Processo Tiberio. Si è tenuta un’altra udienza del procedimento che vede come principale imputato Armando Cusani
Il II collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Elena Nadile, ha fissato la data in cui dovrebbe svolgersi quantomeno la requisitoria del pubblico ministero Valerio De Luca, con la richiesta delle condanne a carico degli imputati, al netto di maturate prescrizioni. È il 15 aprile quando l’istruttoria dovrebbe concludersi con i testimoni dell’avvocato Gianni Lauretti, dopodiché la parola passerà al pm De Luca, oggi sostituito dal collega Marco Giancristofaro.
Nell’udienza odierna, è stato ascoltato il sindaco di Prossedi, Angeo Pincivero il quale, all’epoca dei fatti, era primo cittadino del piccolo centro lepino in cui si svolse una delle gare d’appalto finite agli atti dell’indagine: il rifacimento della sede comunale aggiudicato per 150mila euro con tanto di ribasso. A dover rispondere di questa circostanza è uno degli imputati, l’ex consigliere comunale di Prossedi, Nicola Volpe, difeso dall’avvocato Gianmarco Conca. Il resto del collegio difensivo è composto dai colleghi Macari, Panella, Palmieri, Lauretti, Pucci e Marino.
Assente nell’udienza, uno dei testimoni attesi: l’attuale dirigente del settore Ambiente del Comune di Latina, Gian Pietro De Biaggio, già condannato nel procedimento “Tiberio”, come responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Prossedi, a un anno e tre mesi.
Come noto, il processo ruota attorno alla vicenda dell’Hotel Grotta di Tiberio e di alcuni appalti, tra cui quello più importante riferibile, per l’appunto, al complesso archeologico di Villa Prato a Sperlonga per un importo di 700mila euro. A sedere sul banco degli imputati, oltreché ad Armando Cusani, l’architetto Isidoro Masi, all’epoca dei fatti contestati in comando dalla Provincia presso il Comune di Sperlonga come Responsabile dell’Ufficio Tecnico, l’ex dirigente comunale Massimo Pacini e gli imprenditori Andrea Fabrizio, Antonio Avellino e Nicola Volpe.
Tutti sono accusati, a vario titolo, di aver messo in piedi un sistema illecito volto a favorire l’attività imprenditoriale del primo cittadino e a pilotare gare d’appalto a discapito della collettività. Turbativa d’asta e corruzione, i reati più gravi contestati dall’indagine che è stata portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Sperlonga. Uno degli imputati è deceduto: si trattava dell’imprenditore di Nettuno Mauro Ferrazzano (che fu condannato in abbreviato), le cui dichiarazioni sono ormai irripetibili, non più in grado di essere smentite e quindi cristallizzate: proprio queste potrebbero significare un punto a favore dell’accusa e un ostacolo difficile da superare per il sindaco di Sperlonga ed ex Presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani. Quantomeno per il merito della accuse.
Diverse le parti civili costituitesi nel processo: Comune di Sperlonga, Prossedi, Priverno, più il confinante dell’Hotel Tibero, Carmine Tursi, l’Associazione antimafia “Caponnetto” e, infine, i gli esponenti politici Alfredo Rossi, Marco Toscano, Alessandro Zori e Carla Di Girolamo.
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