C’era anche una donna di Terracina sulla Costa Smeralda, la nave ormeggiata al porto di Civitavecchia e bloccata a causa di un presunto caso di coronavirus
“Una giornata da reclusi faticosa per lo stress di non sapere. Duro da sopportare tutto il giorno“. Così ha commentato alle agenzie Clara Minari, la donna di Terracina che si trovava sulla Costa Smeralda insieme alla figlia.
Come noto, i 1143 passeggeri che sarebbero dovuti scendere ieri mattina sono stati fatti sbarcare solo nella giornata odierna a Civitavecchia, esclusi una quindicina di persone che era andata via già ieri in tarda serata.
“Ci sono stati tanti step faticosi – ha raccontato Clara – prima ci dicevano solo del ritardo nello sbarcare poi quando è arrivata la notizia del sospetto del Coronavirus abbiamo avuto paura anche perché ci hanno dato poche informazioni“.
“Il comandante – ha proseguito la donna – ha fatto appena 2, 3 comunicazioni. Per questo c’è stato qualche momento di nervosismo. Certo c’è stata un’ottima assistenza sulla nave“.
“A bordo della Costa Smeralda c’erano tantissimi orientali, mi sono stupita – ha concluso – non perché non debbano viaggiare, non vorrei essere fraintesa, ma mi sono stupita“. Dopo aver saputo che il caso sospetto per cui sono stati tenuti sulla nave per un giorno intero non era ascrivibile al coronavirus, a bordo – ha raccontato Clara Minari – “c’è stato un lungo applauso“. Di liberazione.