LA DENUNCIA. A TERRACINA NESSUNA SPIAGGIA LIBERA CON SERVIZI E CONCESSIONI SENZA CONTROLLI

lungomare terracina
Lungomare Terracina

È un durissimo atto di denuncia pubblica quello lanciato dal meetup Terracina 5 stelle in riferimento alla stagione balneare terracinese dove, a detta degli attivisti che riportano i dati che lo stesso Comune ha trasmesso alla Regione Lazio, sul litorale non c’è nemmeno una spiaggia libera con i servizi e le concessioni ai privati avrebbero cannibalizzato le spiagge. 

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Foto dal blog Terracina5stelle.it

Già ai primi di giugno, il gruppo dei cittadini di Terracina 5 Stelle aveva denunciato l’assenza di regole e la militarizzazione turistica dei privati: “Cancelli, sbarramenti, paletti, recinzioni – così scrivevano gli attivisti – sono stati posti in essere troppo spesso arbitrariamente, subdolamente e, ancora peggio, tacitamente pseudo-legalizzati, per impedire l’accesso al mare, senza contare le alte muraglie cinesi che impediscono la visuale” a dispetto del regolamento regionale, in particolare nell’ambito della salvaguardia della libera visuale del mare.

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Foto dal blog Terracina5stelle.it

Il nostro intento era ed è quello di porre al centro del dibattito e dell’azione amministrativa comunale il tema della restituzione ai cittadini del godimento delle spiagge e del mare, contro le logiche dello sfruttamento, del saccheggio del demanio e della discutibile legittimità delle concessioniribadiscono oggi, 6 agosto, nella nota pubblicata sul blog Terracina5stelle –In questi ultimi anni il numero delle concessioni balneari è cresciuto in misura esponenziale e il rischio è che, in assenza di controlli, come avvenuto sino ad oggi, si continui in una corsa ad occupare ogni metro di spiaggia con stabilimenti, tanto da rendere la nostra costa privatizzata. In ballo ci sono  interessi economici, un bacino di voti non indifferente,.grandi profitti su beni comuni di appartenenza collettiva, attività orientate esclusivamente a finalità di lucro e a realizzare quanto più profitto possibile, per contro, un livello di servizi a dir poco scarso. Come dire: un vero e proprio saccheggio di beni comuni“.

Richiamandosi al regolamento regionale sulla “Disciplina delle diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistico ricreative”, gli attivisti di Terracina spiegano nel merito che il “50% di spiagge” deve essere lasciato libero, ma “nel caso tale percentuale fosse superata i Comuni non possono rilasciare nuove concessioni e sono tenuti nell’ambito del PUA, a stabilire come raggiungere la suddetta quota“.

I Comuni sono, inoltre, tenuti ad assicurare un’equilibrata presenza di spiagge libere con servizi sull’intero arenile di propria competenza, individuano ambiti omogenei nei quali la quota di lidi liberi con servizi deve essere almeno pari al 20% in ciascun ambito, ma le spiagge libere sono spesso poco agevoli e se sono in prossimità degli stabilimenti balneari sembrano essere dei corridoi di sabbia ricavati tra le recinzioni limitrofe“.

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Foto dal blog Terracina5stelle.it

“Sul nostro litorale la distribuzione equa non solo è una lontana chimera ma alcune di queste cosiddette spiagge libere sono posizionate in zona non balneabile – concludono – Lì abbiamo di tutto: melma per i fanghi, sapone per lavarti, olio d’auto per spalmarsi e, se sei fortunato, un bel pesce già pelato non lo si nega a nessuno. Secondo i dati emersi dalla relazione trasmessa dal  Comune di Terracina alla Regione, risultano n. 103 concessioni balneari di cui 61 stabilimenti; 0 spiagge libere con servizi; 20 punti di ormeggio; 11 esercizi di ristorazione; 5 strutture ricettive; 6 attività ricreative sportive…per realizzare tutto questo si è totalmente azzerato quello che era il vero gioiello di Terracina, cioè la splendida visuale del Lungomare. Certi stabilimenti presentano la tipologia dei baraccamenti da periferia metropolitana, bandone, una accozzaglia di cabine di plastica una diversa dall’altra e sul singolo stabilimento si potrebbe pure intervenire ma il buon gusto è difficile da insegnare; certo il comune potrebbe aiutare indicando tipologie e fissando criteri che facciano abbandonare molti degli scempi che ovunque si vedono…è la smisurata concentrazione di strutture sulla spiaggia, accompagnate poi da rumori esasperanti, quasi senza ritegno, fino a notte inoltrata, incuranti della salute pubblica perché in estate tutto è concesso e permesso e le persone se ne devono fare una ragione visto che non esiste più alcun diritto, non quello al riposo, non quello alla malattia, non quello alla salute“.

I militanti chiedono, infine, che l’amministrazione “rispetti le regole fissate affinché Il valore di questi beni, che non sono di consumo ma che come tali vengono trattati stimoli nuove forme di educazione e di coinvolgimento nelle azioni di gestione e di tutela“, annunciando di aver istituito un tavolo aperto a tutti i cittadini interessati al tema del litorale di Terracina e della sua depredazione.

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