Arrestato il 37enne rumeno Andrei Tiberiu Nedelcu, accusato di aver sparato alla ragazza di 20 anni lo scorso 28 aprile a Sezze. Deve rispondere di lesioni personali aggravate, detenzione munizioni e arma comune da sparo
Era scappato in Romania, il 37enne Andrei Tiberiu Nedelcu, ma i Carabinieri della Compagnia di Latina, agli ordini del Capitano Paolo Perrone, non hanno mai abbassato la guardia e nella giornata di ieri, 20 maggio, gli organi di polizia rumena lo hanno arrestato, in esecuzione di un mandato di arresto europeo per resistenza a Pubblico Ufficiale e per diversi furti aggravati commessi sui territori dei Monti Lepini.
Il cittadino di origini romene di 37 anni, ora, risulta indagato perché, come noto, lo scorso 28 aprile, a Sezze, ha sparato con un’arma da fuoco nei pressi il Central Cafè di Sezze, colpendo la 20enne Martina Giraldi e ferendola a un piede.
Immediatamente dopo l’evento, i Carabinieri della Compagnia di Latina hanno attivato un’intensa attività info – investigativa finalizzata alia ricostruzione dei fatti e all’individuazione dell’autore dei reati.
Le indagini serrate, condotte dalla Procura della Repubblica di Latina, finalizzate alla ricerca del soggetto, hanno consentito ai militari dell’Anna dei Carabinieri operanti, di appurare che l’indagato, immediatamente dopo l’evento, si è rifugiato in Romania per sfuggire alla cattura.
È stata immediatamente attivata la cooperazione internazionale coni collaterali organismi romeni. l Carabinieri, dopo aver localizzato esattamente il luogo dove si nascondeva il 37enne, in Romania, hanno informato la polizia romena che ha proceduto a trarlo in arresto.
Fu un sabato sera dettato dai “ritmi” di alcol e consumo di sostanze stupefacenti quello di fine aprile quando accadde il fatto grave che ha portato all’arresto di Nedelcu. La zona è sempre la stessa, quella del Ferro di Cavallo, a Sezze, che è diventata teatro, nuovamente, di una rissa violenta. E a fare da cornice fu un luogo di svago già finito all’attenzione del Comune e della cronaca: il Central Café. Un locale che, l’anno scorso, era stato oggetto di una ordinanza del Sindaco Lidano Lucidi, poi revocata una settimana dopo, che ne intimava di evitare assembramenti all’interno e nella pertinenza del locale limitando la presenza delle persone al tempo strettamente necessario alla consumazione di alimenti e bevande.
Ad ogni modo, dopo la rissa scoppiata tra due gruppi di giovani stranieri di nazionalità albanese e rumena (tra i 20 e i 40 anni) e, al culmine della stessa, come un atto di ritorsione, partì un colpo d’arma da fuoco che ha attinto, dopo aver preso un muretto, per rimbalzo, la giovane ragazza di 20 anni, originaria di Roma, in visita dal ragazzo nel centro lepino, che non aveva nulla a che fare con il gruppo e che si trovava seduta al tavolo del locale. In realtà il colpo è stato sparato dopo l’episodio della rissa, proprio davanti al bar Central Café: Nedelcu, uno dei partecipanti alla stessa rissa, è tornato nei pressi del locale con una pistola in mano e, dopo averla puntata contro un altro giovane, è partito un colpo per sbaglio che ha raggiunto la ragazza, ferendola al piede.
Avvertito il 118, la ragazza è stata immediatamente soccorsa e trasferita d’urgenza all’ospedale di Latina “Santa Maria Goretti”. Nel nosocomio del capoluogo, la giovane è stata operata dal personale sanitario che ha estratto il proiettile e fortunatamente se l’è cavata con una prognosi di 30 giorni.
Nei giorni seguenti agli spari, fu anche arrestato il fratello di Nedelcu, poiché trovato in possesso di droga. Dopo il rito direttissimo, l’uomo di 44 anni è stato rimesso in libertà.
Ora, dopo l’arresto del 37enne in Romania, verranno attivate tutte le procedure per riportarlo in Italia e consegnarlo agli organi inquirenti. Peraltro, Andrei Tiberiu Nedelcu è un nome noto a cronache giudiziarie e forze dell’ordine, in quanto ha fatto parte della gang rumena che anni fa fu arrestata per aver messo in pratica una serie di rapine in giro per l’agro pontino e in particolare a Latina. Per tali rapine, l’uomo ha ricevuto una doppia condanna in primo grado: una nell’ordine di 5 anni e 6 mesi, l’altra a 6 anni e 8 mesi.