Il WWF Litorale Laziale scrive ai candidati sindaco di Terracina mettendo in risalto cinque punti di intervento principali: mobilità, rifiuti, aree verdi, agricoltura e mare/costa. La lettera è a firma del Vice Presidente Franca Maragoni
LA LETTERA – Il WWF Litorale Pontino, gruppo attivo del più vasto Litorale Laziale, come d’abitudine, ad ogni tornata elettorale per le amministrative, rivolge ai candidati al ruolo di sindaco l’invito a porre attenzione su alcune tematiche che attengono all’ambiente, alla sua tutela e salvaguardia e alle implicazioni che queste azioni possono avere con la vita dei cittadini del Comune che si apprestano a guidare.
In questo modo i candidati e i loro sostenitori possono avere un promemoria di quello che l’associazione più radicata in città considera prioritario per una visione veramente “sostenibile” del vivere in comunità. Ecco forse la differenza è proprio quella, l’attività della nostra associazione è sempre finalizzata al bene di tutti i cittadini, al Bene Comune, e questo documento è più un promemoria per i cittadini che per i politici con i quali ci confrontiamo quasi quotidianamente.
MOBILITÀ:
Una rete ciclabile per vivere la nostra città (scuole, mercato, chiese, ospedale, parchi) non solo fare una passeggiata sul lungomare. Se proprio si vuole accelerare le procedure si possono riprendere tutte le proposte del WWF, confluite poi nelle proposte di Agenda 21, chieste dall’amministrazione e consegnate da Giovanni Iudicone. Quello che invece chiediamo è che non si mandi avanti il mega progetto, 2 milioni di euro da sperperare per una pista a picco sul mare ma che presenta notevoli criticità come l’impatto paesaggistico, idrogeologico, ambientale e soprattutto un rapporto costi beneficio (pochi turisti dei campeggi che vogliono arrivare in città) decisamente sbilanciato e non vantaggioso per la città.
ZTL e aree pedonali specie nelle aree di maggior pregio naturalistico e storico della nostra città, parte di viale della Vittoria e piazzale Moro, come in molte città in altri paesi che hanno un lungomare meraviglioso come il nostro. Il centro storico alto, strade e piazze in prossimità di scuole. Tutto questo necessita di una revisione di tutta la mobilità, non basta chiudere una strada come a volte è stato fatto, ma va prevista una intermodalità con mezzi elettrici o biciclette elettriche (bike sharing). La sostanza è: chi si deve muovere in città deve PREFERIRE lasciare l’auto a casa. Una mobilità sostenibile si concretizza anche nelle problematiche banali di tutti i giorni e basta stare 10 minuti davanti ad una qualsiasi scuola del nostro comune per rendersi conto dell’inquinamento provocato e della congestione che penalizza chi invece va a scuola in bicicletta o a piedi. Non dovrebbe essere complicato adottare e realizzare il PUMS!
Non smetteremo mai di chiedere il ripristino della FERROVIA è una battaglia iniziata da Giovanni Iudicone insieme al Comitato Pendolari che noi non vogliamo abbandonare; chiamatelo treno, chiamatelo metropolitana leggera, il concetto è che il treno, o metropolitana, fanno risparmiare tanta CO2 e altri inquinanti immessi in atmosfera; è un mezzo “socialmente sostenibile” perché tutti possono viaggiare evitando avventure da Terzo Mondo. 8 anni sono troppi, difficile credere alle promesse. Il treno è per noi l’icona della sostenibilità e della mobilità sostenibile.
Revisione quindi di tutta la mobilità urbana ed extraurbana che ripetiamo, al momento attuale, è assolutamente fuori controllo con conseguente inquinamento ma soprattutto di invivibilità della nostra città.
RIFIUTI
Introdurre finalmente la tariffa puntuale che già di per sé è un sistema di premialità per i cittadini fermo restando che dovrebbero essere trovate, e ci sono, forme di incentivo per i cittadini che li convincano che differenziare conviene anche economicamente.
