REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA, FANTI (FDI): “VOTARE 5 SÌ”

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Patrizia Fanti, Referendum sulla giustizia, 12 giugno 2022: “Votare 5 sì per un corretto riequilibrio dei poteri dello Stato”

“La Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibili i 5 quesiti referendari su cui saremo chiamati ad esprimerci il prossimo 13 giugno. Nel silenzio pressoché generale della classe politica nazionale e locale, ritengo giusto epsirmere le ragioni per cui occorre recarsi alle urne e votare 5 sì. Il nostro Paese vive, almeno dal biennio 1992-1993, una impropria supplenza del potere giudiziario sugli altri due poteri dello Stato: il legislativo e l’esecutivo”.

“Con l’inchiesta cosiddetta “Tangentopoli”, si è rasa al suolo la quasi totalità delle forze politiche che per lungo tempo hanno governato il Paese, ponendolo fra le potenze industriali del mondo. È seguito un ventennio di scontro esacerbato ed a tratti folcloristico fra politica e magistratura senza, di fatto, operare alcuna scelta che ripristinasse la corretta separazione dei poteri immaginata dai nostri Padri Costituenti”.

“Nel merito, i 5 quesiti si occupano delle principali anomalie del sistema giudiziario e giurisdizionali italiano, per le quali siamo stati oggetto di numerosi richiami da parte dell’UE. Una fra tutte, la carcerazione preventiva. Secondo le stime più recenti, circa il 30% della popolazione carceraria non sta scontando una pena ma è detenuta in attesa di giudizio. La custodia cautelare in carcere attualmente può essere disposta solo in caso di “gravi indizi di colpevolezza” e può essere motivata dal pericolo che la persona indagata ripeta il reato di cui è accusato, dal pericolo di fuga o da quello che vengano alterate le prove a suo carico. Se l’elettore voterà sì, verrà meno il pericolo di fuga come “motivazione” per la misura cautelare”.

“Il secondo quesito riguarda la incandidabilità ed il divieto ad assumere cariche elettive a seguito di condanna in primo grado , la quale – se passerà il sì – non sarà più automatica ma tornerà ad essere stabilita da un giudice. Il terzo quesito riguarda i consigli giudiziari: se al referendum vinceranno i sì anche avvocati e professori parteciperanno attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati: finora ne sono stati esclusi. Il quarto quesito riguarda lo strapotere delle correnti all’interno del CSM: se al referendum vinceranno i sì verrà cancellata la norma che stabilisce che un magistrato per candidarsi al Csm debba presentare dalle 25 alle 50 firme a proprio sostegno. Si favorirebbero così, le qualità professionali del candidato invece del suo orientamento politico. Il quinto ed ultimo quesito si occupa della separazione delle funzioni:se al referendum vinceranno i sì il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera se vuole essere pubblico ministero o giudice. Al netto delle convinzioni politico-ideologiche di ognuno, la vittoria dei sì rappresenterebbe il trionfo dello Stato di diritto e del Paese che ha dato i natali all’autore del “Dei delitti e delle pene”, Cesare Beccaria”.

Lo dichiara, in una nota, la consigliera comunale di Fratelli d’Italia Patrizia Fanti.

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