INSEGNANTE DI MINTURNO CARBONIZZATO, L’OTTANTENNE NEGA TUTTO: “ERA IN COMPAGNIA DI UNA DONNA”

Pietro Caprio
Pietro Caprio

Carbonizzato dentro l’auto l’insegnante di educazione fisica in un istituto scolastico di Minturno: il sospettato nega nell’interrogatorio di convalida

Ha ribadito di non aver ucciso il professore di scienze motorie, Pietro Caprio, in servizio presso l’istituto comprensivo “Sebastiani” di Minturno. Così l’82enne campano, Angelo Gentile, accusato dell’omicidio e di aver dato fuoco all’auto del docente morto carbonizzato, sabato scorso, all’interno della sua Dacia Duster in prossimità del canneto di via Pietre Bianche in località Baia Domizia.

Interrogato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Daniela Vecchiarelli, l’uomo ha dichiarato di aver visto Pietro Caprio in compagnia di una donna mentre si scambiavano effusioni amorose: “L’ho visto quel giorno in compagnia di una donna, era in macchina con lui. Non sono stato io ad uccidere Pietro Caprio”.

L’uomo, assistito dall’avvocato Gallo, ha spiegato di essere entrato in via Pietre Bianche e di aver visto Caprio insieme alla donna: “Mi sono fatto i fatti miei e sono andato via”. Alla fine, il Gip Vecchiarelli ha concesso i domiciliari per Angelo Gentile.

Anche nel corso dell’interrogatorio con i Carabinieri, Angelo Gentile aveva negato di aver ucciso il professore di scienze motorie. L’anziano ha definito Caprio come un “benefattore”, dal quale aveva ricevuto un prestito di 10mila euro nel 2002, poi restituiti in vari anni, fino alla somma di 50mila, maggiorata con interessi piuttosto alti: circa 400%. Il debito sarebbe stato estinto a settembre scorso.

“Lo conobbi nel 2002 quando mi trovai in difficoltà economica e mi rivolsi a lui che mi prestò 10.000 euro. Gli ho restituito tutto poche settimane fa; gli ho dato 50.000 euro. Lui non mi portava fretta, non mi ha mai fatto minacce per farmi pagare, mi mandava una imbasciata qualche giorno prima della consegna dei soldi e ci davamo appuntamento”.

L’auto incendiata di Pietro Caprio, l’insegnate di educazione fisica che lavorava a Minturno, è la Dacia Duster intestata alla madre dell’uomo. A trovare il cadavere, la mattina del 4 novembre, è stato un passante e sul posto sono intervenuti subito i Carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca che hanno avviato le indagini e i Vigili del Fuoco di Mondragone.

Pietro Caprio, 58 anni, era sparito da venerdì sera, ma nessuno ne aveva denunciato la scomparsa alle forze dell’ordine. Da tempo, l’uomo viveva solo, nella casa che si trova al centro di Cellole e nello stesso immobile dove vive tuttora la madre di 84 anni che abita al primo piano. Sempre nello stesso stabile, al terzo piano, abita la moglie di Caprio, dalla quale era separato.

Secondo quanto trapela dalle indagini, il 58enne, la sera della scomparsa, avrebbe avuto un appuntamento in un luogo isolato, non lontano da un camping. In seguito al ritrovamento del cadavere, il magistrato di turno della procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto un esame autoptico, dopo aver effettuato il sopralluogo sui luoghi di quello che ha tutte le sembianze di un omicidio.

Il corpo dell’uomo, infatti, era praticamente incenerito. Sarebbe rimasta intatta solo una mascella, il resto era carbonizzato. Qualcuno ha dato alle fiamme l’auto con dentro il professore di educazione fisica, che d’estate faceva il bagnino sul litorale domizio. L’ipotesi degli investigatori è che non sia morto carbonizzato, piuttosto è stato prima ucciso e poi messo dentro l’auto data alle fiamme. Non è da escludere però che l’uomo sia stato cosparso di benzina e bruciato in uno stato moribondo.

Caprio lavorava da tanti anni a Minturno: al momento era in servizio, esercitando un incarico per il sostengo, all’istituto comprensivo Antonio Sebastiani e si divideva tra due scuole medie (l’altra era l’Angelo De Santis a Marina di Minturno).

Al momento le indagini di carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca e del nucleo investigativo di Caserta, coordinate dai sostituti procuratori Chiara Esposito e Gionata Fiore, hanno ipotizzato anche un movente connesso al “grosso movimento di soldi” gestito dal 58enne con la società di cui era uno dei soci. Soldi che sarebbero stati dati anche in prestiti a terze persone; senza contare che il professore avrebbe tenuto uno stile di vita molto elevato rispetto alle proprie possibilità offerte da un reddito di un docente delle medie.

I militari dell’Arma hanno subito sottoposto a fermo l’82enne di Baia Domizia, Angelo Gentile, con le accuse di omicidio e distruzione di cadavere. I carabinieri di Sessa Aurunca hanno trovato l’anziano tramite le immagini di videosorveglianza di via Pietre Bianche dove è stato trovato il corpo di Caprio carbonizzato nell’auto. Dalle immagine della video-sorveglianza, i militari dell’Arma hanno notato la Fiat Palio di Gentile che si affiancava a quella della vittima: dopo circa 23 minuti solo la vettura dell’indagato ha lasciato la zona.

Successivamente a casa dell’ottantenne Angelo Gentile sono stati rinvenuti anche due fucili da caccia, sequestrati insieme all’auto. Per gli investigatori dei Carabinieri, Gentile avrebbe prima sparato al docente e poi dato alle fiamme l’automobile. Il movente? Un debito con il professore. L’indagato, interrogato per 4 ore, ha ammesso di conoscere la vittima che gli avrebbe prestato 10mila euro, ma ha negato di avere utilizzato la sua Fiat Palio nel pomeriggio del 3 novembre, ovvero nelle ore in cui il povero Pietro Caprio è stato ucciso.

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