PIL DEL LAZIO IN RIPRESA, UGL: MA SOTTO I LIVELLI PRE-PANDEMIA

Pil del Lazio in ripresa ma sotto i livelli pre pandemia. È la fotografia scattata da Bankitalia. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) della Banca d’Italia il Pil del Lazio nel 2021 è cresciuto del 6,3% (6,6 in Italia). La ripresa è stata maggiore nelle costruzioni, trainate dagli incentivi fiscali, dal mercato immobiliare e dagli investimenti pubblici. Il gap con il 2019 non è stata ancora recuperato, all’appello mancano 3 punti percentuali.

Per quanto riguarda i settori e le imprese, nel 2021 i livelli di attività hanno mostrato un recupero in tutti i settori, che è stato più intenso nelle costruzioni, favorite dagli incentivi fiscali e dalla ripresa degli scambi sul mercato immobiliare.  

E le prospettive economiche per l’anno in corso risentono del forte rincaro dei prodotti energetici e delle materie prime, iniziato lo scorso anno e acuitosi con l’insorgere del conflitto in Ucraina.  

Dopo la forte diminuzione nel periodo della crisi, i consumi sono cresciuti più del reddito. Gli aumenti dei prezzi hanno colpito particolarmente le famiglie con i livelli di consumo più bassi, sulle quali incidono di più le voci di spesa maggiormente interessate dai rincari, come i beni alimentari e l’energia.

“La ripresa economica, seppur non ai livelli sperati – sottolinea il Segretario Generale dell’UGL Lazio Armando Valiani, presente all’evento di Bankitalia – sta per essere purtroppo vanificati dalle condizioni che la guerra ha creato, con l’aumento esponenziale dei prezzi, il caro energia, a fronte di stipendi sempre uguali, e di conseguenza un potere di acquisto minore”.

“L’incertezza riguarda le famiglie ma anche l’industria, il caro energia, l’embargo del petrolio, la paura da parte dei mercati, non aiuta gli investimenti, la ripresa dell’occupazione ed come UGL siamo preoccupati per le conseguenze sul mondo del lavoro”.

“A nostro avviso – sostiene Valiani – sarebbe importante e aiuterebbe la ripresa, abbattere il costo del lavoro che in Italia è molto elevato rispetto al resto d’Europa e del Mondo, e puntare sulle infrastrutture per dare nuova linfa agli investimenti”. 

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