PROCESSO ARPALO, L’EX CAPO DELLA MOBILE DI LATINA INTERROGATO IN AULA

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Pasquale Maietta
Pasquale Maietta

Processo Arpalo: prosegue il processo che vede sul banco degli imputati l’ex Presidente del Latina Calcio e deputato di Fratelli d’Italia Pasquale Maietta

In un Tribunale semi-vuoto, si è svolta l’udienza del processo che contesta agli imputati, a vario titolo, l’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio aggravato dalla transnazionalità, al trasferimento fraudolento di valori, alla bancarotta fraudolenta, a reati tributari e societari.

Ad essere giudicati, oltreché a Maietta, l’ex co-Presidente del Latina Calcio Paola Cavicchi, il figlio di quest’ultima, l’avvocato Fabrizio Colletti, l’imprenditore Fabio Allegretti, il commercialista Pietro Palombi e gli ex collaboratori dell’ex parlamentare di Fratelli d’Italia Giovanni FanciulliPaola Neroni e Roberto Noce.

Oggi 17 novembre, chiamato a testimoniare per ripercorre le fasi dell’indagine, l’ex Capo della Squadra Mobile di Latina Antonio Galante, ora Dirigente presso la Questura di Potenza.

Galante divenne Capo della Squadra Mobile di Latina nel novembre 2015 quando l’indagine, che poi verrà denominata “Arpalo”, era già in corso. A quella data, come ha ricordato Galante, c’era una prima informativa investigativa e un procedimento di accertamento penale a metà tra Polizia di Stato e Guardia di Finanza di Latina.

Interrogato dal Pm Claudio De Lazzaro, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Caterina Chiaravalloti, Galante si è soffermato sulle società pontine, tutte srl, e le loro corrispettive svizzere, tutte Sa (società anonime), che facevano parte del “sistema” messo in piedi dallo studio commercialisti di Via Volsini 13 in cui operava Pasquale Maietta.

Elementi di ridondanza, così li ha chiamati Galante, furono immediatamente percepiti dai detective della Mobile in quanto tutte le società si sviluppavano in maniera binaria finendo in Svizzera. Le srl avevano capitalizzazione da circa 10mila euro ma valorizzazioni immobiliari da milioni di euro.

La testimonianza si è soffermata sulla società Arcobaleno Italia Srl e sulla sua corrispettiva svizzera Arcobaleno Holding SA per cui, dapprincipio, sono stati indagati per infedeltà patrimoniale il commercialista Pietro Palombi e i due fratelli Zampieri (questi ultimi due non sono a processo nel procedimento denominato “Arpalo”).

Galante ha ricordato che la srl italiana aveva come oggetto sociale gli investimenti immobiliari e in pancia cespiti notevoli. Gli investigatori ritennero opportuno comprendere chi fossero e perché risultassero alcuni passaggi che alla fine spogliarono una società terza, la Giatsy srl (una società in forte passivo), con la contestuale intestazione fittizia di beni immobili alla Arcobaleno Italia srl, a sua volta partecipata integralmente dalla elvetica Arcobaleno Holding Sa. Quattro gli immobili distratti: due negozi e un’abitazione in Viale Nervi e un’autorimessa.

I due fratelli Zampieri, nel 2015, risultavano rispettivamente come procuratore speciale della società anonima svizzera e acquirente delle quote di partecipazione al capitale sociale di Arcobaleno Italia srl.

Palombi, invece, come dipendente dello Studio Maietta, era il soggetto deputato – secondo gli inquirenti – ai rapporti con la Smc Trust Office di Lugano presieduto da Augusto Bizzini e Max Spiess, oltreché ad essere società fiduciaria che amministrava la Arcobaleno Holding Sa (la società anonima svizzera, corrispettiva della omonima italiana).

L’ex Capo della Squadra Mobile ha spiegato che il core businness del patrimonio immobiliare era costituito in attività di panificazione e immobiliari a Latina.

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