RIDA SOCCOMBE CON I CITTADINI, APRILIA LIBERA: “PREVALE IL NOSTRO DIRITTO DI CRITICA”

Impianto ad Aprilia di Rida Ambiente

L’associazione ambientalista “Aprilia Libera” commenta la sentenza civile che ha dato ragione ai diversi cittadini citati in giudizio da Rida Ambiente

“Noi non abbiamo diffamato nessuno, solo manifestato il degrado in cui viviamo. Stavolta la giustizia umana ha funzionato!”, esulta l’associazione ambientalista di “Aprilia Libera”, al cui interno ci sono cittadini, come l’attivista Rosalba Rizzuto, citati in giudizio nella causa che ha visto dare torto a Rida Ambiente, la società gestore dell’impianto Tmb di Aprilia, che chiedeva un risarcimento da migliaia di euro a decine di cittadini, responsabili, a detta della società, di aver diffamato l’operato dell’impianto stesso.

“Ieri, 12 dicembre 2023, il Tribunale Civile di Latina ha rigettato le accuse mosse da Rida Ambiente nei nostri confronti – continua “Aprilia Libera” – L’uso improprio della querela, ricorrendo alla giustizia in modo intimidatorio, da parte di chi ha potere e denaro, contro cittadini che cercano solo di tutelare la propria salute, questa volta non ha funzionato!”

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“Ha prevalso il diritto di critica, che la controparte non ha mai tollerato! Ha prevalso il diritto alla salute, sugli interessi privati della controparte! Ha prevalso la correttezza del giudice, che non ha discriminato le persone in base al ceto e al grado di istruzione! Di certo, la battaglia per la tutela della salute e dell’ambiente non si ferma qui”.

“Continueremo a sollecitare le amministrazioni, regionale e comunale, a svolgere il loro ruolo di tutela della salute e benessere della popolazione, degli interessi collettivi, del patrimonio storico e naturalistico, della vocazione agricola del territorio vandalizzato dalle industrie, prima degli interessi privati, nel rispetto dell’art. 41 della nostra Costituzione (l’iniziativa economica privata … non può svolgersi … in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.). In primis, non autorizzando industrie insalubri (TMB, CSS, discariche) incompatibili con centri abitati e a destinazione agricola, nel rispetto dell’art. 9 c.3 della Costituzione (che Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”); poi, riconvertendo impianti insostenibili, pericolosi e obsoleti; infine, esigendo il vero monitoraggio ambientale del nostro territorio, a partire dalle industrie insalubri, e un vero studio epidemiologico”.

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