PONTINIA E LA REGOLA DELL’ACQUA

Carta dell'ing. Gaetano Rappini (1795)

Pontinia acqua 2Ci troviamo di nuovo a dover fronteggiare il periodo che va dall’equinozio d’autunno al solstizio d’inverno dove le piogge la fanno da padrone in funzione di Madre Natura. Quando una tromba d’aria il 29 ottobre 2018 devastava Terracina, a Pontinia si allagava il terreno in prossimità dell’Appia in corrispondenza della zona di Mesa (Migliara 51) con la Fossa della Botte a livello di piena.

TERRACINA IL PUNTO FINALE E PONTINIA QUELLO CENTRALE DI UN UNICO SISTEMA

Meno di un mese dopo, il 25 novembre, il Linea Pio esondava alle porte di Terracina e contemporaneamente Pontinia si allagava a causa dello straripamento del Sisto. Con il Canale della Botte, che origina da Fossa San Giacomo, ad un livello di guardia Pontinia rimaneva invasa dall’acqua per diversi giorni. Ovviamente nella Pianura Pontina fiumi e canali restano pur sempre corsi gestiti da umani e non da esseri divini, e se Terracina (Porto Badino su tutti) è il punto terminale di questo sistema idraulico, Pontinia, attraversata da Sisto, Botte, Ufente e Selcella, ne è per certi aspetti il regolatore.

Fiume Sisto all’altezza di Migliara 53 al confine tra Pontinia e Sabaudia (foto Giorgio Libralato)

ACQUA E AGRO PONTINO

È da sempre risaputo che la natura del nostro territorio è acquatica, infatti non vi sono campi da sci o gatti delle nevi, bensì ricchi campi coltivabili, trattori e soprattutto esseri umani. Prima del 1930, questi terreni erano vissuti da poche centinaia di abitanti (per lo più pescatori, cacciatori, allevatori di bufale e raccoglitori di legna) che consapevoli del limite umano rispettavano il territorio con cui interagivano. Popolazioni che sapevano relazionarsi con l’ambiente palustre.

LE NOSTRE RESPONSABILITÀ

acqua PontiniaGli eventi del 2018 sono dietro l’angolo e i danni che ne sono conseguiti sono stati prodotti da chi? È facile dare colpe al Botte, a Linea Pio oppure all’Ufente, al Sisto o alle Medie come se fossero delle persone, ma altresì nascoste all’ombra si notano tutte le falle di una gestione idrica carente di conoscenza del territorio.

ESONDAZIONI CONTROLLATE

I nostri avi, anche senza l’uso di strumenti moderni, riuscivano ad evitare guai maggiori. Volutamente gli argini erano destinati a cedere in punti già predestinati in caso di forti inondazioni. Oggi non riusciamo a far saltare un argine in un punto specifico disabitato dove non produrrà danni, al fine di evitare che una città venga sommersa.

Punto di allagamento tra la Migliara 47 e la Migliara 48 dopo i temporali del 29 ottobre 2018 (foto di Roberto Vallecoccia)

ALTA MAREA, OSTRO E TRAFFICO NAVALE

Ogni fiume ha il suo ruolo, non sono semplici corsi d’acqua. Il Linea Pio deve portare via al più presto l’acqua che proviene da Latina Scalo e scorre fino a Ponte Maggiore (Terracina). Sempre che non ci sia l’alta marea o l’ostro, vento che spira da sud, o che l’arrivo al mare non sia ostacolato da centinaia di mezzi navali posti a corredo della foce.

LA DIGA DELL’APPIA

Come è a tutti noto, le vie fondamentali dell’Impero erano sette, una di queste era ed è l’Appia, la regina aviarum, che venne realizzata dal Censore Appio. Questa strada ha una particolarità unica nell’attraversare la pianura Pontina. Essa non è altro che una lunga diga che inizia a Tor Tre Ponti e giunge fino a Monte Leone a Terracina, fungendo da spartiacque e dividendo la palude in due porzioni.

Canale Botte in piena che scorre sotto il ponte della Migliara 47 e 1/2 (foto di Giorgio Libralato del 25 novembre 2018)

LINEA PIO

Il ruolo canale/fiume Linea Pio che costeggia l’Appia è destinato a diversi usi in virtù del fatto che il suo letto è rialzato rispetto al livello dei vasi ai margini. Qui una serie di chiuse laterali regolano il deflusso idrico in canali e canalette poco più in basso rispetto al livello dell’acqua stessa del Linea Pio.

