I sedici indagati nell’inchiesta Tiberio 2 compariranno il 3 novembre davanti il Gup del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese che deciderà se rinviarli a giudizio o meno
Contestate dalla Procura di Latina – il pm è il dott. Valerio De Luca – a vario titolo, associazione per delinquere, corruzione, concussione, abuso d’ufficio in concorso. Il prossimo 3 novembre, nell’udienza preliminare, gli indagati capiranno il loro destino giudiziario per un’indagine che ha sviscerato alcune dinamiche negli appalti pubblici tra Sperlonga, Gaeta, Priverno e a Prossedi.
L’INCHIESTA 1 e 2
“Un potentissimo sistema di potere composto da politici, tecnici e imprenditori che gestivano gli appalti a proprio uso e consumo”. Così gli inquirenti hanno definito le risultanze investigative relative all’operazione “Tiberio 2″, divenuta nota nel settembre 2018, e successiva al filone inizialmente ribattezzato “Tiberio”.
I protagonisti sono gli imprenditori Pietro Ruggieri ed il figlio Francesco, che sono i soli attori principali della seconda fase degli avanzamenti di “Tiberio”, e il cui arresto arrivò dopo la maxi operazione del comando provinciale dei Carabinieri che portò in manette dieci persone nel gennaio del 2017, tra cui il più celebre è senz’altro l’ex presidente della Provincia di Latina e attuale sindaco di Sperlonga Armando Cusani. Insieme a lui anche Mauro Ferrazzano, 46 anni, imprenditore di Nettuno, Isodoro Masi, 56 anni, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Sperlonga e impiegato della Provincia, e Nicola Volpe, 46 anni, imprenditore di Priverno e allora consigliere comunale di Prossedi.
Nell’associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti ed alla corruzione ci sono anche Antonio Avellino, 47 anni, originario di Napoli, dipendente di una ditta di Nettuno; Alessandra Bianchi, imprenditrice romana di 58 anni, residente ad Anzio; Domenico D’Achille, ingegnere di 60 anni, originario di Priverno, capo dell’ufficio tecnico del settore Lavori Pubblici del Comune di Priverno; Andrea Fabrizio, 48enne imprenditore di Fondi; Gianpietro De Biaggio 52 anni, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Prossedi; Massimo Pacini, 54 anni, ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Sperlonga.
L’indagine, come noto, ruota attorno alle ditte dei Ruggeri, la Dr Costruzioni e la 2 R Costruzioni, e nelle carte sono menzionate nomi eccellenti della politica nostrana: dal consigliere formiano della Lega Antonio Di Rocco al senatore forzista Claudio Fazzone fino al sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano. Tutti e tre non risultano indagati.
Tanti gli appalti finiti nel mirino degli inquirenti: la realizzazione della palestra del liceo scientifico “Fermi” nel quartiere di Calegna a Gaeta per il valore di 300mila euro; la nuova porzione del polo scolastico “Alfredo Aspri” di Sperlonga (900mila euro) per cui fu contestata una serie di gravi anomalie statiche e architettoniche, conclusioni poi ribaltate da una perizia dell’Università “La Sapienza” che hanno portato al dissequestro del cantiere su richiesta del Comune di Sperlonga (parte lesa insieme alla Provincia in Tiberio 2); il complesso archeologico Villa Prato di Sperlonga (700mila euro); la ristrutturazione del Comune di Prossedi (230mila euro); l’affidamento del Servizio di spazzamento delle strade extraurbane del comune di Priverno (40mila euro); il restauro dell’istituto scolastico Don Andrea Santoro di Priverno (35mila euro).