Plastica: l’amministrazione uscente ha gestito in modo assolutamente inadatto il problema della plastica come fonte di grave inquinamento del Pianeta. Tra gli ultimi, il nostro comune ha visto una timida delibera “plastic free” che all’inizio della stagione estiva è stata addirittura ritirata. Ora, grazie a loro, sempre la vecchia amministrazione, nell’ambiente, e in particolare in mare, sono andati dispersi quintali di plastica. Contiamo molto sulla futura amministrazione.
Amianto: il percorso iniziato nel 2015 per dotare la nostra città di un regolamento per eliminare il rischio derivante dalla presenza nell’ambiente di rifiuti di amianto si è bloccato sul nascere, nulla di tutto quanto previsto nel regolamento è stato realizzato. In questi anni l’amianto ha continuato a fare danni e morti e chi dovrebbe tutelare la nostra salute probabilmente ignora anche questo regolamento. Speriamo nella nuova amministrazione.
No agli impianti a biogas o biomasse, il termine bio inganna ma si tratta di impianti che, attraverso una combustione e relativa immissione di cattivi odori e fumi tossici, smaltiscono in maniera insostenibile la frazione umida dei rifiuti urbani. Sì agli impianti di compostaggio di qualità
Roghi tossici: Spesso i rifiuti vengono bruciati nottetempo, soprattutto plastiche. Tutta la zona Nord – Ovest della città è interessata da questo fenomeno; l’aria è irrespirabile e questi fumi contenenti diossina, metalli pesanti, PCB ed altre sostanze estremamente velenose con potere cancerogeno e di interferenti endocrini entrano nelle matrici ambientali, acqua, aria, suolo avvelenando il cibo, l’acqua che beviamo e l’aria che respiriamo, noi e i nostri figli. L’amministrazione uscente pur consapevole non ha messo in campo il proprio sistema di controllo, la polizia municipale, né tanto meno ha cercato la collaborazione di altre forze come i Carabinieri Forestali.
Inseriamo qui un altro tipo di inquinamento, quello da onde elettromagnetiche. Sappiamo che il Comune di Terracina si è dotato di PRAEET e relativo regolamento ma non è sufficiente, così come per l’amianto, avere un regolamento, è necessario vigilare e soprattutto aggiornare il piano; vigilare sulle richieste delle società di telefonia, delle modifiche alle antenne già esistenti, avere sempre la situazione sotto controllo e affidarsi a tecnici non di parte. Ancora purtroppo non è stato dimostrato il danno organico, ma per la tutela dei cittadini, quello che deve guidarvi è il Principio di Precauzione.
AREE VERDI:
Nonostante l’amministrazione uscente abbia dichiarato lo “stato di emergenza climatica e ambientale”, con tutti i relativi impegni presi per rispondere a questa emergenza e “Terracina città sostenibile”, la sostenibilità ambientale nella nostra città si è andata sempre più affievolendo. Abbiamo grandi aree verdi extraurbane e aree verdi urbane di grande pregio non solo naturalistico ma anche storico e archeologico tristemente ridotte di molto; le prime oltre ad essere abbandonate alla caccia spesso di frodo e al pascolo abusivo sul bruciato sono, da sempre ma soprattutto dal 2017, vittime di incendi devastanti. Non può essere sufficiente controllare il territorio, anche se siamo grati alle associazioni di volontariato, ma deve essere condotta un’azione precisa di mappatura delle aree percorse dal fuoco, delibere e divieti; severi controlli per poter sanzionare i contravventori e impedire loro di trarre vantaggio