VIOLENZA GIOVANILE A LATINA, PD: “OCCORRE UNA CONDANNA SOCIALE, ECCO LE NOSTRE PROPOSTE”

rissa (foto d'archivio)
Rissa (foto d'archivio)

Violenza giovanile a Latina, interviene il referente per la sicurezza del Partito Democratico di Latina, Tommaso Malandruccolo

“Il ricorso all’uso smodato della violenza come modalità per la risoluzione dei conflitti si riaffaccia periodicamente sul panorama della comunità giovanile di Latina, riaccendendo allarme sociale e dibattito politico. Tuttavia ritengo che il fenomeno non riguardi solo il mondo dei giovani, ma il tessuto sociale nel suo complesso, di cui è cartina di tornasole.

Una maggiore presenza di Forze dell’Ordine ed il ricorso alla tecnologia sono la risposta istituzionale che ovviamente raccoglie legittimamente e condivisibilmente più aspettative, perché asseconda in tempi veloci un problema reale ed emotivamente percepito. Siamo però consapevoli che questa istanza non possa essere considerata univoca e fine a sé stessa.

Tommaso Malandruccolo
Tommaso Malandruccolo

Pur apparendo come la soluzione più diretta, significherebbe agire solo sul sintomo, senza rimuovere le cause che sono alla base del problema, lasciandolo irrisolto. Benché siano necessari interventi tempestivi, non si può ipotizzare esclusivamente una militarizzazione capillare del territorio, non perché sia inquietante la presenza delle Forze dell’Ordine, piuttosto perché se si abdicasse solo a questo come strumento di tutela bisognerebbe prendere atto di un’evidente sconfitta della società civile.

E comunque sarebbe oggettivamente impensabile prevedere pattuglie ad ogni angolo della città, anche considerando la mole di lavoro cui sono sottoposti quotidianamente gli operatori di polizia che, con risorse sempre più esigue, sono chiamati a fronteggiare anche altri tipi di situazioni, basti pensare ai reati predatori nelle periferie o ai “codici rossi” della sempre più allarmante violenza di genere, solo per fare due esempi cogenti ed attuali. Oggi è indispensabile piuttosto che vi sia una condanna sociale, che provenga da tutti i segmenti della comunità, un’indignazione collettiva che non risparmi le stesse fasce di giovani e le rispettive famiglie.

Che interessi soprattutto gli adulti, modelli inconsapevoli di emulazione quotidiana. Inoltre è importante informare immediatamente il numero unico di emergenza già alle prime avvisaglie di ogni manifestazione antisociale e sporgere denuncia quando si resta vittime di un’aggressione, fattore che con la riforma Cartabia è essenziale per promuovere un’azione penale. E questo non per un obiettivo meramente giustizialista.

La politica dell’omertà va dissuasa ad ogni costo, perché foriera di un humus sociale che potrebbe radicalizzarsi in una mentalità che culturalmente non ci appartiene. L’esclusione del ricorso alle istituzioni deputate può, inoltre, evolvere verso due direttrici, la sottomissione psicologica e la giustizia fai da te, che è da condannare senza eccezioni.

In maniera più estesa, geograficamente parlando, non sono infrequenti casi di giovani che per evitare di finire nelle spire dei bulli si sono dotati di particolari abilità di difesa, trasformandosi a loro volta in carnefici. La legittima affermazione della propria sicurezza non dovrebbe mai travalicare i confini del rispetto del prossimo, come purtroppo a volte si registra.

Nell’ottica di un’attività di prevenzione, da considerarsi sempre apicale, si era dimostrata valida la legge regionale 2/2016 per la prevenzione ed il contrasto al bullismo, cui avevo contribuito come consulente nella fase di stesura.

Sulla scorta di quella legge, che tuttora ritengo efficace, era nata la Consulta Regionale sul Bullismo ed i tavoli periferici che riunivano in maniera sinergica tutti gli attori istituzionali e rappresentanti del terzo settore che ruotano attorno al mondo giovanile, con finalità congiunte di rilevazione, analisi, studio ed intervento strategico, sotto la supervisione della Garante dell’Infanzia e Adolescenza.

I segni del disagio sono sempre manifesti, da poter essere letti in maniera predittiva come allert, questo è uno degli obiettivi prioritari che le istituzioni ed i progetti messi in campo debbono saper cogliere se intendono intervenire in maniera precoce. Ma non esiste solo una lettura dinamica dei fenomeni da attenzionare.

In tal senso un vulnus nel sistema è rappresentato dalla scarsa rilevanza che si dà alla fase dell’esame ambientale e dell’abitare. Analizzare l’ambiente di vita del ragazzo, dove questi è costretto ad abitare a differenza dell’adulto, rilevandone le criticità, anche in termini di servizi, sarebbe l’approccio prodromo ideale per una rigenerazione urbana ed umana sostenibile.

Le misure di prevenzione e di contrasto su cui investire sono molteplici, quanto articolate. Per sottoporre qualche esempio, la costituzione del tavolo multi istituzionale integrato per la prevenzione del disagio minorile, cui la precedente amministrazione comunale stava lavorando, di concerto con la Prefettura di Latina.

La promozione di uno sport etico, mutuando condotte virtuose, come il terzo tempo del rugby, la creazione di sale prova musicali nei borghi e nelle periferie, per stimolare relazioni positive, la giustizia riparativa, con progetti di riqualificazione umana attraverso lo sviluppo guidato di competenze alternative. E ancora interventi autorevoli per la gestione dei conflitti fra pari, implementando l’offerta di opportunità educative e culturali che competano con l’esposizione a modelli negativi ma carismatici.

Corsi alla genitorialità e il tanto auspicato centro di ascolto, anche in modalità web. In conclusione affiancare a provvedimenti di carattere repressivo e di controllo del territorio altri di natura culturale, educativa ed urbanistica che restituiscano risultati più lenti, ma stabili e permeanti verso le generazioni future”.

Così, in una nota, Tommaso Malandruccolo, referente “welfare e sicurezza” del Partito Democratico di Latina

Articolo precedente

UCCISO DALL’ORSA IN TRENTINO: TRA GLI HATERS DI ANDREA PAPRI ANCHE UNA DONNA PONTINA

Articolo successivo

RICEVE PERSONE IN CASA: L’EX PROF DI RELIGIONE PEDOFILO FINISCE IN CARCERE

Ultime da Cronaca