TERRACINA, FREE BEACH: ANNULLATE LE MISURE CAUTELARI PER L’IMPRENDITORE GRAZIANI

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Terracina, inchiesta Free Beach: annullata la misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici nei confronti di Raffaele Graziani

Un altro provvedimento del Tribunale del Riesame che fa decadere la misura cautelare nei confronti di uno degli imprenditori coinvolti nell’inchiesta “Free Beach” che, a luglio, ha portato alla dipartita della Giunta municipale di Terracina e al conseguente commissariamento dell’ente.

Stavolta è il caso di Raffaele Graziani, attinto dalle misure di divieto di esercitare l’attività di impresa per 1 anno e il divieto di dimora a Terracina, per il capo di incolpazione n. 40, ovvero per la violazione dell’art. 353 del codice penale – turbata libertà degli incanti. L’imprenditore, in concorso con l’allora Dirigente Lavori Pubblici Corrado Costantino, il geometra Giuseppe Zappone, l’ex sindaco Roberta Tintari e l’avvocato del Comune di Terracina, Martina Iannetti, avrebbe “con mezzi fraudolenti di seguito esplicati” turbato la gara per l’affidamento della gestione del tratto di arenile comunale ubicato in Viale Circe, all’altezza lido ora Aldo Moro, di cui alla concessione demaniale marittima TE125, aggiudicandola alla White s.r.l.

In particolare, secondo l’accusa, “Graziani e Zappone si accordavano per partecipare alla gara con le società 2M S.r.l. e con la White S.r.l., salvo poi decidere di far ritirare dalla gara la 2M s.r.l. per favorire la White s.r.l.”.

Dalla lettura delle 16 pagine – dichiarano in una nota gli avvocati difensori di Graziano, Vincenzo Macari ed Enrico Iascone Maglieri – che l’ordinanza generatrice della misura dedicava al capo di imputazione, emergeva, per come sin da subito sostenuto dai difensori, oltre ad una unilaterale, quanto per nulla percorribile chiave di lettura delle conversazioni captate, uno sconcertante deserto probatorio.

I legali – continua la nota -, già nel corso dell’interrogatorio di garanzia, avevano contrapposto una copiosa documentazione, pressoché tutta di fonte giudiziaria, capace di confutare pacificamente ognuno degli asserti accusatori.

Vista la fumosità dell’accusa – prosegue la nota -, anche in sede di interrogatorio di garanzia si è rimarcato come non si sia discorso, infatti, circa un possibile dono direttamente reso a chicchessia, di una qualsivoglia forma di violenza, non una minaccia, né una collusione o altro di analoga natura ma, letta e vagliata l’ordinanza impositiva, tutt’altro che silente, Graziani rispose, senza risparmiarsi e senza lesinare in reticenza di sorta, ad ognuna delle domande che gli venivano poste, evidenziando anche particolari non richiesti circa la vita dell’istanza allora avanzata nell’interesse della White s.r.l., non mancando di corredare i propri assunti con articolato e diffuso supporto documentale.

A margine dell’udienza di interrogatorio, infatti, i difensori produssero 22 documenti, dei quali, ben nove provenienti da autorevole fonte giudiziaria (T.A.R. e Giudice del Riesame del medesimo Tribunale) e tutti motivatamente favorevoli per l’indagato: statuizioni che, secondo la difesa, avevano smentito sotto ogni aspetto il provvisorio asserto accusatorio. Tanto che, rilette le intercettazioni in ottica asettica, è emerso come Graziani, recatosi dal Sindaco per chiedere contezza della procedura amministrativa, era stato lasciato ad attendere diverse ore prima di essere ricevuto.

Il provvedimento di espunzione di qualsivoglia misura a carico di Graziani segue il motivato annullamento, disposto ad agosto dal Tribunale per il Riesame di Roma, sempre per il medesimo capo 40, a caso dell’ex Sindaco Tintari, ritenendo nella sostanza assolutamente legittimo l’azione sia della Sindaca che dei suoi interlocutori, tra i quali principalmente Graziani.

Un provvedimento, quello che annulla le misure a carico di Graziani, che segue il dissequestro del ristorante “Sublimare” arrivato a settembre e di cui sono state rese note le motivazioni dell’annullamento del provvedimento di sequestro. Anche in questo caso (che rientra nell’indagine Free Beach), recependo integralmente il contenuto e la documentazione posta a corredo dell’atto di Riesame proposto dagli avvocati Vincenzo Macari, Matteo Macari e Giovanni Maiello, che assistono l’imprenditore e concessionario Francesco Ciencia, i giudici del Tribunale collegiale di Latina – Presidente Francesco Valentini, a latere i giudici Elena Nadile e Beatrice Bernabei – obiettano sulla motivazione dell’ordinanza impositiva della misura in quel caso di cautela reale: “non è dato comprendere in cosa si sostanzi l’illegittimità”.

Il provvedimento dà atto – sottolineano i legali – che l’ing. Costantino abbia, con i provvedimenti emessi, consentito alle casse comunali di introitare somme anche per canoni oramai prescritti da anni e come tali non più esigibili.

“Intanto – conclude la nota della difesa – un’intera stagione lavorativa è sfumata in tal modo per l’intera città di Terracina, per via di un provvedimento che giorno dopo giorno continua a subire decurtazioni e bocciature proprio per mano dei Giudici componenti i vari Collegi del Riesame. Chissà se se ne rinverrà un perché!”.

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