IL CONTROLLO DELLE PARATOIE

Quindi, laddove la stagione sarà in magra d’ acqua, le paratoie secondarie saranno basse al fine di inondare d’acqua i canali o canalette per fare modo che i coltivatori ne traggano beneficio. Viceversa, in caso di acqua eccessiva, sempre le stesse paratoie dovranno trovarsi in alto per evitare il travaso che inonderebbe altrimenti i terreni posti più in basso rispetto al livello del Linea Pio arrecando danni.

Canale Botte all’altezza della Migliara 47 (Borgo Pasubio). Foto di Giorgio Libralato del 9 settembre 2019.

IL SISTEMA DEI VASI COMUNICANTI

Il corso d’acqua dovrà infatti portare più rapidamente possibile l’acqua al mare attraverso la sua ridotta pendenza ed il suo buono rettifilo. Stessa regola vale per tutto il territorio acquatico, in quanto il livello dei nostri fiumi è sollevato rispetto ai canali laterali. Il principio dei vasi comunicanti in base al fabbisogno era gestito dai locali e coloni in funzione della stagione. Tale principio non esiste più, ahinoi!

LE REGOLE DEL VENTO E DELLA MAREA

Oggigiorno, malgrado la modernità, non siamo così forti né siamo capaci di gestire un piccolo corso d’acqua. Ad esempio un piccolo ed innocuo torrente riesce a metterci in difficoltà. Contro l’alta marea e contro l’ostro, che è una forza della natura che non si può controllare, c’è ben poco da fare.

Migliara 49 (territorio di Pontinia), sulla destra l’Appia. Fonte Roberto Vallecoccia

UN ANNO DI EMERGENZE ATMOSFERICHE

Abbiamo avuto quasi un anno per analizzare, riflettere, dopo i 4 grandi eventi estremi atmosferici (ce ne sono stati altri 2 nella primavera scorsa) che hanno messo a rischio la tenuta idraulica della bonifica pontina, anche per prevenirne altri sempre più probabili e con evoluzione imprevedibile.

LE CONDIZIONI PREOCCUPANTI DEI FIUMI

Nell’ultimo anno hanno preoccupato le condizioni dei vari corsi d’acqua: l’Amaseno, il Linea, il Sisto, il Botte, ma anche il Selcella e l’Ufente. Inoltre, a seconda dei vari livelli, con la bonifica erano stati predisposti impianti di sollevamento e paratoie per deviare l’acqua dal Sisto verso il Botte e verso il Linea o viceversa.

Linea Pio (fonte Roberto Vallecoccia)

SCARSA MANUTENZIONE

Impianti, paratoie e sistemi di sollevamento che nell’ultimo periodo hanno dimostrato dei limiti forse per errore di valutazione o per problemi di manutenzione. Questo fragile sistema idraulico doveva sicuramente essere aggiornato e adeguato. Speriamo che ciò sia avvenuto, anche se non ne abbiamo notizia.

IL RUOLO DELLA VEGETAZIONE

A tutto questo devono essere aggiunti ed attuati per prevenzione, oltre ad aree predisposte all’allagamento, anche la pulizia dei fondali nonché il rimboschimento e l’inserimento di piantagioni in punti specifici (golene, stagni, aree di depressione). Se le chiome riducono l’effetto del vento e della pioggia, le radici servono ad incrementare permeabilità del suolo. Le radici si comportano in una prima fase da spugna capace di assorbire l’acqua, in secondo momento la rilasciano lentamente nel terreno circostante.

Fiume Ufente, Migliara 54 (fonte Roberto Vallecoccia)

PERMEABILITÀ DEL TERRENO

L’accorgimento è che grandi e piccoli arbusti vengano piantati in posizioni tali da rendere la loro eventuale caduta o perdita di rami non un impedimento al corso principale. Di certo il recente processo di cementificazione avvenuto tra il Circeo e Terracina è andato in direzione opposta rispetto al principio di incremento della permeabilità di suolo.

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Questo temiamo di scoprirlo al prossimo prevedibile evento…senza contare che con il cambiamento climatico indubbiamente in atto, quale ne sia la causa, entro qualche decennio, secondo vari studi scientifici torneranno ad essere irrimediabilmente allagate la pianura pontina e fondana.

Grazie ai contributi di Giorgio Libralato e Roberto Vallecoccia  

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