Nel giro di due giorni il Comune di Terracina ha emesso due ordinanze per la spiaggia libera modificando gli obblighi di distanziamento. Dapprima, il 29 maggio, l’Ente chiedeva al bagnante di disporre “l’ombrellone in modo da creare una piazzola di m. 3,25×3,25», ossia una piazzola di 12.25 metri quadrati per garantire il cosiddetto distanziamento sociale. Poi, praticamente a rettifica della prima ordinanza, il Sindaco Roberta Tintari ne ha firmata un’altra, dopo due giorni (31 maggio), chiarendo che “si dovrà disporre l’ombrellone in modo da creare una piazzola di mq. 10”
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Su questa oggettiva confusione, è intervenuta Europa Verde con una nota in cui il gruppo ambientalista parla a chiare lettere di diritti negati per quanto riguarda le spiagge libere al netto dell’emergenza Covid-19. Una denuncia che lo scorso agosto fu ben dettagliata anche da Terracina 5 Stelle.
È chiaro, d’altronde, che tra tutte queste ordinanze, come prospettato anche da Latina Tu, l’estate sui nostri lidi rischia di diventare seriamente un’estate per ricchi, o quantomeno per coloro che potranno permettersi uno stabilimento più sicuro in termini di possibili multe e infrazioni di regole, le quali, in questo caos normativo, sono dietro l’angolo.
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LA NOTA DI EUROPA VERDE – È fuori di dubbio che le spiagge libere del nostro litorale di Terracina (ma non solo), presentano una serie di problemi che vanno opportunamente analizzati, affrontati e risolti. Alcuni storici, come il tema della cementificazione e privatizzazione del litorale e dell’accessibilità alle spiagge, ed altri più recenti, nati proprio a seguito dell’attuazione della legge regionale n. 8 del 2015 e l’introduzione delle spiagge libere con servizi, che ha purtroppo snaturato il concetto originario di spiaggia libera per avvicinarlo sempre di più a quello di stabilimento balneare riducendo nella vera sostanza la quota di arenile effettivamente riservata alla libera fruizione.
Il Regolamento Regionale n.19/2016 attuativo della legge stabilisce in tal senso alcuni punti chiari, che è necessario ribadire per chiarezza espositiva:
Per pubblica fruizione, si intende la tipologia di utilizzo del demanio marittimo relativa alle spiagge libere e alle spiagge libere con servizi;
I comuni riservano alla pubblica fruizione una quota pari ad almeno il 50 per cento dei metri lineari dell’arenile di propria competenza per il cui calcolo si fa riferimento alla linea di costa bassa. In caso di superamento di tale percentuale, i Comuni non potranno più rilasciare nuove concessioni e saranno tenuti a tornare al di sotto del 50% alla scadenza delle concessioni in essere.
Fermo restando il rispetto della quota del 50%, i comuni nella pianificazione sono tenuti a garantire lungo l’arenile di propria competenza un’equilibrata presenza di spiagge libere e di spiagge libere con servizi. A tal fine individuano ambiti omogenei nei quali devono essere previste quote di spiagge libere e spiagge libere con servizi pari almeno al 20% in ciascun ambito omogeneo;
Nelle spiagge libere, i Comuni possono stipulare anche convenzioni per assicurare i servizi di assistenza, pulizia e salvataggio, nonché i servizi igienici;
Nelle spiagge libere con servizi i Comuni assicurano il servizio di assistenza, di pulizia, di salvataggio e i servizi igienici attraverso convenzioni, anche a titolo oneroso. All’interno di tali spiagge tutte le aree stabilmente occupate da strutture e impianti sono assoggettate a regolare titolo concessorio e la relativa superficie non può essere superiore al 10% della superficie di arenile affidata in convenzione;
Le servitù di passaggio per gli accessi alla spiaggia libera ed alla battigia, anche relativi dunque all’attraversamento di stabilimenti in concessione, sono regolamentati dal Codice Civile e dal Codice della Navigazione. Sebbene questi vengano a volte negati, costituiscono un diritto per chiunque.
