Processo Reset: seconda udienza del procedimento per mafia che vede alla sbarra Cha Cha, i fratelli Travali e gli altri ritenuti sodali dalla DDA
Seconda udienza presso la Corte d’Assise del Tribunale di Latina, presieduta dal Giudice Gian Luca Soana, per il processo che vede alla sbarra i fratelli Travali, Costantino “Cha Cha” Di Silvio, Luigi Ciarelli, Alessandro Zof e tutti gli altri imputati.
I reati contestati, a vario titolo, sono diversi: associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, numerose estorsioni aggravate anch’esse dal metodo mafioso ed un omicidio, aggravato dalla finalità di agevolazione mafiosa, oltreché a ipotesi di corruzione.
Sul banco degli imputati, alcuni dei quali collegati dal carcere in cui sono reclusi per questo o per altri reati, diversi protagonisti della malavita pontina: Angelo Travali (carcere), Salvatore Travali (carcere), Angelo Morelli, Vera Travali, Alessandro Zof (carcere), Ermes Pellerani (domiciliari), Davide Alicastro (domiciliari), Fabio Benedetti, Costantino “Cha Cha” Di Silvio (carcere), Antonio Neroni, Antonio Giovannelli (domiciliari), Dario Gabrielli (carcere per altra causa), Mirko Albertini, Silvio Mascetti (carcere), Matteo Gervasi, Francesca De Santis, Antonio Peluso ( carcere), Manuel Ranieri (carcere), Shara Travali, Valentina Travali (carcere, presente in Aula), Giorgia Cervoni, Riccardo Pasini, Luigi Ciarelli (carcere), Corrado Giuliani, Franco Della Magna, Denis Cristofori, Carlo Ninnolino, Valeriu Cornici (carcere), Alessandro Anzovino (carcere), Christian Battello (carcere), Tonino Bidone.
Sia per Ninnolino che per Pasini, gli avvocati difensori Marino e Siciliano avevano provato a far valere il principio del ne bis in idem, secondo il quale un giudice non può esprimersi due volte sulla stessa azione se questa è già stata giudicata. Entrambi, infatti, vengono accusati della stessa dinamica dei fatti che li portò a processo nel procedimento denominato “Don’t Touch” (processo che ha già emesso condanne passate in giudicato per i principali imputati del processo odierno denominato “Reset”: su tutti i fratelli Travali e “Cha Cha”), ossia quelle di informatori rispetto alle indagini del Clan. In quel caso, entrambi furono assolti.
Presenti come parti civili, tramite i loro avvocati, l’associazione Antonino Caponnetto e il Comune di Latina. Nell’udienza odierna, molto lunga e iniziata sin dalla mattina, per poi concludersi nel pomeriggio, le parti sono state invitate dalla Corte d’Assise a interloquire su alcuni reati poiché il Giudice per l’udienza preliminare di Roma aveva rinviato tutti a giudizio, nonostante ci fosse una criticità sulla connessione tra l’associazione mafiosa e il capo d’accusa 43, vale a dire l’omicidio di Nicolas Adriana Giuroiu.
Il collegio difensivo si è rimesso alla decisione della Corte d’Assise, evidenziando, però, da parte di alcuni avvocati, l’incongruenza del reato di omicidio contestato con l’associazione mafiosa. L’ipotesi della Procura, rappresentata in Aula dal Pm Luigia Spinelli, è che l’omicidio del rumeno Giuroiu, avvenuto nel 2014, fosse un modo di rafforzare il potere e l’assoggettamento del territorio da parte del clan Travali: una sorta di marchio distintivo di violenza, a ribadire a tutti chi comandava a Latina e zone limitrofe.
Secondo gli investigatori, Angelo Travali e il fratello Salvatore – comunque già coinvolti a suo tempo, insieme a Graziano Grazioli, in quanto ritenuti i sequestratori del camionista rumeno poi ucciso da Mirko Ranieri in concorso col fratello Manuel Ranieri e con l’altro rumeno Adrian Ginga – volevano ostentare la loro forza sul territorio, dimostrando di avere armi e munizioni a disposizione così da dimostrare di avere il controllo sulle attività criminali su Latina. Per Squadra Mobile e DDA di Roma si trattò di omicidio commesso con l’aggravante mafiosa.
L’omicidio Giuroiu fu particolarmente efferato: il pomeriggio dell’8 marzo 2014 in via Macchiagrande, a Borgo Sabotino, l’auto della vittima di nazionalità rumena venne speronata da un’altra auto, dopodiché Giuroiu fu sequestrato e trasferito su un’ulteriore macchina. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il rumeno fu ucciso la sera stessa e il suo corpo fu occultato in una vasca preposta alla raccolta di liquami all’interno di un’azienda agricola di Cisterna. Per l’accusa, il movente fu causato dalla proposta di Giuroiu rivolta a una giovane donna rumena al fine di farla prostituire. I due Ranieri e Ginga sono stati già condannati con sentenza passata in giudicato
Dopo un’ora di camera di consiglio, la Corte d’Assise si è giudicata incompetente sul processo per associazione mafiosa, ritenendo di dover separare i due procedimenti: da una parte ci sarà il processo per associazione mafiosa finalizzata ai reati di spaccio, estorsioni ecc. al cosiddetto Clan Travali, dall’altra verrà celebrato quello per omicidio con l’aggravante per mafiosa in capo solo ai due fratelli Travali, Angelo e Salvatore per cui la prossima udienza è prevista il 3 maggio 2022 quando sarà ascoltato in Aula il Dirigente della Squadra Mobile di Latina Giuseppe Pontecorvo.
Una volta presa la decisione di separare i due procedimenti, l’Aula si è svuotata degli imputati e degli avvocati non più interessati al procedimento, e davanti al Collegio presieduto dal Giudice Soana sono rimasti l’accusa, le parti civili, la cui presenza è stata accolta dalla Corte seppur con parere contrario della difesa, e gli avvocati Vitelli e Irace difensori dei fratelli Travali.
Respinta dalla Corte d’Assise la richiesta di proscioglimento per Salvatore Travali. Nominati i testimoni per il procedimento inerente all’omicidio di Giuroiu, sarà la Presidente del Tribunale di Latina a stabilire la nuova data utile e il collegio che processerà gli imputati derivanti dall’inchiesta Reset. Tra i testimoni citati Agostino Riccardo, Renato Pugliese e Andrea Pradissitto.