TEST RAPIDI COVID: LE FARMACIE PONTINE CHIEDONO SPAZI PUBBLICI GRATUITI

TAMPONI

Tamponi rapidi e farmacie: dopo l’accordo raggiunto con Regione Lazio, le farmacie possono effettuare i test antigenici e sierologici ma sono ancora poche rispetto alle necessità

Quelle che sono già operative per effettuare i tamponi rapidi, così da sgravare Asl e altri laboratori privati, sono dodici in tutta la provincia di Latina.

Nel capoluogo di provincia che, in questa seconda ondata, ha avuto picchi anche con più di 80 contagiati al giorno, ci sono ad ora 4 farmacie già in funzione: la farmacia a Latina Fiori, le due farmacie Farmagiammarco a Borgo Montello e in Q5 e la farmacia in Q4.

Un numero, in effetti, non sufficiente per coprire una città di quasi 130mila abitanti, come sono pochi gli altri punti operativi sparsi nella provincia: ne abbiamo due a Sezze, due ad Aprilia (quasi 90mila abitanti), e poi una rispettivamente a Formia, Terracina, Rocca Massima e Cori.

Larghe fette di territorio sono scoperte e, considerato che la seconda ondata è ancora lunga – e chissà se ce ne sarà una terza -, da più parti ci si domanda come mai questa situazione di stallo a Latina e provincia.

Le pratiche per iniziare a fare tamponi per una farmacia non sono semplici anche perché occorre almeno un infermiere professionale e, soprattutto, spazi dove verificare la positività o meno di un possibile paziente Covid lavorando in sicurezza e senza rischi.

Il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti e il Vice-Presidente Assiprofar Federfarma Latina, rispettivamente Roberto Pennacchio e Salvatore Farina, hanno inviato una richiesta ufficiale al Comune di Latina affinché l’Ente garantisca la gratuità dell’occupazione di suolo pubblico necessario alle farmacie per l’esecuzione dei test diagnostici. La gratuità è compresa nell’accordo siglato da Regione Lazio e Federfarma Lazio lo scorso 6 novembre.

L’invito dell’Ordine è che le farmacie della provincia, che non abbiano spazi adeguati per i tamponi rapidi, inoltrino la stessa richiesta ai Comuni in cui operano. A Roma, l’amministrazione ha già approvato un atto che autorizza le Farmacie ad occupare il suolo pubblico con strutture mobili senza pagare alcuna imposta.

Le farmacie, pur avendo la possibilità di effettuare i tamponi, devono ottemperare a costi come remunerazione dell’infermiere, reperimento dei Dpi e, soprattutto, tamponi affidabili poiché quelli a buon mercato non sono affidabili. Insomma, i margini di profitto sono bassi e al tempo dell’andrà tutto bene di lockdowniana memoria, dove retoricamente si dipingeva un Paese inesistente improntato alla solidarietà, non ci crede più nessuno. Purtroppo e, probabilmente, per fortuna.

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