SCARCERATO IL DIRETTORE DI CONFARTIGIANATO IMPRESE LATINA: È INDAGATO PER IL CRAC BANCA BASE

Banca-Base

Torna in libertà Gaetano Sannolo, il direttore di Confartigianato Imprese Latina, posto ai domiciliari a dicembre in ragione dell’inchiesta catanese “Fake Bank”

Da sinistra Gaetano Sannolo e Pietro Bottino
Da sinistra Gaetano Sannolo e Pietro Bottino

Il Gip di Catania, anche sulla scorta del parere positivo della Procura dopo gli interrogatori resi dagli indagati, ha ritenuto cessate le esigenze cautelari, disponendo così la scarcerazione del presidente del Cda e del direttore generale di Banca Base, Piero Bottino, di 63 anni, e Gaetano Sannolo, di 47.

I due erano stati arrestati il 19 dicembre scorso e posti ai domiciliari dai militari della guardia di finanza di Catania e del nucleo speciale di polizia valutaria nell’ambito dell’inchiesta sul crac dell’istituto di credito Banca Base di Catania.

Nel contesto della stessa inchiesta, i militari delle Fiamme gialle hanno già notificato un avviso di conclusione indagini nei confronti di 18 indagati.

Luciano Iannotta (da sinistra)
Luciano Iannotta (da sinistra)

I reati ipotizzati, a vario titolo, sono, in concorso, bancarotta fraudolenta, falso in prospetto, ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza e aggiotaggio. Al centro dell’inchiesta lo stato d’insolvenza della Banca Sviluppo Economico s.p.a. (Banca Base) dichiarato dal Tribunale civile di Catania nel dicembre 2018 e confermato in appello nell’aprile 2019. L’operazione delle Fiamme Gialle, denominata “Fake Bank”, avrebbe consentito di “tracciare la perpetrazione ripetuta di illecite condotte operate dalla governance della fallita banca etnea consistenti in operazioni finanziarie anti-economiche e dissipative del patrimonio societario in dispregio dei vincoli imposti dall’Autorità di Vigilanza”.

Sannolo era stato presentato ad ottobre scorso come nuovo direttore di Confartigianato Imprese Latina dal Presidente Luciano Iannotta, l’imprenditore tra Terracina e Priverno che, proprio nelle ultime ore, è stato di nuovo citato (non è indagato) dal collaboratore di giustizia, Agostino Riccardo, nel processo che contesta l’associazione mafiosa al clan Di Silvio: “Iannotta è un imprenditore milionario – ha detto il pentito – tra i più grandi di tutto il Lazio…per un’estorsione si mise in mezzo per proteggere una sua testa di legno.

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