Rispetto a questi specifici punti, non possiamo non rilevare criticità molto rilevanti che riguardano la possibilità di fruire liberamente delle spiagge da parte dei cittadini di Terracina:
Innanzitutto occorre stabilire con certezza se il nostro Comune rispetta o meno il 50% di spiagge destinate alla libera fruizione. Dalla tabella allegata alla recente delibera regionale che assegna sei milioni di euro per aiutare i Comuni del Litorale a gestire spiagge libere e lungomare in tutta sicurezza durante la prossima stagione balneare (la quota riservata al nostro comune è di 230.503 euro), risulta un arenile di spiaggia libera di 5.567 metri a fronte di una lunghezza totale della linea di costa sabbiosa di 11.777 metri (dato più recente dell’ Istituto Idrografico Marina Militare), quindi sembrerebbe esserci già un deficit di 321 metri lineari di spiaggia libera.
Il proliferare di nuovi spazi di arenile dati in concessione, gli ampliamenti assegnati alle concessioni già in essere e l’impulso dato alle spiagge libere con servizi, ha di fatto ridotto al minimo la presenza delle spiagge libere vere e proprie, spesso poste davanti a residence e campeggi e quindi inaccessibili al pubblico e oramai quasi del tutto inesistenti perlomeno nel tratto di litorale urbano di Terracina sia di Levante ( “La Spiaggetta”) che di Ponente (“Viale Circe”) in barba alla equilibrata presenza e agli ambiti omogenei che ne dovrebbero garantire almeno il 20% in ciascun ambito. Per fare chiarezza, su tutta la faccenda, occorrerebbe ricostruire quante sono le concessioni e le convenzioni rilasciate dal comune di Terracina e i metri lineari di linea di costa realmente assegnati in concessione, quelli in convenzione e quelli realmente liberi, in modo da avere contezza delle spiagge libere effettivamente rimaste, affinchè siano, analogamente alle spiagge in concessione, chiaramente individuabili dalla cittadinanza e dai turisti.
La fruizione delle spiagge libere per le quali il Comune non riesce a garantire i servizi minimi è spesso dissuasa, ai sensi del Regolamento, con l’installazione di cartelli indicanti la balneazione non sicura per mancanza del servizio di salvamento, se non addirittura con un’ordinanza di esplicito divieto di balneazione, come recentemente avvenuto nel Comune di San Felice Circeo, ma è evidente che oggi, con la delibera regionale che assegna fondi e risorse (ricordiamo 230.503 euro per Terracina), l’Amministrazione non può più sottrarsi alla predisposizione dei servizi minimi sulle spiagge libere.
Il Regolamento regionale, stabilisce in modo chiaro e inequivocabile che nelle spiagge libere con servizi e nelle spiagge libere (affidate in convenzione) è vietato il preposizionamento di attrezzature balneari e l’organizzazione di servizi alla balneazione non può in nessun caso precludere la libera fruizione degli arenili. L’accertata violazione di questa disposizione, reiterata per tre volte, configura la fattispecie di inadempienza e la decadenza dalla concessione/convenzione. Questo comma dice, in buona sostanza, che tutte le spiagge libere (con servizi o meno) sono destinate alla libera fruizione, e ciò vuol dire che chiunque può posizionare il proprio ombrellone o affittarne uno a prezzo calmierato.
Il problema annoso dell’accessibilità alle spiagge libere laddove gli accessi sono stati chiusi o ostacolati impropriamente, come nel tratto di lungomare da Terracina a San Felice Circeo e da Torre Canneto al Porto di Terracina con una serie infinita di residence e campeggi che di fatto privano il libero accesso al mare per un tratto considerevole di costa. In realtà dovrebbe essere previsto un cancello pedonale sempre aperto che permetta l’accesso in spiaggia anche a tutti coloro che non vivono nel residence, ma non è sempre così. Questa circostanza è stata spesso fonte di diatribe legali, ma resta di fatto l’oggettiva assurdità di disporre di km e km di demanio pubblico a cui è negato, o anche solo ostacolato, il libero accesso, trasformandolo di fatto in un’interminabile spiaggia privata.
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Inoltre ravvediamo anche la necessita’ di rivedere i canoni di concessione che vanno parametrati non solo alla superficie concessa, misurata secondo equi criteri standard, ma anche alla redditività delle strutture, cosi’ come è necessario riconsiderare, con opportune ordinanze e regolamenti, l’utilizzo di ruspe e mezzi pesanti sulle spiagge, spiagge che spesso assomigliano a terreni da semina senza considerare che le spiagge sono un delicatissimo e preziosissimo ecosistema marino-costiero che va rispettato, tutelato e tenuto pulito tutto l’anno, per non parlare poi della pratica assolutamente non ecologica dei fuochi di artificio a mare e sulle spiagge di Terracina.
