su Via Monfalcone avvenuto lo scorso 2 luglio.
Un servizio pasti, tarato su 86 persone sfollate da luglio (in realtà ce ne sono di meno poiché nei mesi qualcuno ha smesso di pernottare e vivere lì), che è stato attivato dal 20 luglio, prevedendo, molto ottimisticamente, come scadenza il 31 agosto. Nessuno, infatti, credeva che i rom sfollati potessero avere un nuovo alloggio in poco più di un mese.
Il servizio quindi è stato prorogato già una volta con scadenza al 30 novembre ma “allo stato – si legge nella delibera commissariale – le famiglie evacuate sono ancora alloggiate presso il sito Ex Rossi Sud, in quanto i lavori per la realizzazione del nuoto insediamento non sono ancora stati completati“.
Nei mesi sono stati stanziati altri soldi per il servizio bus destinato a bambini che dovrebbero andare a scuola (in realtà, tolto qualche giorno, anche quest’anno i bambini di Al Karama non sono praticamente mai andati nelle aule della scuola di Borgo Sabotino) e adulti che vanno a lavorare per lo più nei campi tra Borgo Bainsizza e Borgo Montello.
E soprattutto, il Commissario ha deciso di impiegare 1,2 milioni di euro per nuovi moduli abitativi e la riqualificazione del campo in Via Monfalcolne, con due atti distinti. Provvedimenti che, a parte qualche timido singhiozzo di alcuni esponenti di Lbc e Partito Democratico, e la netta critica di un’associazione romana, la 21 luglio, che ha ricordato di come i campi nomadi siano antistorici – concetto ribadito in un recente convegno nella sala De Pasquale del Comune di Latina – e peraltro sconsigliati da precisi indirizzi amministrativo-politica di Regione Lazio e Unione Europea, non si è levata nessuna crociata contro queste decisioni che impiegano effettivamente un mucchio di denaro.
Silente soprattutto la destra latinense, da sempre contraria ai campi rom, che ha addirittura lodato le scelte del commissario con il partito di Giorgia Meloni. Certo se questi provvedimenti fossero stati presi da un’amministrazione di centrosinistra, non si deve essere indovini a capire che le critiche sarebbero state veementi.
Ma un Commissario prefettizio è un Commissario prefettizio: non criticabile dalle forze politiche, secondo un protocollo di cui si intravede solo l’ipocrisia proveniente dai partiti.
Ad ogni modo, “allo stato – spiega la delibera commissariale – la permanenza degli sfollati presso il sito attuale è prevista sino al termine dei lavori seguiti dal Servizio Lavori Pubblici, nelle more della realizzazione del nuovo centro di accoglienza, previsto negli accordi intercorsi con la Regione Lazio”.
Data di fine lavori che la delibera, utilizzando l’avverbio “presumibilmente”, fissa al 31 gennaio 2023. Solo che nella precedente delibera commissariale, quella di settembre scorso, che prorogava per la prima volta il servizio pasti alla Dussmann Service, veniva utilizzata lo stesso avverbio “presumibilmente” fissando la data di fine lavori al 30 novembre.
È sperabile che non si debba utilizzare in futuro un altro avverbio (e evitare un’altra proroga e altri soldi), ossia “ottimisticamente”, perché la data del 31 gennaio, giorno in cui dovrebbe essere allestito il campo roma, appare un “presumibile” miraggio.
Il servizio pasti della Dussmann proseguirà “intanto sino al 31.12.2022, tenuto conto del grave disagio socio economico”. Un atto obbligato visto che, lo scorso 29 novembre, il Capo UOC Servizi Sociali Comunali ha trasmesso una relazione dalla quale “emerge la difficoltà di monitoraggio della situazione complessiva delle 16 famiglie per complessive 75 persone, di cui 27 minori, ancora ospitate in via provvisoria presso la Ex Rossi Sud, che hanno, comunque, richiesto specificatamente, la continuazione del servizio”.