dagli incendi. È necessario capire che il patrimonio boschivo è l’elemento fondante della sostenibilità ambientale, della biodiversità e del contrasto ai cambiamenti climatici. Il patrimonio del verde, in città ad esempio, mitiga il calore delle estati che si susseguono sempre più calde con riflessi negativi sulla salute dei cittadini. Sono state proposte linee guida per un “Piano Generale del Verde Pubblico A Terracina” già nel 2010 e poi ancora nel 2018 un “Piano Generale e Regolamento delle aree verdi urbane e periurbane della città e del territorio comunale secondo il principio di sostenibilità e di gestione ecosistemica”. È evidente che non ci si debba inventare niente. La prossima amministrazione avrà vita facile a far tornare Terracina agli standard europei in termini di superficie di verde per abitante e di bellezza. Basta contrastare gli incendi e sostituire gli alberi abbattuti dalle calamità o dall’uomo, controllare il taglio nelle proprietà private, assicurarsi il lavoro di potatori, e non capitozzatori, e la consulenza di esperti per dare lunga vita al nostro verde. I nostri parchi urbani inoltre possono sicuramente diventare parchi letterari, per la sostenibilità culturale della città ed arricchire l’offerta turistica. Piccola nota che ci tocca da vicino come WWF: avevamo chiesto alla amministrazione uscente di includere nel parco della Rimembranza l’area inferiore del convento di San Francesco, area di pregio naturalistico e storico-archeologico abbandonata ai vandali, per poterla curare e completare così la bellezza di quel gioiello di biodiversità che è il Parco della Rimembranza. Stiamo aspettando un famoso lunedì, che non è mai arrivato, in cui l’assessore competente avrebbe depositato tutta la documentazione fornitagli per l’approvazione.
Parlare dell’ambiente naturale extraurbano ci dà la possibilità di citare la “Via Francigena del Sud” e “il cammino della Via Appia”. Il WWF Litorale Pontino è sempre stato parte integrante del “Gruppo dei 12”, la storica associazione che ha tracciato i sentieri e fatto conoscere questo cammino straordinario. Siamo fortemente motivati a portare avanti questo progetto perché i cammini sono il nuovo turismo che avanza, un turismo ad impatto zero. È per questo che, quando il 2016 è stato dichiarato “anno dei cammini” e sono partiti numerosi progetti con relativi finanziamenti, per la promozione di questi cammini, la nostra associazione ha spinto e affiancato l’amministrazione perché prendesse parte a tutti i protocolli. Grazie a questa collaborazione il tratto di Terracina è entrato di diritto nella via Francigena del Sud, che ricordiamo non è una via come l’Appia e quindi andava deciso e segnalato. Ma come tanti progetti anche questo è rimasto sulla carta. Un percorso viene vissuto se i camminatori possono poi trovare alberghi, ostelli, B&B dove sostare a prezzi accessibili e Terracina non offre, specie in estate, soluzioni simili. Quello che forse è sfuggito è che i camminatori, moltissimi stranieri, una volta visitati luoghi incantati come Terracina durante il cammino, ci tornano con le famiglie per forme di turismo più vantaggiose per la città. Ecco, catturate il camminatore e attirerete centinaia di turisti.
Orti urbani: partiti con tanto entusiasmo si sono persi nel nulla. Peccato, avrebbero permesso di curare le tante aree abbandonate con vegetazione incolta ricettacolo di spazzatura specie sotto forma di plastica.
