Ieri, 30 Aprile, si è tenuto l’incontro, in sede, tra i vertici di Corden Pharma e le segreterie territoriali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confail a più di tre mesi dalla conclusione del lungo iter della trattativa aziendale che, a cavallo tra l’autunno e l’inverso scorso, ha tenuto alta la tensione nello stabilimento di Sermoneta.
L’amministratore delegato Alessandro Zucconi, in ragione delle preoccupazioni che da un po’ di tempo a questa parte serpeggiavano in azienda, ha spiegato che la società che detiene la Corden Pharma è la Financière Victoire S.A. basata a Parigi che, ad ogni modo, appartiene all’holding Icig, ossia gli stessi azionisti della Corden.
Un “giro di valzer” reso necessario, a quanto dichiarato da fonti qualificati, dal concordato in corso poiché, a scopo precauzionale, è una consuetudine procedere a questi passaggi tra la holding e una società del gruppo, come in questo caso la francese Financière Victoire S.A.
Dopo tale veloce preambolo, è stato chiarito che la proposta concordataria verrà presentata entro il 13 maggio e, al netto di tutti gli “step” previsti per legge, il percorso si concluderà entro febbraio 2020, sempre in attesa del piano industriale che sarà tanto più solido quanto più si manterranno le prospettive di fatturato e i conti in ordine. Ad ogni modo la holding Icig, con sede in Lussemburgo, e che, come detto, possiede Corden Pharma, ha ufficializzato di rinunciare ai 19 milioni di crediti che vanta nei confronti dello stabilimento pontino. La cattiva notizia è che non metterà altri soldi, incentivi all’esodo inclusi, per cui, solo internamente al sito, si dovrà trovare la liquidità per incentivare le uscite. Uscite più remunerative per coloro che decideranno di lasciare l’azienda volontariamente entro il 2019, e che anno dopo anno saranno sempre meno convenienti. Ad esempio, le somme di denaro saranno trattate singolarmente tramite incontri ad personam per i lavoratori che non potranno agganciarsi a quota 100.
L’analisi fatta ieri ha stabilito che gli esuberi sono passati da 188 a 177 per via delle dimissioni di 11 lavoratori, figure altamente qualificate che sono andate via (non in esubero) e che verranno rimpiazzate da personale esterno. Un aspetto, quest’ultimo, che ha accesso un dibattito durante la riunione di ieri.
Per quanto riguarda la rotazione della CIGS (Cassa Integrazione Straordinaria), l’azienda ha precisato che l’impegno è massimo e, nonostante non sia stato possibile avere il 100% della rotazione, sono solo 16 le persone che non sono entrate nel meccanismo di alternanza.
Le persone che ruotano con la cassa integrazione ammontano a circa 120 lavoratori, ad eccezione del periodo dell’ispezione dell’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA), avvenuta nelle prime due settimane di aprile, in cui la rotazione ha riguardato circa 80 lavoratori.
Chiarimenti dell’azienda anche rispetto all’impianto di Solvent Recovery: ci sono delle valutazioni in corso per un migliore utilizzo. Nel caso vi fossero novità riguardo a quest’ultimo aspetto le parti si rivedranno, in attesa dell’incontro del 13 maggio (ossia quando verrà presentato il piano del concordato in Tribunale) dove verranno approfonditi i particolari non trattati compiutamente ieri.
Un incontro mediano tra le parti che fotografa una situazione stabilizzatasi ormai in un equilibrio “ballerino”, per una delle aziende più grandi della provincia pontina e del Lazio.