PROCESSO SCHEGGIA: ANNULLATA SORVEGLIANZA SPECIALE A GINA CETRONE

Corte d'Appello di Roma
Corte d'Appello di Roma

Processo Scheggia: la Corte d’Appello di Roma ha annullato la sorveglianza speciale all’ex consigliera regionale Gina Cetrone

La IV Sezione della Corte di Appello di Roma, tramite decreto, ha accolto l’appello interposto dal difensore di Gina Cetrone, l’avvocato Lorenzo Magnarelli del Foro di Roma. E per l’effetto ha annullato il provvedimento con  il quale ad ottobre 2020 era stata applicata dal Tribunale Collegiale di Roma la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per la durata di un anno nei confronti di Gina Cetrone. Pertanto, ad oggi, è caduto anche l’ultimo vincolo alla libertà personale di Gina Cetrone.

Leggi anche:
SCATTA SORVEGLIANZA SPECIALE PER GINA CETRONE E UMBERTO PAGLIAROLI: I DUE SONO A PROCESSO CON I DI SILVIO

Determinanti ai fini dell’accoglimento dell’Appello, nella prospettiva dell’estraneità a qualsivoglia addebito, anche di prevenzione, da parte della Cetrone, sono stati gli esiti delle investigazioni difensive svolte in favore della stessa da parte del suo difensore. Secondo la difesa “in tale contesto infatti ha prodotto il proprio effetto dirompente l’acquisizione di una informativa redatta dalla Questura di Latina ma mai versata negli atti prima dell’esercizio delle investigazioni difensive su indicate, con la quale la difesa ha provato che nel periodo oggetto della procedura la Cetrone era una vittima di Riccardo, così come attestato dai pedinamenti e dalle intercettazioni indicati in tale informativa. Circostanza questa totalmente incompatibile con l’imputazione di prevenzione elevata nei confronti della Cetrone”.

“Questi nuovi fatti – continua la difesa della ex consigliera regionale, ad oggi imputata nel processo denominato Scheggia – hanno consentito alla Corte di Appello di negare e ribaltare il precedente giudizio dato dal Tribunale di Roma sconfessando e revocando la scelta operata da quest’ultimo giudice di applicare la misura di prevenzione ad ottobre 2020. Da altra prospettiva con valenza diacronica dal provvedimento della Corte di Appello si evince come tale misura, stante l’esistenza di tale informativa, non dovesse essere in alcun modo applicata. È da evidenziare peraltro come su tale informativa si sia incentrata parimenti anche  l’attività difensiva durante il processo di primo grado in corso di svolgimento dinanzi al Tribunale Collegiale di Latina. Anche tale Tribunale infatti, così come la Corte di Appello, ha accolto la richiesta di integrazione probatoria formulata dall’avvocato Lorenzo Magnarelli per la signora Gina Cetrone, e basata proprio sull’escussione degli estensori di tale Informativa. Il tutto, anche in questo caso, al fine di provare la totale incompatibilità dell’ipotesi di accusa rispetto agli opposti fatti veicolati ed accertati mediante la stessa informativa. Ed infatti – conclude la nota della difesa – successivamente al provvedimento con il quale è stata ammessa tale integrazione probatoria, il Tribunale di Latina ha revocato la misura cautelare residuale precedentemente esistente nei confronti della Cetrone”.

Articolo precedente

CRISI PANORAMA: AL REFERENDUM LAVORATORI DICONO NO ALL’ACCORDO AZIENDALE

Articolo successivo

CORDEN PHARMA: PRONTE 120 LETTERE DI LICENZIAMENTO

Ultime da Giudiziaria