Infine vogliamo portare all’attenzione della cittadinanza – che di fatto è il vero proprietario del DEMANIO PUBBLICO- che lo strumento di pianificazione denominato PUA – Piano di Utilizzazione dell’Arenile è uno strumento importante per garantire non solo il rispetto delle quote e degli ambiti omogenei, ma anche per la programmazione e regolamentazione del bene demaniale per fini turistici in un regime di compatibilità con gli obiettivi di tutela e salvaguardia dell’ambiente costiero. L’ Amministrazione comunale di Terracina ha adottato il proprio Piano di Utilizzazione dell’Arenile nel 2003. Successivamente, nel 2012, il Comune ha adottato la proposta di adeguamento e revisione del proprio P.U.A., che è stato successivamente trasmesso alla Struttura regionale competente in materia di Valutazione Ambientale Strategica. Nel 2015, però, la Regione procedeva all’archiviazione del procedimento di Verifica di Assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica, in quanto il mancato svolgimento da parte del Comune di Terracina delle attività richiamate nella nota prot. n. 130957 del 4 aprile 2013, più volte sollecitate dalla Regione, non consentiva alla stessa l’espletamento delle attività tecnico istruttorie propedeutiche alla conclusione del procedimento. Ecco, anche a seguito della recente adozione con Deliberazione 176 del 09/04/2019 del PUAR della Regione Lazio, sarebbe opportuno che finalmente l’Amministrazione del Comune di Terracina procedesse all’adeguamento del suo PUA oramai vecchio di 20 anni comprensivo della necessaria Valutazione Ambientale Strategica.
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“Alla luce di quanto riportato – dichiara Gabriele Subiaco co-portavoce di Europa Verde Terracina – chiediamo, innanzitutto, che venga escluso, in conseguenza dell’emergenza covid19, ogni ampliamento dei tratti di arenile ad oggi in concessione demaniale senza alcuna deroga e auspichiamo che le risorse pubbliche recentemente stanziate (6 milioni di euro) con una delibera di Giunta dalla Regione Lazio per i Comuni costieri del Lazio ed in particolare quelle assegnate al Comune di Terracina (230.503 euro) per consentire ai Comuni del litorale di sostenere gli oneri per organizzare il flusso sui lungomare e la fruizione delle spiagge libere, siano spese nel migliore dei modi per assicurare un servizio pubblico essenziale, efficace e dignitoso rendicontando le stesse ai cittadini. Siamo certi che il nostro Comune impiegherà bene questi soldi per consentire la fruizione da parte dei cittadini di tutte le spiagge libere della città cominciando a superare i tanti problemi relativi alle spiagge di Terracina riservate alla libera fruizione. Problemi che si sono acuiti in questi anni anche alla luce di un indirizzo di gestione sempre più “privatistica” di un Bene come le spiagge che sono e rimangono un Bene Comune di cui i cittadini hanno tutto il diritto di godere liberamente. Ecco, ribadendo il nostro sostegno ai tanti operatori balneari che rispettano le regole e l’ambiente, noi ci batteremo per quanto riguarda la stesura del nuovo Piano di Utilizzazione degli arenili (PUA) affinché siano considerate nella Valutazione Ambientale Strategica tutti gli aspetti ecologici rilevanti e ci impegneremo per una nuova legge che regolamenti tutta la materia, che tuteli le spiagge libere, stabilendo che esse restino libere e non affidate, dai Comuni, in convenzione/concessione ai privati con la scusa dei servizi minimi da garantire, e che i Comuni si facciano carico di assicurare loro i servizi minimi. Una legge che, pur non arrivando a garantire, a colpi di ruspa, l’80% di spiagge libere come il “décret plage” francese, chiarisca bene responsabilità di controllo e sanzionamento efficace, che assicuri trasparenza sulle assegnazioni, che renda tutte le convenzioni/concessioni e i piani di utilizzo del demanio disponibili su un portale nazionale delle coste che dovrà essere istituito da parte del Ministero dell’ambiente. Una prospettiva di trasparenza che vada a premiare le imprese serie offrendo garanzie a chi investe nella qualità dei servizi, nel rispetto dei diritti dei lavoratori e dei consumatori, nella tutela ambientale con premialità ed impegni precisi di adeguamento alla sostenibilità (certificazioni ambientali, plastic free, energia pulita, risparmio idrico, cibo sano, pulizia dell’arenile tutto l’anno, etc)“. Dichiara Gabriele Subiaco co-portavoce di Europa Verde Terracina.