VARIANTE VIA PIAVE: MALVASO CONDANNATO A 6 MESI, MA ASSOLTO PER L’ABOLIZIONE DELL’ABUSO D’UFFICIO

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Palazzo "Malvaso" a Borgo Piave
Palazzo "Malvaso" a Borgo Piave

Palazzo Malvaso, in Corte d’Appello, a Roma, il caso dell’ex consigliere comunale di Latina, Vincenzo Malvaso

La Corte d’Appello ha condannato alla pena di 6 mesi per le violazioni di natura urbanistica l’ex consigliere comunale di Forza Italia e imprenditore edile di Latina, Vincenzo Malvaso, il quale ha rimediato il non doversi procedere per l’estinzione del reato di abuso d’ufficio, così come voluto dalla riforma Nordio.

Come noto, a differenza del coimputato, l’ex assessore della Giunta Di Giorgi, Giuseppe Di Rubbo, Malvaso, difeso dall’avvocato Renato Archidiacono, ha rinunciato alla prescrizione. L’imputato fu consigliere comunale a Latina tra il 2011 e il 2015. Dopo la condanna odierna, è scontato il ricorso in Cassazione.

A settembre scorso, gli effetti della riforma Nordio si erano fatti sentire anche in provincia di Latina e, come prevedibile, a beneficiarne era stato un esponente politico ed ex amministratore, ossia i più colpiti dall’ormai abolito abuso d’ufficio. In ragione di questa abolizione voluta dal Governo Meloni, dal centrodestra e dal ministro della giustizia Carlo Nordio, l’attuale coordinatore provinciale di Forza Italia, Giuseppe Di Rubbo, era stato assolto dal reato di abuso d’ufficio perché il fatto non è più previsto dalla legge.

Fu questo il responso della Terza Sezione della Corte d’Appello di Roma che era chiamata a giudicare Giuseppe Di Rubbo, in qualità di ex assessore all’urbanistica del Comune di Latina all’epoca dell’amministrazione di centrodestra targata Di Giorgi. Di Rubbo era assistito dagli avvocati Giuseppe Poscia e Alessandro Paletta.

I due esponenti politici di Latina, Vincenzo Malvaso e Giuseppe Di Rubbo, erano stati coinvolti entrambi nel maxi processo denominato “Olimpia” che portò agli arresti di politici, amministratori e imprenditori del capoluogo nel novembre 2016. Come noto, il processo si è concluso tra prescrizioni e l’abolizione del reato dell’abuso d’ufficio voluto dal Ministero della Giustizia Carlo Nordio; per Malvaso, invece, c’è stata un’assoluzione, confermata successivamente anche dalla Corte d’Appello.

Da una costola di quella maxi indagine scaturì, a carico di Malvaso e Di Rubbo, anche il processo per abuso d’ufficio e violazione delle norme urbanistiche in merito alla realizzazione del palazzo di via Piave a Latina, sequestrato nuovamente lo scorso 30 marzo 2024. L’attuale coordinatore provinciale di Forza Italia Giuseppe Di Rubbo e l’ex consigliere comunale, un tempo presidente della commissione urbanistica del Comune di Latina, Vincenzo Malvaso, furono condannati a luglio 2017 dall’allora giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Pierpaolo Bortone. Un anno e otto mesi di reclusione per l’ex consigliere comunale Vincenzo Malvaso, un anno di reclusione per l’ex assessore Giuseppe Di Rubbo. A distanza di anni dai fatti, i reati erano comunque prescritti, compreso l’abuso d’ufficio di Di Rubbo.

La vicenda del cosiddetto palazzo Malvaso è tornata all’attenzione dell’opinione pubblica non solo per il recente sequestro, ma anche per l’interlocuzione tra lo stesso ex esponente forzista e l’amministrazione Celentano. Malvaso, infatti, ha ottenuto dal Tar l’annullamento dell’ordine di demolizione dello stabile in Via Piave e, in cambio del mancato ricorso al Consiglio di Stato da parte del Comune, ha rinunciato a chiedere i danni all’ente di Piazza del Popolo. Un do ut des che ha fatto discutere, tanto più che nella Giunta Celentano siede il nipote di Malvaso, l’attuale assessore alle Attività Produttive, Antonio Cosentino.

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