ZACCHEO SCENDE IN CAMPO E I PENTASTELLATI LO INCALZANO

Vincenzo Zaccheo
Vincenzo Zaccheo

Zaccheo scende in campo per le elezioni comunali 2021 e viene pizzicato, anche con toni sarcastici, dal Movimento 5 Stelle Latina che gli contesta vitalizi, passato e fallimenti politici

LA NOTA – Il M5S Latina non può che compiacersi col settuagenario ex sindaco Vincenzo Zaccheo per la raffinata retorica politica dispiegata nel corso della recente conferenza stampa, rivolta a formalizzare la sua “discesa in campo” elettorale. Un talento maturato e consolidato in oltre mezzo secolo di politica nel quale, come egli ha tenuto a rivendicare, ha vestito i panni di consigliere comunale, consigliere regionale, parlamentare e sindaco.

Ruoli che, soprattutto grazie ai vitalizi economici garantiti dallo scranno regionale e parlamentare, gli hanno consentito di vivere agiatamente al centro di Latina da dove, dall’alto della sua magione, ha potuto captare al volo i malumori cittadini; in particolare, quelli dei residenti nei borghi o nelle periferie più degradate e trascurate del nostro capoluogo, di cui è stato sindaco per ben due volte.

Nonostante il piglio nostalgico e la sua voglia di rivalsa verso quel disarcionamento doloso subito per mano dei suoi stessi compagni di coalizione, durante il suo secondo mandato da primo cittadino, Zaccheo risulta essere il rappresentate più pittoresco di un centrodestra cincischiante che da mesi, con le proprie veline esaltate da alcune amichevoli “penne”, annuncia l’imminente scelta del proprio candidato sindaco.

Proclami che da settimane cadono puntualmente nel vuoto,  reiterati verosimilmente con l’unico fine di mantenere alta l’aspettativa dell’elettore medio, ormai annoiato e ben consapevole che il centrodestra si trova in piena ansia da prestazione. Del resto, è proprio una coalizione di centrodestra che ha causato il commissariamento di Latina per ben due volte consecutive nonché pesanti vincoli urbanistico amministrativi ancora al centro di importanti procedimenti giudiziari. Altro che “laboratorio a cielo aperto”, come Zaccheo ha definito l’urbanistica, riferendosi in realtà proprio al tallone d’Achille del suo versante politico. 

Appare evidente, dunque, che il centrodestra voglia a tutti i costi trovare una sorta di prestanome politico che possa far dimenticare ai latinensi ciò di cui, giustamente, esso ha ancora tanto da vergognarsi. Una lettera scarlatta impressa sul suo operato che non può né deve essere dimenticata dai cittadini di Latina, i quali non vogliono vivere un déjà-vu.

Tuttavia anche Zaccheo, che nel corso della conferenza stampa è sembrato più trasversale di un “grillino” della prima ora e del tutto imperturbabile, come se si sentisse protetto da un’invisibile armatura di cavaliere senza macchia e senza paura, ha perso l’occasione per chiedere scusa ai suoi concittadini per quegli oggettivi errori di valutazione politica commessi durante la sua sindacatura. Peccati politico-amministrativi che, tuttavia, nessuno deicronisti in sala ha ritenuto opportuno ricordargli, nello spazio temporale a loro dedicato per le domande.  Del resto, quando un giornalista arriva a dare del “tu” ad un uomo di 74 anni, pur trovandosi in un contesto formale, senza provare un minimo di imbarazzo sia per la carenza di professionalità che per la mancanza di rispetto, è difficile pretendere che lo stesso professionista possa incalzare il proprio interlocutore con domande scomode.

Eppure, nel corso della conferenza stampa non sono mancati gli spunti politici, come quello relativo al Palazzo della Cultura fornito proprio da Zaccheo, che pare però aver dimenticato la fallimentare gestione di quella Fondazione Teatro, da lui tanto voluta, la cui presidenza fu affidata al suo vice Maurizio Galardo, indagato e prescritto per truffa, falso, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, false dichiarazioni e attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria e favoreggiamento personale). Come noto, la Fondazione fu liquidata dal commissario prefettizio Nardone per i suoi conti in “profondo rosso” connessi ad una gestione economica squilibrata e compromessa, verosimilmente, anche dagli ingaggi di due direttori artistici di fama nazionale quali Luca Barbareschi (che se ne andò sbattendo la porta in piena polemica con l’amministrazione) e Maurizio Costanzo. Per amor di completezza, da Zaccheo in persona lo stesso Galardo, al centro di una indagine giudiziaria, venne allertato di essere intercettato tramite delle microspie, posizionate dai Carabinieri proprio negli uffici comunali del Teatro.

Ma la memoria, dote umana fallibile, il Web la conserva immutata per anni: una banca dati utile a qualsiasi giornalista che volesse incalzare un aspirante sindaco e che, nel caso specifico, avrebbe permesso di  rivolgere a Zaccheo anche altre domande come, ad esempio:

–       ritiene che un candidato sindaco “prescritto” (ovvero non assolto) da un’inchiesta nella quale gli era stato contestato un reato di truffa aggravata, sia politicamente presentabile?

–       riguardo ai vagoni del progetto metro leggera da lei voluto, pagati con soldi pubblici e lasciati ammalorare, ha qualcosa da rimproverarsi?

–       è ancora convinto della sostenibilità economica della metro leggera, nonostante sia stato dimostrato il contrario?

–       perché ha organizzato ben due cerimonie per annunciare alla cittadinanza l’apertura sempre dello stesso cantiere della metro leggera, peraltro mai avvenuta?

–       ritiene ancora bilanciata la convenzione trentennale che fu stipulata a vantaggio del privato e a discapito dell’amministrazione comunale, alla quale venivano addossati tutti i rischi connessi alla gestione della metro leggera?

–       perché si prodigò nel persuadere il commissario prefettizio Nardone (così come riportato dalle cronache del tempo), al fine di fargli approvare il progetto esecutivo del secondo lotto della metro leggera, considerato che il primo lotto non aveva visto ancora la luce?

–       ritiene politicamente ed eticamente ammissibile avvertire un indagato su intercettazioni in corso che lo riguardano?

–       ritiene che l’esoso acquisto del fatiscente immobile chiamato “ex ICOS”, che mostra ancora il suo spettrale aspetto a chi percorre la Pontina, sia stata la decisione più giusta per le casse del comune?

–     riguardo la Società Terme di Fogliano, tanto voluta dall’ex sindaco Finestra, ma fallita anche per via di un decreto ingiuntivo smarrito e non contestato per tempo durante la sua sindacatura, ha qualche rammarico o fantasma da esorcizzare?

Dunque, sarà forse per queste legittime domande, a cui i cittadini perbene di Latina aspettano ancora delle risposte, che nella coalizione di centrodestra si vive un forte imbarazzo nel proporre a Zaccheo il ruolo di centravanti?

Eppure l’ex sindaco appare sereno e, per questo, ha deciso di “scendere in campo” con addirittura dodici comitati di supporto, di cui però non si conosce la reale composizione a parte il fatto che, alcuni, sembrano essere stati costituiti a scopo elettorale e solo quattro si sono effettivamente palesati in conferenza stampa. Potrebbe, dunque, trattarsi di un bluff per ostentare, nei confronti del proprio versante politico, una forza elettorale in realtà fittizia?

Con questo comunicato non vogliamo affatto “criminalizzare l’avversario politico” (come durante la conferenza stampa l’ex sindaco Zaccheo ha auspicato non debba mai avvenire in campagna elettorale), ma solo porre legittime domande, alle quali nessun candidato sindaco dovrebbe sottrarsi. 

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