TERRACINA: L’ASSEDIO DEI GIOSTRAI AL COMUNE TRA MINACCE E AGGRESSIONI VERBALI

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Comune di Terracina

Sanatorie e favori in campagna elettorale: l’inchiesta nata dall’occupazione dell’area del Luna Park e arrivata fino al Vice Sindaco di Terracina Pierpaolo Marcuzzi

Bolliva tanto la pentola di Terracina, da anni nel mirino di investigatori, associazioni e semplici cittadini riguardo ad appalti, gestione amministrativa, opacità e sequestri. Emerge, ad ogni modo, grazie all’operazione odierna, portata a termine da Carabinieri e Guardia Costiera di Terracina, che sulla città vi sono, come peraltro già supposto in svariati ambiti di dibattito pubblico, diverse inchieste della Procura di Latina per fare luce sulla vita amministrativa dell’ente comunale. Siamo, molto probabilmente, solo all’inizio di altri sviluppi investigativi.

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Ad ogni modo, tra i sigilli disposti dall’autorità giudiziaria nel corso degli ultimi due anni, c’erano quelli delle giostre impiantate al Porto dalla famiglia rom dei Suffer. Le indagini che hanno coinvolto Suffer e la sua famiglia, da cui si origina l’inchiesta e l’ordinanza odierna, videro il 7 luglio 2020 scattare i sigilli alle 33 giostre al porto di Terracina (Operazione Luna Park) che avevano iniziato la loro attività un mese prima, nonostante – secondo gli inquirenti – non avessero ottenuto le previste autorizzazioni all’esercizio e allo svolgimento delle attrazioni nonché il titolo all’occupazione dell’area. Sotto la lente degli investigatori i provvedimenti con cui il Comune di Terracina aveva concesso ai Suffer di operare.

Suffer
I sigilli posti all’area occupata dai Suffer nel luglio 2020

Dopo il sequestro dell’area in Via Stella Polare a Terracina, circa 4000 mq in zona porto, i titolari avevano avuto l’ok dal Comune per sistemarsi all’ingresso nord della città in via Leonardo da Vinci. Tuttavia, il 27 luglio 2020, una ulteriore operazione interforze – Carabinieri Forestali di Terracina, insieme con la Guardia di Finanza settore navale e gli uomini della Polizia Locale – aveva posto i sigilli alla nuova area dopo aver rinvenuto rifiuti pericolosi del tipo eternit (amianto). Inoltre, ne nacque un altro filone di indagine poiché Emiliano Suffer avrebbe minacciato un investigatore (peraltro di grande esperienza, leggi link sopra) il quale si era recato al porto di Terracina, proprio nell’area sequestrata. Durante le perquisizioni scaturite dal sequestro, fu trovata nella disponibilità di Emiliano Suffer, da oggi agli arresti domiciliari, un fucile di marca Benelli.

Nell’operazione odierna, risultano essere 12 gli indagati, di cui dieci a piede libero. Si tratta, oltreché ai destinatari della misura cautelare, Pierpaolo Marcuzzi ed Emiliano Suffer, di Andrea, Adriano, Gianfranco, Simone e Stefano Suffer e Miriam Ferro (quest’ultimi già indagati nell’operazione Luna Park), Emiliano Carnello, Dario Percoco, Sabrina Tacelli e Marco Caporini.

L’ASSEDIO DEI SUFFER AGLI UFFICI DEL COMUNE – Emiliano Suffer, noto in città e dimorante con la famiglia in un’area vicino all’ospedale Fiorini, è accusato, per cominciare, di tentata estorsione dopo, che secondo la Procura di Latina – l’Aggiunto Carlo Lasperanza e il sostituto Antonio Sgarrella – il “Luna Park Suffer” avrebbe abusivamente occupato il suolo del demanio marittimo.

Secondo gli inquirenti, l’autorizzazione all’occupazione ventennale era senza titolo, nel senso che i Suffer ne avevano una risalente al 2006 e non rinnovata di anno in anno. Una volta controllato, Suffer sarebbe tornato con un’autorizzazione del Dirigente del Demanio Marittimo datata sì 2020 ma solo per il transito dei mezzi. Da questo episodio il sequestro dell’area che avvenne il 7 luglio 2020, poi confermata il 23 dello stesso anno dal Riesame.