AGRICOLTURA
Finalmente si inizia a sentire da più parti che il territorio di Terracina è a vocazione agricola, peccato che questa consapevolezza sia arrivata quando la nostra identità, il nostro vanto maggiore, la produzione di Moscato, era ormai ridotta a pochi piccoli appezzamenti di appassionati. La Valle dei Santi, areale d’elezione di questa coltivazione, e tutta l’area agricola di Terracina, è stata trasformata in un mare di serre dove si coltivano produzioni richieste dal mercato, il tutto accompagnato da largo uso e consumo di pesticidi e acqua, con una riduzione della biodiversità preoccupante. È utile ricordare che, in queste zone, parlare di biodiversità significa anche parlare di difesa dal dissesto idrogeologico, fenomeno che invece guadagna sempre più spazio e fa sempre più danni (ricordiamoci l’alluvione che fece crollare la Pontina). La PAC europea privilegia le multinazionali dei pesticidi e degli OGM, ma noi localmente possiamo fare molto. Iniziare con la redazione di un regolamento comunale dell’uso dei pesticidi; queste sostanze sono molto pericolose se ingerite ma lo sono ancor di più se inalate direttamente durante il trattamento delle colture. L’amministrazione uscente ha mostrato attenzione (pensavamo) al problema istituendo un tavolo al quale erano ammesse le associazioni ambientaliste e comitati di cittadini; purtroppo, come spesso accade è stata un’azione di facciata probabilmente per interessi particolari della una parte politica. La politica dovrebbe curare i beni comuni nell’interesse dei cittadini, ma fino ad ora sono tanti i cittadini che si ammalano perché vivono in prossimità dei campi e consumano prodotti trattati con pesticidi e non controllati. Anche in questo caso andrebbe rivista la politica agricola locale e il necessario passo conseguente sarebbe l’istituzione dei distretti agricoli biologici o biodistretti insieme ad altri comuni, come già avvenuto in provincia di Latina o in altre realtà (il distretto di Montalbano è uno dei più famosi) che dopo la transizione hanno visto uno sviluppo economico interessante di pari passo con l’aumento del livello della qualità.
MARE E COSTA
Il mare e la costa hanno bisogno di attenzioni non solo per migliorare l’offerta turistica ma anche per la difesa dell’entroterra e dell’economia legata appunto al mare, nonché per tutelare la salute dei cittadini. Mentre 40 anni fa l’offerta era naturale e semplicemente non abbiamo saputo farne tesoro, oggi il mantenimento e la tutela della costa sono necessari, in termini di conoscenza, per conservare questo patrimonio e difenderlo da inquinamento ed erosione. Poco consola la Bandiera Blu o addirittura la Bandiera Verde di spiaggia per i bambini, perché osservazioni anche solo puntuali ci mostrano un litorale inquinato da microplastiche e scarichi fognari abusivi con un mare spesso sporco per il rilascio di vere e proprie raccolte di spazzatura che non vengono dalle navi di passaggio, che idiozia si è raccontata per anni! occorre controllare gli allacci alla fogna soprattutto per le periferie nord e sud della città, abitazioni, esercizi commerciali, campeggi; gli scarichi abusivi di reflui industriali, molitura e altro, ben identificabili; scarichi delle barche ormeggiate in porti e canali, scarichi fognari non trattati da depuratori che arrivano dall’entroterra. Va controllato poi il sistema di smaltimento di rifiuti e scarichi degli stabilimenti balneari. Sappiamo che esiste una differenza tra inquinamento e sporcizia ma la presenza di microplastiche rappresentano una fonte di vero e proprio inquinamento per le sostanze che questi frammenti rilasciano nello stomaco o addirittura nella carne del pesce.
Va tutelata, per quanto possibile, il residuo di duna che in alcuni punti della nostra costa ha mostrato una progressione confortante. La duna è quella che difendere dall’erosione costiera meglio di qualsiasi barriera soffolta. Vi invitiamo a perseguire nel progetto Mare Nostrum, nell’ampiamento dell’area marina protetta e nella istituzione del parco marino così come indicato nei documenti di Agenda 21 Locale di Terracina.
Probabilmente riceverete gli stessi suggerimenti da altre fonti; ne siamo contenti perché vuol dire che la nostra preoccupazione per le questioni ambientali è condivisa da altri cittadini.
Inoltre, se tutte queste tematiche sono presenti nei vostri programmi ne siamo ancor più felici perché abbiamo speranza che le nostre istanze saranno accolte.
Auguriamo buon lavoro a chi governerà la città nei prossimi anni e ai nostri concittadini di assistere e partecipare alla rinascita di Terracina, davvero città sostenibile.