Il ripristino dell’ambulatorio di Ostetricia istituito presso l’Ospedale “Alfredo Fiorini” di Terracina ora diventa argomento di dibattito anche per i consiglieri di maggioranza di Fondi
Che la politica si sia sempre interessata alla sanità questo è fuor di dubbio. Attorno alla salute dei cittadini girano tanti consensi, caselle da occupare, conti da far quadrare e, come si è visto nelle fasi dell’emergenza Coronavirus-Covid-19, anche qualche regolamento all’arma bianca tra politici.
Solo di questi giorni è lo scontro tra le città che da sempre si amano e si odiano, Formia e Gaeta, allorquando il sindaco Paola Villa, evidentemente stizzita per le scelte Covid-19 di Regione e Asl a favore della città guidata dal vulcanico Cosimino Mitrano, ha reso pubblica una lettera che lei stessa ha inviato al direttore generale dell’Azienda sanitaria pontina, Giorgio Casati, in cui ha parlato senza mezzi termini di una vera e propria offesa nei confronti del personale sanitario del Dono Svizzero.
Leggi anche:
ESCLUSIONE DEL DONO SVIZZERO DALLA RETE ANTI-COVID-19. VILLA SCRIVE A CASATI: “OFFESA ED ERRORE MADORNALE”
A Terracina, invece, da tempo, l’aria è calda e non solo per le restrizioni anti-virus che costringono tutti a stare in casa. I capigruppo Sergio Meneghello (FdI), Andrea Lauretti (SìAmo Terracina), Maurizio Casabona (Uniti e Liberi – Lista Procaccini Sindaco), Davide Di Leo (Archi di Giove), Gianfranco Sciscione (Lista Sciscione) e Alessandro Di Tommaso (Gruppo Misto), hanno presentato una mozione per proporre al sindaco facente funzioni Roberta Tintari di “intervenire presso tutte le istituzioni pubbliche competenti affinché venga immediatamente ripristinato l’ambulatorio di Ostetricia recentemente istituito presso l’Ospedale “Alfredo Fiorini’ di Terracina“.
Al contempo Tintari ha scritto al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per chiedere spiegazioni a proposito dell’Ambulatorio di Ostetricia attivato e immediatamente dismesso presso l’ospedale di Terracina. Un testo che non va per il sottile: “Devo ancora capire se tra le mie emozioni prevale la rabbia, lo sconcerto o l’incredulità per una vicenda che, me lo lasci dire, è stata gestita con schizofrenia e incomprensibilità, almeno in apparenza, perché la successione degli eventi trova spiegazioni solo in dinamiche più simili alle volubilità politiche che alla gestione di un servizio sanitario, per di più in una condizione di estrema emergenza. Faccio notare, senza troppi giri di parole, che la città di Terracina ha già dato in tempi recenti e non ha intenzione di recedere davanti all’eventuale palesarsi di nuove “perturbazioni” politiche“
Oggi, invece, è la volta dei consiglieri comunali di Fondi con una nota diffusa da Vincenzo Carnevale (anche Vice-Presidente della Provincia di Latina), e firmata dai gruppi consigliari del Comune Forza Italia, Io Sì, Litorale e Sviluppo Fondano, Fondi Azzurra e Fondi Unita.
Se la Asl aveva ritenuto opportuno l’apertura di un ambulatorio di ostetricia a Terracina per far fronte all’impossibilita per le partorienti di venire a Fondi per fare controlli propedeutici al parto nel periodo della cd zona rossa, avrà fatto evidentemente le sue valutazioni oggettive, le stesse che oggi, superata l’emergenza (almeno quella acuta della città), l’avranno portata alla decisione di chiudere tale ambulatorio – attacca il comunicato.
D’altronde lo “spostamento” era stato definito come momentaneo. Consideriamo normale che ogni amministratore auspichi una maggiore presenza di servizi anche sanitari nella propria città, ma come sanno oramai tutti, da tempo, la sanità laziale e soprattutto quella pontina nella sua programmazione aziendale, in ragione delle scarse risorse mediche, è orientata a garantire dei percorsi sanitari specifici. È chiaro che un ambulatorio di prossimità, di qualunque genere, può essere utile nelle attività di primo livello, ma è altrettanto vero che in un momento storico fatto di scarse risorse è più opportuno evitare la dispersione di operatori sanitari e tecnologie. D’altronde fu il concetto alla base del quale, qualche anno fa, venne disposta la chiusura del reparto di chirurgia, proprio dell’ospedale fondano, per concentrare il tutto al Fiorini di Terracina; come tra l’altro le stesse attività di emergenza sono previste anch’esse a Terracina in una logica di sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari.
Nella programmazione aziendale, da tempo, la rete perinatale provinciale è articolata in tre ospedali (Latina, Fondi e Formia) dove ultimamente sono state anche investite ulteriori risorse economiche per il relativo potenziamento. Non è una questione di campanilismo – concludono i consiglieri – perché abbiamo sempre sostenuto che la Regione debba investire molto di più negli ospedali sia di Fondi che di Terracina, perché questi vanno visti sì nell’insieme ma come ospedali di riferimento di un territorio dell’area centro della Provincia la cui densità abitativa e la sua configurazione non può consentire di immaginare un’offerta sanitaria concentrata solo a nord e sud. Inoltre, crediamo fermamente che le forze vadano unite per condividere le richieste di potenziamento di tutta la sanità provinciale, perché è sotto gli occhi di tutti che mentre si dibatte di un ambulatorio, negli ospedali di riferimento della provincia (Latina e Formia) c’è una carenza di organico e tecnologie che spesso ne riduce le potenzialità. Basti pensare alla limitazione del servizio di emodinamica di Formia, funzionante H/12, alla carenza dì anestesisti, ortopedici e pediatri che a volte rischia di compromettere la continuità delle prestazioni in questi ospedali.