PROCESSO TIBERIO: TRA I TESTIMONI 3 IMPRENDITORI E L’EX DIRIGENTE DELLA PROVINCIA

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Armando Cusani, sindaco di Sperlonga

Processo Tiberio. Si è tenuta un’altra udienza del procedimento che vede come principale imputato Armando Cusani. Ascoltati in aula altri testimoni della difesa

Dinanzi al Collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal Giudice Francesco Valentini, oggi 23 novembre sono passati velocemente “in rassegna” i testimoni chiamati in aula dall’Avvocato Lauretti che difende uno degli imputati: l’architetto Isidoro Masi, all’epoca dei fatti contestati dipendente della Provincia di Latina comandato presso il Comune di Sperlonga come Responsabile dell’Ufficio Tecnico.

Dapprincipio l’avvocato Lauretti ha dichiarato alla Corte di rinunciare a diversi testimoni per poi proseguire con l’esame dei testimoni odierni. Il primo ad essere chiamato è stato Aldo Silvestri, fino al 2015 Dirigente delle Risorse Umane della Provincia di Latina. L’interrogato è stato chiamato a spiegare la posizione dell’architetto Masi al momento dei fatti contestati.

Come noto, il processo ruota attorno alla vicenda dell’Hotel Grotta di Tiberio e di alcuni appalti, tra cui quello più importante riferibile al complesso archeologico di Villa Prato a Sperlonga per un importo di 700mila euro. L’architetto Isidoro Masi siede sul banco degli imputati insieme al sindaco di Sperlonga Armando Cusani (oggi assente), agli ex funzionari/dirigenti comunali Isidoro Masi e Massimo Pacini, e agli imprenditori Andrea FabrizioAntonio Avellino e Nicola Volpe

Tutti sono accusati, a vario titolo, di aver messo in piedi un sistema illecito volto a favorire l’attività imprenditoriale del primo cittadino e a pilotare gare d’appalto a discapito della collettività. Turbativa d’asta e corruzione, i reati più gravi contestati dall’indagine che è stata portata avanti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Sperlonga. Da ricordare che uno degli indagati è deceduto: si trattava dell’imprenditore di Nettuno Mauro Ferrazzano, le cui dichiarazioni sono ormai irripetibili, non più in grado di essere smentite e quindi cristallizzate: proprio queste potrebbero significare un punto a favore dell’accusa e un ostacolo difficile da superare per Armando Cusani.

Ebbene Silvestri ha spiegato, imbeccato dall’avvocato difensore di Masi, le differenze tecniche tra “comando” e “distacco”: due procedimenti amministrativi con cui un dipendente di un Ente locale può essere “trasferito” a diverso Ente rispetto a quello in cui lavora (per aver vinto un concorso o altro). Silvestri, pur tra qualche “non ricordo”, ha dichiarato di aver comandato Masi che si divideva tra Provincia di Latina e Ufficio Tecnico di Sperlonga. È la Provincia, in questo caso, ad aver anticipato le competenze (ossia i soldi) per Masi e poi ad aver chiesto il rimborso al Comune di Sperlonga. Masi – ha detto Silvestri – ebbe un comando grazie a una legge del 2004. La testimonianza di oggi avrebbe dovuto dimostrare la regolarità del comando di Masi.

Tolta una dipendente del Comune di Sperlonga chiamata a testimoniare ma, per stessa ammissione dell’avvocato Lauretti, non molto “utile” ai fini dell’accertamento in Aula, gli altri tre testimoni che si sono succeduti quest’oggi sono tre imprenditori che, però, risultano coinvolti in procedimento connesso: si tratta di Gianni Papa di Itri, Giuseppe Benedetti di Nettuno e un altro imprenditore di Veroli. Tutti e tre, come ha ricordato il Pm Valerio De Luca in Aula, sono stati coinvolti in altro procedimento sempre riguardante gli appalti del presunto sistema messo in piedi da Cusani.

Papa e Benedetti furono indagati, infatti, a piede libero, nel procedimento giudiziario di “Tiberio”.

Le domande ai tre imprenditori, la cui testimonianza è stata molto breve e non soggetta all’obbligo di dire la verità, si sono concentrate sull’appalto più importante: quello del complesso archeologico di Villa Prato. Tutti e tre, tra diversi “non ricordo”, hanno dichiarato di essere stati invitati dal Comune di Sperlonga per partecipare alla gara ma, tranne l’imprenditore di Veroli, nessuno ha inviato offerte per ottenere l’appalto. E, soprattutto, nessuno ha detto di aver mai conosciuto né Masi né l’altro imputato Nicola Volpe. Coincidenza ha voluto che tutti e tre hanno detto di aver conosciuto Mauro Ferrazzano, l’altro imprenditore coinvolto che, però, come noto, è deceduto.

Per un processo che si sta svolgendo a tappe abbastanza spedite e che vede sul banco degli imputati un politico piuttosto in vista della provincia pontina, il Presidente ha fissato le prossime udienze per il 22 marzo e il 1 aprile 2022. Verranno ascoltati gli ultimi testimoni dell’avvocato Lauretti e dell’avvocato Panella.

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