POZZO ARTESIANO A CORI, I DUBBI DELL’OPPOSIZIONE: “TUTTO FERMO, COSA È SUCCESSO?”

I lavori di perforazione del pozzo artesiano a Fontana del Prato
I lavori di perforazione del pozzo artesiano a Fontana del Prato

“Lavori fermi per un errore dell’Ufficio Tecnico? O ci sono altri motivi?”, l’intervento do Evaristo Silvi, capo gruppo de L’Altra Città

“Ormai per ottenere risposte alle nostre interrogazioni e agli accessi agli atti, la minoranza procede ai sensi del codice penale, per omissione di atti d’ufficio. Ma anche così non basta, perché l’ingegnere comunale Cerbara, pur disponendo delle informazioni richieste fa orecchie da mercante”, sottolinea Evaristo Silvi, capo gruppo de L’Altra Città.

L’ultimo caso lamentato dalla minoranza è il pozzo artesiano che il Comune di Cori sta costruendo in montagna per poter servire un abbeveratoio per gli allevamenti.

Un’opera che, innanzitutto, prevede un primo stralcio per la perforazione di 550 metri per arrivare alla falda acquifera, praticamente al livello del mare. Poi un secondo stralcio per costruire un serbatoio interrato di 20mila litri, una centrale elettrica e l’abbeveratoio.

Il progetto originario prevedeva la costruzione di questo secondo stralcio dentro il bosco, dove i vincoli non lo consentono. A fronte di segnalazione agli organi sovra-comunali, il comune ha dovuto predisporre una variante con la quale si spostano le opere del secondo stralcio fuori dal bosco.

Poiché non è chiaro “dove” verranno costruiti serbatoio interrato di 20mila litri, centrale elettrica e abbeveratoio, la minoranza ha inviato una richiesta di accesso agli atti chiedendo le perizie di variante ripetutamente citate dal Responsabile dell’Ufficio Tecnico. Sono arrivate molte risposte, ma nessuna esaustiva.

La prima risposta è arrivata da parte dell’architetto Petroccione Responsabile della sub-delega per la paesaggistica. L’architetto esprime parere paesaggistico positivo ma subordinato alla correttezza delle informazioni ricevute dal responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Cori.

“Troviamo la risposta alquanto anomala ed ambigua. L’architetto dubita delle dichiarazioni dell’ingegnere comunale? L’architetto non può fare le verifiche?” si chiede Silvi.

Poi è arrivata anche la risposta dell’ingegnere comunale Luca Cerbara che afferma che l’area dove verrà realizzata l’intera opera è in parte sottoposta a vincoli boschivi, ma l’opera non cadrà in quella zona.
Poi è arrivata anche la dichiarazione del Direttore dei Lavori, sempre dello stesso tenore.

“Ecco noi volevamo solo prendere visione del progetto proprio per sapere “dove” verrà realizzata l’opera – commenta Silvi. Ma a quanto pare non è possibile”.

Il pozzo-abbeveratoio ha ottenuto nel 2022 il finanziamento straordinario di 400 mila euro dalla Regione Lazio, sulla base di un preciso progetto che prevedeva la realizzazione delle strutture nel bosco.
“Ora che il serbatoio e le strutture di servizio dovranno necessariamente essere realizzate nella vallata di Fontana del Prato sulla particella catastale dove si sta perforando – sempre che non ci siano vincoli anche lì – i costi dovrebbero essere inferiori. La Regione cosa ne pensa?”.

“Dopo la corsa ad acquisire a patrimonio comunale un appezzamento di terreno privato; dopo la corsa ad iniziare i lavori nei termini inderogabili dell’avviso; ora è tutto fermo da mesi per colpa di un “errore” dell’Ufficio tecnico: prevedere la costruzione di opere invasive nel bosco dove ci sono vincoli di tutela ambientale. La perforazione è iniziata? Quello che sappiamo dagli atti comunali è che la ditta affidataria, ditta che ha realizzato anche l’importante opera del Fosso della Catena – via delle Rimesse (crollata ad un mese dall’inaugurazione) ha dato in sub appalto la perforazione del pozzo.

Ci chiediamo se la vicenda sia stato un semplice errore, o incompetenza o altro…Ricordiamo che, a fronte del progetto di realizzare il serbatoio e le strutture di servizio nel bosco, ad un’altezza che avrebbe consentito di servire le abitazioni a valle, il sindaco De Lillis convocò un incontro in un noto ristorante del luogo sia con gli allevatori che con i residenti della zona in un noto ristorante del luogo, e prospettò anche la nascita di un consorzio per la gestione del pozzo che avrebbe servito anche le abitazioni private. Sicuramente questo “errore” ha ritardato la realizzazione di un’opera al servizio degli allevatori.

Di chi sono le responsabilità? Il Sindaco De Lillis, l’assessore all’agricoltura Imperia, il delegato al patrimonio Aristide Proietti cosa dicono? La minoranza continuerà a chiedere risposte”.

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