Operazione “Status Quo”: nuovo rinvio per l’udienza che vede sul banco degli imputati Maria Grazia Di Silvio
Già condannati tutti coloro che erano giudicati col rito abbreviato presso il Tribunale di Roma, oggi, 26 aprile, era la volta di Maria Grazia Di Silvio, la madre dei fratelli Angelo, Salvatore e Valentina Travali, davanti al I collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana, a latere i colleghi Fabio Velardi e Francesca Coculo.
Come detto, a marzo scorso, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Angela Gerardi, ha condannato tutti e cinque gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato. L’operazione da cui scaturiscono i procedimenti è quella denominata “Status Quo”, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ed eseguita ad aprile dell’anno scorso aprile 2022 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina.
I reati contestati, a vario titolo, sono in materia di stupefacenti, di lesioni personali e di estorsione tentata aggravata dal metodo mafioso. L’inchiesta aveva dimostrato come il gruppo dei Travali, nonostante arresti, indagini e processi, avesse continuato a fare affari con la droga. Base di spaccio principale: i cosiddetti Palazzoni in Viale Nervi.
Tra le condanne emesse a marzo dal Gup capitolino, quelle nei confronti dei figli di Maria Grazia Di Silvio detta “Graziella”: Angelo e Valentina Travali. In particolare, nei confronti di Angelo Travali e di Mohamed Jandoubi (imputato ed ex compagno di Valentina Travali) sono scattate condanne con l’aggravante mafiosa per la gambizzazione del tabaccaio di Latina, Marco Urbani, avvenuta ad agosto del 2014: Travali come mandante, Jandoubi come esecutore.
Per quanto riguarda l’operazione “Status Quo”, rimangono da giudicare, in due differenti processi, le posizioni di Maurizio De Bellis (il processo ha già visto la rilevante testimonianza di un Carabiniere che ha svolto le indagini), recentemente interessato da una nuova misura di sorveglianza speciale, e, per l’appunto, quella di di “Graziella” Di Silvio, giudicata col rito abbreviato condizionato.
L’udienza odierna che vedeva alla sbarra Maria Grazia Di Silvio, video-collegata dal carcere e la cui misura cautelare scadrà il prossimo 18 luglio, aveva in programma di ascoltare come testimone il gestore della pompa di benzina in Via Epitaffio. L’uomo, già vittima delle angherie dei Travali rientranti nel processo “Reset” (procedimento in cui è parte offesa e testimone), secondo l’accusa rappresentata dal Pm della DDA/Procura di Roma, Luigia Spinelli, sarebbe stato estorto da “Graziella”. La Di Silvio, difesa dall’avvocato Giancarlo Vitelli, è accusata di aver estorto il benzinaio, dopo averlo accusato di aver parlato con gli inquirenti in merito a una serie di precedenti estorsioni messe in atto, negli anni, contro di lui da Travali e affiliati. Episodi che invece non furono denunciati dal benzinaio e che sono contestati nel processo “Reset”: in sostanza i membri del clan si rifornivano di benzina senza pagare.
Atteso come testimone, il benzinaio non si è presentato e per questo gli è stata comminata dal collegio del Tribunale un’ammenda pecunaria e l’accompagnamento coattivo pre la prossima udienza del 24 maggio.
Parti civili nel processo, così come nel procedimento che ha visto condannati gli imputati col rito abbreviato, sia il Comune di Latina che l’associazione antimafia “Antonino Caponnetto”. Il reato di estorsione in capo a Maria Grazia Di Silvio prevede anche l’aggravante mafiosa.
Leggi anche:
LO “STATUS QUO” DI GRAZIELLA DI SILVIO E ANGELO TRAVALI: ESTORCERE E GAMBIZZARE GLI “INFAMI”