SEQUESTRA L’IMPRENDITORE E LO PICCHIA: “DIETRO DI ME LA SCISSIONE DI NAPOLI”. 37ENNE A PROCESSO PER ESTORSIONE MAFIOSA

Rapisce imprenditore rivale e lo sequestra: è iniziato il processo a Latina a carico di uomo di 37 anni arrestato dalla Polizia

L’arresto del 37enne Tommaso Anzaloni è passato sotto traccia in provincia. Eppure, ad agosto scorso, le squadre mobili di Roma e Latina, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno portato a termine il fermo dell’uomo, nato a Napoli ma residente nella Capitale, in una vicenda dai contorni inquietanti.

L’allarme alla Polizia lo diede una donna tra le lacrime avvertendo che un collaboratore della loro azienda era stato stato sequestrato. La vittima del sequestro di persona è stata rilasciata dopo essere rimasta cinque ore in balia di Anazalone, secondo la ricostruzione degli inquirenti. Non solo il sequestro ma anche le botte che hanno ridotto l’uomo in condizioni non proprio buone. Il viso completamente tumefatto, la cui foto fu inviata da Anzalone ai responsabili dell’azienda in cui lavorava per chiedere soldi in cambio per il riscatto.

E dalle indagini è emerso che il sequestratore del manager lo aveva precedentemente minacciato di morte, con una serie di messaggi sul telefono: “Te devo spanza’ sei finito. Dietro de me c’è tutta la scissione di Napoli, ricorda che dietro di me ce ne stanno duemila”

Il movente del pestaggio e del sequestro, secondo gli atti d’indagine, andrebbe ricercato in alcuni lavori di ristrutturazione di un villino, per cui era previsto il bonus 110, che erano stati affidati ad Anzaloni, titolare di una ditta di ristrutturazioni edili e che a suo dire non era stato pagato. I fatti sono avvenuti tra Roma, Aprilia, Latina e Nettuno.

L’imprenditore arrestato, video collegato dal carcere, è comparso oggi, 20 gennaio, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina, presieduta dal giudice Gian Luca Soana. Deve rispondere di sequestro di persona e estorsione aggravata dal metodo mafioso, secondo l’accusa rappresentata in aula dal Pm della DDA di Roma, Corrado Fasanelli.

Il processo è stato rinviato perché mancava alla parte offesa, ossia il manager rapito, la notifica del rinvio a giudizio immediato di Anzaloni.

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