RECOVERY FUND: PARTE DEI FONDI ANDRANNO SPESI PER IL DIGITALE. CARI SINDACI, NON DITE NO AL 5G

È notizia di oggi la creazione da parte dell’Unione Europea del Recovery Fund, una misura tanto richiesta dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal Ministro dell’Economia Gualtieri.

LA MISURA

Andiamo con ordine: il Recovery Fund sarà da 750 miliardi: 82 a fondo perduto destinati all’Italia mentre altri 90 saranno prestiti.

I soldi verranno reperiti dall’UE tramite l’emissioni di obbligazioni attraverso il «Recovery Instrument».

Ovviamente sono presenti dei vincoli di spesa e, leggendo i testi europei, ci si accorge che sarà richiesta una spesa per migliore la connettività e la digitalizzazione dei servizi PA. Queste sono misure che non potranno fare altro che migliorare l’economia del nostro paese, chi ha letto un minimo di testi economici sa che uno dei fattori di crescita è il progresso tecnologico.

Prendiamo un passo del testo europeo: “First, we will need to invest in more and better connectivity.” Ovvero, prioritariamente dobbiamo investire in una migliore connettività.

Oppure: “The rapid deployment of 5G will have spill-over effects across the whole digital society and increase Europe’s strategic autonomy.” Ovvero: la rapida distribuzione del 5G avrà ripercussioni all’interno della società digitale nella sua interezza e farà crescere l’autonomia strategica dell’Europa.

Fonte dei testi: “Comunicazione dalla Commissione Europea al Consiglio Europeo, al Parlamento: riparare e preparare il futuro”.

Insomma, i soldi serviranno a innescare un progresso tecnologico per l’intero continente.

UN INVESTIMENTO SUL FUTURO

L’Italia dal punto di vista digitale è uno dei paesi più arretrati d’Europa e, la nostra provincia, di cui il capoluogo è degno rappresentante, è una delle meno digitalizzate d’Italia.

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Ovviamente il nostro territorio necessità molto più di altri un investimento in tal senso e avere preclusioni e pregiudizi ideologici sull’implementazione di nuove tecnologie sarebbe un errore.

Ci troviamo nell’era della complessità e per essere competitivi e crescere abbiamo bisogno prima di tutto di snellire i processi burocratici, a partire da quelli più semplici.

 Digitalizzare migliora i processi amministrativi ed evita che per ottenere un documento da un ufficio pubblico l’utente impieghi un paio d’ore di fila o più. Grazie al digitale lo stesso processo potrà essere fatto da casa con il PC con un risparmio di tempo e denaro senza precedenti.

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Digitalizzare significa snellire, e snellire significa rendere il nostro territorio appetibile sotto il punto di vista degli investimenti, ma per farlo abbiamo bisogno di una tecnologia migliore e, quella tecnologia, è il 5G.

IL DRAMMA 5G

Nell’ultimo anno sono state 262 le ordinanze comunali no-5g: Udine, Vicenza, Grosseto, Messina e Siracusa sono tra le città più grandi ad aver emesso queste ordinanze. I provvedimenti, come ha fatto notare Wired, hanno subito un’impennata durante la quarantena, guarda caso nel momento di massima diffusione delle fake news sull’argomento.

Ma che cosa succederà con l’introduzione del 5G?

In realtà, il 5G non esporrà la popolazione generale a campi elettromagnetici più intensi rispetto alla telefonia 4G(quella attuale).

Quello che cambia è che trattandosi di una tecnologia “intelligente” irradia il fascio solo ove c’è il ricevitore da contattare, la potenza alla ricezione rimarrà più o meno la stessa. I limiti di esposizione derivanti da tutte le fonti (e non avrebbe senso il contrario, essendo l’intensità delle radiazioni elettromagnetiche indipendente dalla fonte) dovranno comunque essere inferiori a 6 V/m. Quello che potrebbe succedere è che aumenterà il numero di stazioni 5G.

Tuttavia, questo porterà generalmente a minore esposizione per la popolazione generale, anziché maggiore, perché l’intensità del campo elettromagnetico decresce rapidamente con la distanza.

In conclusione, la tecnologia 5G non è affatto di una nuova fonte di radiazioni elettromagnetiche, ma semplicemente un modo diverso di trasmettere le informazioni. Le frequenze del 5G sono quelle che si utilizzavano per le trasmissioni radiotelevisive. Non c’è nulla di nuovo o di diverso in termini di esposizione della popolazione generale. Comunque, il limite di esposizione totali, cioè provenienti da tutte le fonti non potranno essere superati.

Cari sindaci della Provincia di Latina, dire no al 5G significherebbe lasciare il vostro comune nell’arretratezza, non fatelo per il futuro delle prossime generazioni.

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