“SCARFACE”, FISSATO UN FITTO CALENDARIO PER IL PROCESSO AL CLAN DI “ROMOLO” DI SILVIO

"Prosciutto", "Patatino", il padre "Romolo" (tutti e tre Di Silvio) e il genero di quest'ultimo Fabio Di Stefano

Processo Scarface, è iniziato in Corte d’Appello a Roma il processo nei confronti degli affiliati al clan Di Silvio condannati col rito abbreviato

È iniziato il processo di secondo grado in Corte d’Appello a Roma che vede sul banco degli imputati gli affiliati al clan Di Silvio, del ramo capeggiato dal boss Giuseppe “Romolo” Di Silvio, a sua volta condannato in primo grado, sempre col rito abbreviato, ma giudicato separatamente: 20 anni di reclusione per il capo famiglia del Gionchetto.

Oggi, per vari difetti di notifica, l’udienza è stata rinviata e i giudici della Corte d’Appello hanno preparato un fitto calendario che dovrà portare a giudicare, definitivamente nel merito, i 19 imputati, tra coloro i quali ci sono i figli di “Romolo”, i fratelli e altri esponenti della malavita organizzata pontina. Le prossime udienze sono state fissate per il 13, 17 e 27 novembre. Se queste date non dovessero essere sufficienti per le richieste del Procuratore di Corte d’Appello e arringhe difensive, saranno fissate altre date. Ad ogni modo la data da segnare sul calendario per la sentenza è quella del 19 gennaio quando dovrebbe arrivare la sentenza.

Lo scorso 25 gennaio, era arrivata la sentenza per coloro che sono coinvolti nel processo denominato “Scarface” e che avevano optato per il rito abbreviato. La pronuncia è stata emessa dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Angelo Giannetti, dopo che, a settembre 2022, il Pm della Procura/Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli, aveva chiesto le condanne (oltre 150 anni) per i più importanti affiliati del clan capeggiato da Giuseppe “Romolo” Di Silvio.

Come noto, l’operazione anticrimine risalente all’ottobre 2021, coordinata dal Procuratore aggiunto della DDA romana Ilaria Calò e portata a compimento dalla Squadra Mobile di Latina, fece eseguire 33 misure cautelari, nei confronti di soggetti, a vario titolo gravemente indiziati di aver commesso reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa.

Diverse le parti offese che si sono costituite parti civili tra cui il Comune di Latina, l’Associazione antimafia Antonino Caponnetto e l’ex affiliato al clan Di Silvo e ora collaboratore di giustizia Emilio Pietrobono.

Di seguito le condanne di primo grado: Carmine Di Silvio20 anni di reclusioneCostantino Di Silvio (detto Costanzo), 14 anni e 8 mesi oltre a 14.000 euro di multa; Costantino Di Silvio, detto “Cazzariello”, 7 anni e 4 mesiAntonio Di Silvio detto “Patatino” (figlio del “capo”, Romolo Di Silvio) 19 anni; il fratello di quest’ultimo, Ferdinando Di Silvio detto “Prosciutto”, 19 anni, 9 mesi e 10 giorni

E ancora: Fabio Di Stefano 19 anni, 1 mese e 10 giorniDaniel Alessandrini 3 anni e 8 mesiMirko Altobelli 2 anni e 8 mesiMichele Petillo 4 anni, 5 mesi e 10 giorniAlessandro Di Stefano 6 anni e 8 mesiManuel Agresti 6 anniMarco Ciarelli 4 anni e 8 mesiSimone Di Marcantonio 4 anniSalvatore Di Stefano e Franco Di Stefano 3 anni e 8 mesiSimone Ortenzi 6 anni e 8 mesiAlessandro Zof 6 anniAnna Di Silvio 6 anni e Riccardo Mingozzi 4 anni.

All’associazione Caponnetto è stata riconosciuta una provvisionale da 20mila euro così come al Comune di Latina il cui risarcimento è stato stabilito nella cifra di 25mila euro. Una provvisionale di 25mila euro è stata riconosciuta anche all’Assovittime, mentre di 10mila euro sarà destinatario Emilio Pietrobono, ex affiliato al clan Di Silvio, oggi collaboratore di giustizia e vittima di un recupero credito commissionato da uno degli imputati, Di Marcantonio, ad altri due co-imputati, Marco Ciarelli e Manuel Agresti.

Condanne, seppur in primo grado, che fanno storia: il sodalizio dei Di Silvio capeggiato da “Romolo”, al pari del gruppo gemello guidato da Armando “Lallà” Di Silvio, viene considerato un clan mafioso.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Alessandro Farau, Alessia Vita, Sandro Marcheselli, Oreste Palmieri, Alessandro Paletta, Giancarlo Vitelli, Maurizio Forte, Luca Melegari e Antonino Castorina.

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