Un rilascio dell’autorizzazione, seppur non bastevole all’occupazione, che fa drizzare le antenne agli investigatori che si domandano se il Dirigente del Demanio Marittimo del Comune, Corrado Costantino, non indagato, abbia operato una forzatura e se fosse a conoscenza delle pressioni della famiglia Suffer nei confronti dell’Assessore al Demanio Gianni Percoco. Siamo, per avere in riferimento temporale, a maggio 2020, a pochi mesi dalle elezioni comunali. a capo della Giunta c’è il Vice Sindaco facente funzioni Roberta Tintari, incoronata dopo pochi mesi come primo cittadino. In quel momento, maggio 2020, Tintari era in sostituzione di Nicola Procaccini nel frattempo volato in Europa come parlamentare.

L’attuale Presidente del Consiglio Comunale Percoco ricevette la visita dei Suffer, desiderosi di avere la concessione dell’area per le giostre a posto, e lo appellavano come “l’Assessore nostro“. “Viè n’attimo qua – viè n’attimo qua che qua succede un guaio oggi te lo dico…nun me va de fa casini però me devono fa lavorà…allora se vieni qua mi devono risolvere la pratica tu sei l’assessore nostro e devi sta qua… se no dimme che devo fa io, acchiappo e li butto giù dalla finestra e ci metto 5 minuti ehdenuncio tutto il comune…denuncio tutti gli assessori compresi e dopo se la vedono con noi uno ad uno eh che devo fa…questo si lava le mani, quell’altro si lava le mani, il dirigente sta là e non riceve…ma chi cazzo so questi?“. Minacce che i Suffer avrebbero rivolto anche allo stesso dirigente comunale del Demanio, il quale spiega a un interlocutore: “Sono venuti da me, saranno stati una decina…so venuti è stato bruttissimo…veramente so arrivati al punto anche di minacciare…“. E alla domanda dell’interlocutore se i Suffer fossero venuti sin dentro l’ufficio, il dirigente risponde: “Porca misera sì”.

A fine giugno 2020, il Dirigente preoccupato dai comportamenti dei Suffer chiede l’intervento della Polizia chiamando il 113. È lì che la famiglia di giostrai viene identificata dagli agenti di Polizia. Intercettato dagli investigatori, poco prima dell’arrivo della Polizia, il Dirigente al telefono con un’altra interlocutrice spiegherà che i Suffer minacciavano di “butta’ giù il portone qua fuori“.

“Non gli posso dà la concessione” – spiega il Dirigente -, il problema è che “stanno qua fori, incazzati neri, urlano so matti”.

Dopo quanto successo, l’Assessore Percoco rende edotta Roberta Tintari, esprimendo timori per ritorsioni come la circostanza di vedersi bruciata la barca e lamentandosi dell’allora Comandante della Guardia Costiera di Terracina Emilia Denaro la quale, opponendosi al rilascio dell’autorizzazione per i Suffer, avrebbe “scaricato” tutto sul groppone del Comune di Terracina.

“Questa – spiega Percoco a Tintari riferendosi al Comandante Denaro – dice a patto che, a patto che…oramai stiamo in emergenza, fino a ieri è stato fatto così…sarà sbagliato…facciamo così, il prossimo anno loro si devono attenere a tutto quello, ma tu non ce lo puoi dire una volta che hanno montato che devono fa questo questo e questo“.

Secondo gli investigatori, per Percoco, non indagato, la Comandante Denaro avrebbe dovuto rilevare l’occupazione illegittima perché con i Suffer non si può ragionare.

Un’azione a cui l’allora Comandante della Guardia Costiera – definita come “maledetta” – non cederà neanche quando riceve la visita di Emiliano Suffer che le aveva prima offerto biglietti gratis proprio per le giostre per poi dirle: “Come hanno fatto tutti i suoi predecessori, parere favorevole e basta senza chiedere null’altro”.

Il 23 luglio 2020, durante un sopralluogo all’area delle giostre già sequestrata, Emiliano Suffer minaccerà l’ufficiale della polizia giudiziaria dicendo: ““Sistemate questa pratica perché sono guai per voi, voi avrete guai con me ve lo dico io…il peggio è per voi perché noi peggio di così non andiamo…la colpa è la tua e della puttana della comandante”.

Una minaccia che Suffer crede sia andata a termine. Parlando con il fratello, infatti, gli spiega che: “Meglio che non viene – ndr: in riferimento all’ufficiale di polizia giudiziaria – sta tranquillo, non se mette più in mezzo…te lo dico io…oggi s’è preso una bella paura…tremava non è che…tramava, gli tremavano le mani, io lo vedevo quando è venuto a parla’ con me, la faccia era bianca“.

È proprio in ragione di questi episodi, in particolare quello dei 34 biglietti offerti per l’entrata gratis al Luna Park Suffer, che la Procura e il Gip Cario contestano a Suffer l‘istigazione alla corruzione.

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