Tentata rapina aggravata da parte di due esponenti del noto sodalizio criminale locale: la Casazione giudica i ricorsi dei De Rosa
La Cassazione era chiamata a giudicare i ricorso di Cesare De Rosa, 30 anni, e del cugino Leonardo Sciarrillo De Rosa (24 anni), che hanno impugnato le condanne già diminuite in Appello rispetto al primo grado in cui vennero ritenuti responsabili dei reati nell’ambito del rito abbreviato. In relazione alla posizione di Sciarrillo De Rosa, la Corte d’Appella aveva riqualificato, lo scorso ottobre 2024, il reato di violenza privata, mentre, in relazione a entrambi i due imputati, aveva rideterminato la pena inflitta dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina.
I giudice della Suprema Corte, analizzando il ricorso e i diversi motivi obiettati dalla difesa, ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata nei confronti di Sciarrillo De Rosa Leonardo limitatamente al reato di violenza privata, perché improcedibile per difetto di querela. Un annullamento maturato dal fatto che nelle more del procedimento penale è intervenuta la legge Cartabia la quale stabilisce che per quel tipo di reato occorre che la vittima denunci il carnefice. Così facendo, la Cassazione ha eliminato per Sciarrillo De Rosa la relativa pena pari a 1 mese e 10 giorni. Inammissibile nel resto il ricorso, tanto che Cesare De Rosa viene condannato al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro.
A maggio 2024, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, aveva emesso due condanne a carico dei due rampolli della nota famiglia di origine rom, legata al clan Di Silvio. Entrambi dovevano rispondere di tentata rapina aggravata (oltreché di violenza privata imputata a Sciarrillo De Rosa). Al termine della camera di consiglio, il Gup Molfese aveva condannato Cesare De Rosa alla pena più alta di 5 anni di reclusione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e una multa da 1000 euro. Pena più mite, pur essendo l’autore materiale del fatto, per Leonardo Sciarrillo De Rosa: condannato a 3 anni e 4 mesi, multa da 650 euro e interdizione a 5 anni dai pubblici uffici. Pene che, come detto, sono state riformate in Corte d’Appello.
A gennaio 2024, la Polizia di Stato aveva eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti dei due giovani De Rosa. L’emissione del provvedimento restrittivo si inseriva nell’alveo delle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Latina, con il coordinamento della D.D.A. della Procura della Repubblica di Roma, culminate a dicembre 2023 nell’esecuzione di 15 misure cautelari nei confronti, tra gli altri, di alcuni dei membri dell’associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di stupefacenti (cocaina, crack e hashish), attiva nella periferia di Latina e, in particolare, nella zona dei cosiddetti Palazzi bianchi. Tale procedimento si è risolto in abbreviato lo scorso dicembre con pesante condanne a carico della famiglia De Rosa.
Cesare e Leonardo Sciarrillo De Rosa, ritenuti appartenere al sodalizio criminale dei De Rosa, hanno però dovuto rispondere di due rapine. Il 4 aprile 2022, a bordo di una vettura, in località Borgo Piave, affiancarono un furgone condotto da un 28enne fino a farlo fermare e tentarono di rapinarlo, rinunciandovi per la presenza di telecamere in zona. Nel corso di questo “blitz”, Cesare De Rosa, intercettato nell’autovettura, avrebbe minacciato il giovane 28enne: “Ti apro come un cane, chiedi scusa, caccia i soldim porco”.
Il 14 aprile dello stesso anno, il 24enne Leonardo Sciarrillo De Rosa entrò all’interno della farmacia comunale sita a Latina in viale Kennedy con il volto travisato ed armato di pistola. A causa dell’inaspettata reazione della commessa e dell’arrivo di una cliente anziana, non riuscì ad impossessarsi del denaro contenuto nel registratore di cassa, fuggendo a bordo della predetta auto dove lo attendeva il 29enne cugino Cesare De Rosa.
Sciarrilo De Rosa entrò nella farmacia armato di una pistola, con la quale minacciò la farmacista per farsi consegnare il denaro. La farmacista, spaventata, si mise a urlare per poi nascondersi dietro un mobile. È proprio in quel frangente che arrivò in farmacia un’anziana signora, per cui l’imputato si diede alla fuga, raggiungendo De Rosa, che lo attendeva in macchina con la funzione di palo. Dalle intercettazioni emerse che Sciarrillo De Rosa era scappato perché aveva temuto che la farmacista fosse morta.