UCCISO DALL’ORSA IN TRENTINO: TRA GLI HATERS DI ANDREA PAPRI ANCHE UNA DONNA PONTINA

Sono 18 gli indagati per diffamazione nei confronti di Andrea Papi, il giovane di 26 anni ucciso il 5 aprile del 2023 dall’orsa Jj4 mentre correva sui sentieri del monte Peller, in valle di Sole, in Trentino. Tra di loro anche una donna pontina

Tra coloro che hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagine per diffamazione a mezzo social, in merito a commenti apparsi dopo la morte violente del runner ucciso dall’orso in Trentino ad aprile dell’anno scorso, c’è anche una donna di Latina la quale, su Facebook, si è espressa, secondo la magistratura, in maniera offensiva. Ora, la donna, insieme agli altri indagati, rischia il processo.

La Procura di Trento, lo scorso marzo, ha chiuso le indagini aperte dopo la denuncia dei genitori del giovane dopo che sui social si erano scatenati i commenti degli haters. Tra gli indagati c’è anche Daniela Martani, ex hostess dell’Alitalia e personaggio televisivo e radiofonico.

Martani aveva replicato su Facebook: “Sono stata denunciata dalla famiglia di Andrea Papi, il ragazzo ucciso dall’orsa (?) per aver espresso un parere che metteva in dubbio la veridicità della questione, una follia. Insieme a  me sono state denunciate altre 18 persone. Ormai la denuncia per diffamazione è diventata un’arma per intimidire chi contesta o ha una visione diversa dei fatti. Chiunque sia stato denunciato, mi contatti, ho già messo in piedi una strategia legale con il mio avvocato che può
difenderci in blocco”.

“Adesso chiede solidarietà, invece sarebbe necessario collegare il cervello prima di parlare, invece che piangere sul latte versato Adesso è ora di pagare tutto il dolore che avete causato, tu e tutti gli altri”, aveva risposto, sempre su Facebook, Alessia Gregori, fidanzata di Andrea.

Dopo un mese dalla morte di Andrea Papi nei boschi del Trentino, la famiglia del 26enne aggredito e ucciso dall’orsa Jj4, aveva richiesto l’intervento della magistratura per i commenti offensivi pubblicati sui social. 

Per i famigliari, l’odio riversato è stato come “un secondo dolore derivato dalla moltitudine di commenti aggressivi, sconsiderati e denigratori della memoria di Andrea”, che, a detta di genitori, sorella e fidanzata, “muore per la seconda volta, vittima ora non tanto dell’orso ma dei leoni da tastiera”.

“Visto il comportamento degli haters – avevano scritto in una lettera – la famiglia ritiene ora di dover tutelare la memoria di Andrea richiedendo all’autorità giudiziaria di verificare la correttezza o meno di ogni singolo commento postato in rete da coloro che, senza rispetto alcuno per la memoria di Andrea, lo descrivono nei modi più beceri. La famiglia Papi, che ama gli animali e la natura, ha sempre
chiesto rispetto e giustizia per sé e per Andrea”. La famiglia aveva anche preso le distanze “da chi estremizza l’esigenza di tutela degli animali a discapito del rispetto per la vita umana, strumentalizzando le loro dichiarazioni e colpevolizzando il comportamento di Andrea”.

Ora, per i 18 haters è molto probabile il rinvio a giudizio e un processo da affrontare.

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