OMICIDIO CAPRIO: CHIUSE LE INDAGINI SULL’OTTANTENNE, PER LA PROCURA È LUI AD AVER UCCISO L’INSEGNANTE

Pietro Caprio
Pietro Caprio

Omicidio dell’insegnante di Minturno Pietro Caprio, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha chiuso le indagini

Secondo gli inquirenti campani, l’ottantenne Angelo Gentile non avrebbe ucciso Pietro Caprio in maniera premeditata, ma sarebbe stato lui, comunque, a compiere il delitto. La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha chiuso le indagini nate per il delitto avvenuto in località Pantano nel comune di Cellole.

Angelo Gentile è accusato di aver ucciso il professore di educazione fisica che insegnava a Minturno, Pietro Caprio, dopodiché avrebbe distrutto il cadavere, trovato carbonizzato. È stata esclusa l’aggravante della premeditazione, così come stabilito dai giudici del riesame che hanno accolto la tesi del difensore dell’indagato, Gabriele Gallo.

Dal canto suo, Angelo Gentile continua a dichiararsi innocente, ritenendosi vittima di un errore giudiziario. Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Fiore ed Esposito si sono sempre indirizzate contro Angelo Gentile, ritenendolo unico responsabile del delitto consumato lo scorso 4 novembre 2023 in una zona periferica di Baia Domizia.

L’auto incendiata di Pietro Caprio era una Dacia Duster intestata alla madre dell’uomo. A trovare il cadavere, nella mattina del 4 novembre, è stato un passante e sul posto intervennero subito i Carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca e i Vigili del Fuoco di Mondragone. Pietro Caprio, 58 anni, era sparito dal venerdì precedente, ma nessuno ne aveva denunciato la scomparsa alle forze dell’ordine. Da tempo, l’uomo viveva solo, nella casa che si trova al centro di Cellole e nello stesso immobile dove vive tuttora la madre di 85 anni che abita al primo piano.

Il 58enne, la sera della scomparsa, avrebbe avuto un appuntamento in un luogo isolato, non lontano da un camping. In seguito al ritrovamento del cadavere, il magistrato di turno della procura di Santa Maria Capua Vetere aveva disposto un esame autoptico, dopo aver effettuato il sopralluogo sui luoghi di quello che ha tutte le sembianze di un omicidio.

Il corpo dell’uomo, infatti, era praticamente incenerito. Sarebbe rimasta intatta solo una mascella, il resto era carbonizzato. L’ipotesi degli investigatori è che non sia morto carbonizzato, piuttosto è stato prima ucciso e poi messo dentro l’auto data alle fiamme. Non è da escludere però che l’uomo sia stato cosparso di benzina e bruciato in uno stato moribondo.

Caprio lavorava da tanti anni a Minturno: al momento della morte era in servizio, esercitando un incarico per il sostegno, all’istituto comprensivo Antonio Sebastiani e si divideva tra due scuole medie (l’altra era l’Angelo De Santis a Marina di Minturno).

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