AL KARAMA, ALTRI 55MILA EURO PER LA MENSA: CONTINUA IL SOGGIORNO DEI NOMADI ALL’EX ROSSI SUD

Il centro di Al Karama su Strada Monfalcone in fiamme
Il centro di Al Karama su Strada Monfalcone in fiamme

Al Karama: la situazione degli sfollati dal campo rom non si sblocca e il Commissario prefettizio deve utilizzare altri soldi per la mensa

È dal 2 luglio, ossia da quando il campo rom a Borgo Bainsizza, su Strada Monfalcone, è andato fuoco ed è stato devastato che tutto è rimasto immutato. Come noto, l’amministrazione Coletta, ancora in sella all’epoca, trovò una soluzione quasi immediata e, tramite ordinanza sindacale, impose lo sgombero così da alloggiare, in via d’urgenza, le persone evacuate presso la struttura “ex Rossi Sud” in Via Monti Lepini.

86 persona dapprincipio che da luglio vivono dentro un capannone, a poca distanza dal centro vaccinale anti-Covid. E non sono mancate le tensioni e le proteste.

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Successivamente, lo stesso Commissario, con una scelta non poco criticata da almeno un’associazione che gli ha ricordato di come i campi nomadi siano superati dalle stesse direttive europee, ha stanziato dal bilancio comunale la cifra di 650mila euro per l’acquisto di nuovi moduli abitativi da posizionare nel centro di accoglienza che verrà, quello previsto negli accordi intercorsi con la Regione Lazio che vegetano da anni.

Il padiglione all’ex Rossi Sud dove si trovano i nomadi di Al Karama

Ora, tramite una nuova delibera con i poteri della Giunta Comunale, il Commissario Carmine Valente dispone una nuova variazione di bilancio per pagare la Dussmann Service, la società che fino ad oggi ha fornito i pasti ai nomadi all’ex Rossi Sud. Una somma per l’ammontare di 55mila euro che serviranno a dare da mangiare ad adulti e bambini che vivono nel capannone in Via Monti Lepini.

Il servizio mensa proseguirà – come si legge nella delibera 46 pubblicata oggi 2 settembre – presumibilmente sino al 30 novembre, giorno indicato come termine dei lavori seguiti dal Servizio Lavori Pubblici del Comune di Latina per la realizzazione del nuovo centro nomadi (che poi sarebbe nei pressi di quello che è andato a fuoco il 2 luglio).

Una scelta obbligata quella del commissario, considerato che i nomadi si trovano lì e molti di loro non hanno potuto più lavorare con continuità come avveniva quando abitavano a Borgo Bainsizza. Tuttavia, una situazione che si è incancrenita e di cui la politica, a parte qualche incontro semiclandestino di un europarlamentare e la visita di uno dei due candidati sindaco (Coletta), non è stata al centro dell’agenda politica e della campagna elettorale per le consultazioni suppletive dopo la sentenza del Tar dell’8 luglio.

Un caso vero e proprio, di cui chiunque vincerà il 4 settembre dovrà occuparsi e celermente. Non tanto perché appare complesso credere che il 30 novembre sia pronto il nuovo campo nomadi, ma soprattuto perché questo tipo di centro di accoglienza, così come li chiamano, sarebbero stati superati, non da oggi, dalle linee amministrative e politiche di Europa e Regione. Un dettaglio per molti ma che dettaglio non è.

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