PIANO RIFIUTI. M5S LAZIO: “NATO GIÀ VECCHIO, NO ALLA GUERRA TRA PROVINCE”

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Consiglio Regionale Lazio (foto da Radio Colonna)

Il Movimento 5 Stelle Lazio sul piano regionale dei rifiuti in discussione da ieri nel Consiglio della Regione Lazio

LA NOTA DEL GRUPPO M5S LAZIO – Il Piano di Gestione dei Rifiuti del Lazio nasce già vecchio e sebbene ci sia la necessità di dotare la regione di una pianificazione in tal senso, vanno superate preventivamente tutte quelle criticità in esso contenute e per le quali si rischia seriamente che esso venga bocciato in sede europea perché non in linea con le direttive in materia di rifiuti. Questo provvedimento, atteso da anni dalle amministrazioni locali che stanno vivendo una situazione di totale anarchia, presenta delle criticità di merito e di metodo, che sono prepotentemente emerse nell’atteggiamento della maggioranza che ha escluso ogni passaggio nella Commissione competente, rifiutando di fatto le osservazioni dei commissari che per anni sono stati vicini ai cittadini e che per mesi hanno recepito le istanze dei territori. Quanto ai contenuti, è evidente che, nonostante le belle premesse, nelle quali si parla di green economy, o si fa riferimento a tutta la normativa del testo unico ambientale o ancora, a tutta la gestione circolare dei rifiuti, che non possiamo non condividere, non vengono presentate soluzioni per attuarle. Come Movimento 5 Stelle abbiamo presentato una serie di emendamenti, con la volontà di dare un contributo fattivo e non ostruzionistico, proponendo soluzioni per risolvere i problemi di impiantistica, per superare la logica che da una parte vede lo smantelliamo degli inceneritori e dall’altra porta avanti i processi che gli inceneritori li alimenta, per intervenire su quei processi che portano alle infiltrazioni criminali e alla gestione sopra le righe di alcuni privati. E soprattutto per tutelare quei territori e quelle popolazioni che negli anni hanno visto non solo le falde contaminarsi, ma i loro familiari ammalarsi e morire per malattie collegate all’inquinamento dell’aria e dell’acqua.

In definitiva non c’è nulla di innovativo in questo Piano, anche nella definizione degli ATO. Sappiamo bene che dal 2002 mai nessun ATO è riuscito a portare avanti una gestione autonoma, nessuna provincia è indipendente nella gestione dei rifiuti ed è dunque inutile disegnarli sulla carta se poi non si dà loro funzionalità ed autosufficienza. Se davvero vogliamo essere onesti dovremmo ammettere che ad oggi esiste un solo ATO regionale e l’unico modo per superare questa situazione di stallo è fare una legge regionale che doti gli ambiti di enti di governo e di gestione. Legge che le consigliere Gaia Pernarella e Valentina Corrado hanno già depositato e che ci auguriamo venga accolta, a seguito di una discussione partecipata, perché vanno dati ai territori gli strumenti per autoregolarsi e determinarsi e non vedersi imposte dall’alto decisioni avulse alle loro reali necessità. Occorre andare oltre lo scaricabarile e la guerra tra province che serve solo a distrarre dal reale problema, che sicuramente non è quello pretestuoso da più parti sollevato anche ieri in Consiglio, di dotare o meno la Capitale d’Italia di poteri straordinari, visto che ci aggiungiamo a votare un Piano Rifiuti regionale e non una riforma degli enti locali. Ci auguriamo, infine, che ci venga data la possibilità di discutere sulle osservazioni, perché se, anche stavolta, come è accaduto per altri provvedimenti, si arriverà ad un maxi-emendamento che svilirà l’Aula dei propri poteri, saremmo di fronte all’epilogo peggiore che si possa offrire a tutti i cittadini del Lazio. 

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