SCARFACE, CLAN DI SILVIO: IL SOSTITUTO PG PROPONE AGLI IMPUTATI IL CONCORDATO

"Prosciutto", "Patatino", il padre "Romolo" (tutti e tre Di Silvio) e il genero di quest'ultimo Fabio Di Stefano

Processo Scarface, in Corte d’Appello a Roma potrebbe concludersi presto il processo nei confronti degli affiliati al clan Di Silvio condannati col rito abbreviato

A ottobre scorso, è iniziato il processo di secondo grado in Corte d’Appello a Roma che vede sul banco degli imputati gli affiliati al clan Di Silvio, del ramo capeggiato dal boss Giuseppe “Romolo” Di Silvio, a sua volta condannato in primo grado, sempre col rito abbreviato, ma giudicato separatamente: 20 anni di reclusione per il capo famiglia del Gionchetto.

La scorso 9 ottobre, per vari difetti di notifica, l’udienza è stata rinviata e i giudici della Corte d’Appello avevano preparato un fitto calendario che dovrebbe portare a giudicare, definitivamente nel merito, i 19 imputati, tra coloro i quali ci sono i figli di “Romolo”, i fratelli e altri esponenti della malavita organizzata pontina. Le prossime udienze erano state fissate per il 13, 17 e 27 novembre. Se queste date non non dovessero essere sufficienti per le richieste del Procuratore di Corte d’Appello e le arringhe difensive, ci sarebbero altre date da fissarsi. Ad ogni modo, era stato deciso che l’ultima udienza sarebbe stata il 19 gennaio quando la Corte d’Appello avrebbe emesso la sentenza.

Il condizionale, però, è d’obbligo perché oggi, 13 novembre, a sorpresa, il sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Roma Marco Ardigò, che rappresenta l’accusa, ha proposto agli avvocati difensori e ai loro assistiti il concordato, ossia l’istituto previsto dal codice di procedura penale che consente alle parti di concordare sull’accoglimento dei motivi di appello, in tutto o in parte, con rinuncia agli altri eventuali motivi.

Una scelta, quella del concordato, chiesta direttamente dall’accusa, che prevederebbero una economia del processo più rapida, tanto è che è già stata fissata l’udienza in cui gli avvocati chiariranno se i rispettivi clienti accetteranno o meno tale opzione: la data è quella del 6 dicembre prossimo. In caso contrario, per coloro che rifiuteranno, il processo di secondo grado si svolgerà ordinariamente. Il concordato prevede sconti di pena per gli imputati.

IL PROCESSO DI PRIMO GRADO – Lo scorso 25 gennaio, era arrivata la sentenza per coloro che sono coinvolti nel processo denominato “Scarface” e che avevano optato per il rito abbreviato. La pronuncia è stata emessa dal Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Angelo Giannetti, dopo che, a settembre 2022, il Pm della Procura/Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli, aveva chiesto le condanne (oltre 150 anni) per i più importanti affiliati del clan capeggiato da Giuseppe “Romolo” Di Silvio.

Come noto, l’operazione anticrimine risalente all’ottobre 2021, coordinata dal Procuratore aggiunto della DDA romana Ilaria Calò e portata a compimento dalla Squadra Mobile di Latina, fece eseguire 33 misure cautelari, nei confronti di soggetti, a vario titolo gravemente indiziati di aver commesso reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona, spaccio di droga, furto, detenzione e porto abusivo di armi, reati aggravati dal metodo mafioso e da finalità di agevolazione mafiosa.

Diverse le parti offese che si sono costituite parti civili tra cui il Comune di Latina, l’Associazione antimafia Antonino Caponnetto e l’ex affiliato al clan Di Silvo e ora collaboratore di giustizia Emilio Pietrobono.

Di seguito le condanne di primo grado: Carmine Di Silvio20 anni di reclusioneCostantino Di Silvio (detto Costanzo), 14 anni e 8 mesi oltre a 14.000 euro di multa; Costantino Di Silvio, detto “Cazzariello”, 7 anni e 4 mesiAntonio Di Silvio detto “Patatino” (figlio del “capo”, Romolo Di Silvio) 19 anni; il fratello di quest’ultimo, Ferdinando Di Silvio detto “Prosciutto”, 19 anni, 9 mesi e 10 giorni

E ancora: Fabio Di Stefano 19 anni, 1 mese e 10 giorniDaniel Alessandrini 3 anni e 8 mesiMirko Altobelli 2 anni e 8 mesiMichele Petillo 4 anni, 5 mesi e 10 giorniAlessandro Di Stefano 6 anni e 8 mesiManuel Agresti 6 anniMarco Ciarelli 4 anni e 8 mesiSimone Di Marcantonio 4 anniSalvatore Di Stefano e Franco Di Stefano 3 anni e 8 mesiSimone Ortenzi 6 anni e 8 mesiAlessandro Zof 6 anniAnna Di Silvio 6 anni e Riccardo Mingozzi 4 anni.

All’associazione Caponnetto è stata riconosciuta una provvisionale da 20mila euro così come al Comune di Latina il cui risarcimento è stato stabilito nella cifra di 25mila euro. Una provvisionale di 25mila euro è stata riconosciuta anche all’Assovittime, mentre di 10mila euro sarà destinatario Emilio Pietrobono, ex affiliato al clan Di Silvio, oggi collaboratore di giustizia e vittima di un recupero credito commissionato da uno degli imputati, Di Marcantonio, ad altri due co-imputati, Marco Ciarelli e Manuel Agresti.

Condanne, seppur in primo grado, che fanno storia: il sodalizio dei Di Silvio capeggiato da “Romolo”, al pari del gruppo gemello guidato da Armando “Lallà” Di Silvio, viene considerato un clan mafioso.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Alessandro Farau, Alessia Vita, Sandro Marcheselli, Oreste Palmieri, Alessandro Paletta, Giancarlo Vitelli, Maurizio Forte, Luca Melegari e Antonino Castorina.

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