Palpeggiata e violentata dentro il cantiere edile a Latina: la testimonianza della vittima che ha denunciato un operaio
Lo scorso 3 luglio 2024, a Latina, i Carabinieri, all’esito di attività di indagine, hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, nei confronti di un 42enne, residente a Brusciano (Napoli), già sottoposto alla misura alternativa alla detenzione dell’affidamento in prova ai servizi sociali per il reato di violenza sessuale.
Il provvedimento scaturiva dall’attività di indagine condotta dal reparto all’esito della quale sarebbe emerso che il 42enne, impiegato presso un cantiere edile di Latina, dove lavorava anche la donna denunciante, a maggio dell’anno scorso l’avrebbe costretta a subire, contro la sua volontà, atti sessuali consistiti nella palpazione delle parti intime e a sedersi sulle sue gambe.
L’uomo finì ai domiciliari e oggi, 21 gennaio, dinanzi al primo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana, è stata ascoltata la donna, all’epoca dei fatti collega dell’uomo, che lo ha denunciato. Il 42enne napoletano è difeso dagli avvocati Simone Rinaldi e Carla Brignola, mentre la donna, che si è costituita parte civile, è assistita dall’avvocato Cristina Marigliano.
La donna, interrogata dapprincipio dal pubblico ministero Martina Taglione, ha ripercorso lungamente tutta la vicenda iniziata a novembre del 2022 quando è stata assunta nella ditta edile. Dopodiché, sul cantiere edilizio situato a Latina, nel quartiere R6, per la restaurazione di due condomini, sarebbero avvenuti i fatti agli atti del processo. In realtà, durante l’escussione, è emerso dell’altro.
Ad essere contestato all’uomo è il reato di violenza sessuale poiché il 42enne avrebbe palpeggiato, a maggio 2024, la collega di lavoro. La circostanza sarebbe avvenuta negli uffici del cantiere. Ad ogni modo, come ha raccontato la donna in aula, che ha testimoniato dietro un separé nero per non avere a vista l’imputato presente nel corso del processo, le violenze sessuali si sarebbero consumate in altri due episodi.
A maggio 2023 una molestia sempre sul luogo di lavoro (presso un terrazzo dove c’erano dei ponteggi), mentre un mese prima, ad aprile, la donna ha spiegato in aula di aver subito una vera e propria violenza carnale all’interno del bagno del cantiere. Un racconto che ha colto di sorpresa lo stesso pubblico ministero che ha chiesto delucidazioni su un episodio che non è contestato dall’accusa e che non era mai stato denunciato. La donna, che anche quando è stato contro-esaminata dagli avvocati lo ha ribadito, ha spiegato di non aver mai denunciato il fatto, di per sé molto più grave del palpeggiamento, poiché riteneva che non fosse perseguibile in quanto lei si era limitata solo a dire di no, senza opporre resistenza fisica.
Ad ogni modo, dopo i primi due episodi, la donna ha raccontato del periodo di sofferenza passato sul luogo di lavoro. Tante le volte in cui avrebbe cercato di sottrarsi all’attenzione dell’uomo. In particolare, è stato raccontato di un episodio in cui l’imputato l’avrebbe seguita fino in bagno e con rabbia le intimava di aprire la porta del bagno battendo contro di essa.
Rispetto all’episodio del palpeggiamento, che è contestato nel capo d’imputazione, il racconto della donna è stato crudo: “Mi fece sedere sopra di lui e mi stringeva…mi toccò al pube quando mi ero alzata per uscire dall’ufficio mobile del cantiere. Sentivo le sue parti intime, mi teneva forte dalla vita”.
Alla donna, dopo aver raccontato tutto ai suoi superiori, fu proposto il licenziamento in modo da farle ottenere il sussidio di disoccupazione o il trasferimento su un altro cantiere della ditta. Inoltre, lei stessa ha spiegato che i fatti le avevano provocato un intenso stato d’ansia: “Non dormivo più dopo quello che è successo”. Una preoccupazione tale sul luogo di lavoro, che la donna alla fine si è messa in malattia e ha iniziato un percorso psicologico presso il centro antiviolenza “Donna Lilith”.
Il processo è stato rinviato al prossimo 19 marzo.