RAPINA IN BANCA A SABAUDIA: CONDANNATI TUTTI E TRE GLI IMPUTATI

Un frame estratto dalla videosorveglianza che ha ripreso la rapina a Sabaudia nell'estate 2019

Rito abbreviato per i tre autori della rapina alla Cassa Rurale ed Artigiana dell’Agro Pontino di Sabaudia – Borgo San Donato, avvenuta nell’estate di due anni fa

Il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Giuseppe Cario ha condannato i tre autori della rapina avvenuta il 26 luglio 2019.

L’indagine era stata condotta dalla Squadra Mobile di Latina, in collaborazione con le Squadre Mobili di Roma, Catania e Siracusa, e coordinata dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Latina Valentina Giammaria.

Salvatore Sturniolo

A finire in manette furono tre siciliani: due di essi, dietro minaccia di un taglierino, si erano fatti consegnare quasi ottantamila euro e si erano poi dileguati a bordo di un motociclo; il terzo, invece, è colui il quale aveva pianificato la rapina, organizzando il soggiorno degli altri due in un bed&breakfast della zona, fungendo quindi da palo” durante l’azione e da autista dell’auto utilizzata, in una seconda fase, per la fuga da questa provincia.

A essere giudicati Orazio BafumiSalvatore Sturniolo e Luca D’Antonio tutti e tre di Catania. Bafumi, 46 anni, catanese trapiantato a Pontinia, è stato condannato ad aprile 2021 per maltrattamenti in famiglia, per poi, a distanza di un anno, vedersi ridotta la condanna in Appello alla pena di 2 anni e 10 mesi. L’uomo ha precedenti per narcotraffico internazionale dal Sudamerica ed è finito anche nei verbali di un ex pentito di camorra che avrebbe raccontato di come il catanese, nel 2008, avrebbe scortato nella Città delle Dune il figlio di un killer del Clan Gionta. Anche Sturniolo, 49 anni, risultava pregiudicato con precedenti per rapina, violenza e lesioni.

Le indagini della Polizia avevano fatto leva sulla meticolosa visione dei filmati estrapolati dai sistemi di videosorveglianza, oltre che sulle testimonianze dei presenti e su un’accurata attività tecnica che avevano permesso di stabilire come gli indagati si fossero trovati con certezza in quel luogo nei frangenti della rapina.

L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese aveva disposto la custodia in carcere per due di loro (Bafumi e Sturniolo), mentre il terzo era stato sottoposto agli arresti domiciliari nella città di Catania (D’Antonio).

Oggi, il Gip Cario ha condannato Bafumi alla pena di 8 anni di reclusione, 7 anni a D’Antonio e 10 anni a Sturniolo.

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