Latina: aveva aggredito un ragazzo per futili motivi. Arrestato un giovane appartenente ad un noto clan autoctono
Nella serata di ieri 30 dicembre – come riporta una nota della Polizia di Stato – gli agenti della Squadra Mobile di Latina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Latina Pierpaolo Bortone, su richiesta del sostituto procuratore Giorgia Orlando, nei confronti di un giovane, indagato dei reati di lesioni e violenza privata: il 25 enne Roberto Ciarelli, figlio di uno dei capi del Clan del Pantanccio, Ferdinando “Furt” Ciarelli, già detenuto per le sentenze del processo Caronte.
Le indagini coordinate dalla Procura di Latina traggono spunto dall’aggressione compiuta ai danni di un ragazzo di Latina, avvenuta fuori da un locale, sito sul lungomare.
Gli approfondimenti investigativi, condotti dalla Squadra Mobile, grazie anche l’audizione di alcuni testimoni e l’acquisizione di immagini dai sistemi di videosorveglianza, hanno chiarito che per futili motivi, nella notte tra il 10 e 11 dicembre passati, nei pressi di un distributore di benzina, poco distante dal locale in questione, la vittima è stata fisicamente aggredita dall’odierno arrestato e da altre persone rimaste non identificate, riportando lesioni giudicate guaribili in 5 giorni.
Durante il pestaggio, l’indagato si è rivolto con fare minaccioso ed intimidatorio nei confronti di alcuni addetti alla sicurezza, per impedire loro di frapporsi fra gli aggressori e la persona offesa che nel frattempo era stesa al suolo, priva di sensi.
La vittima e i testimoni hanno palesato assoggettamento conoscendo la fama criminale dell’aggressore collegata all’appartenenza dello stesso a famiglie rom locali, circostanza emersa al momento dell’aggressione dall’odierno indagato, il quale già in passato aveva posto in essere condotte simili.
Roberto Ciarelli è già noto alle cronache. A marzo scorso fu fermato dai Carabinieri e denunciato per possesso di un coltello a serramanico con cui andava in giro. Ma il giovane rampollo, nipote, per parte di madre (Rosaria Di Silvio), dell’altro boss di Campo Boario, Armando Di Silvio detto “Lallà”, è diventato noto soprattutto per via della condanna subita causa dell’aggressione perpetrata contro un vigilante del Carrefour. Di particolare violenza anche l’episodio avvenuto dentro il carcere di Latina, quando era detenuto, laddove Gianfranco Mastracci (altro volto noto, condannato nel filone romano di “Alba Pontina”) minacciò un altro detenuto per far sì che questo lasciasse libera la cella a favore di Roberto Ciarelli. Per questo episodio, Mastracci è sotto processo in un procedimento costola dell’operazione Masterchef.
Ultimo e significativo episodio che lo ha visto coinvolto, a parte un’altra denuncia per allaccio abusivo alla rete elettrica arrivata lo scorso settembre, è quanto a giugno scorso, tramite un post su Facebook, mise a tacere le voci di un pentimento da parte del padre, Ferdinando detto “Furt”, e l’avvio della collaborazione con lo Stato.
Ma ad essere collaboratore di giustizia non è il padre, piuttosto il cognato: Andrea Pradissitto che ha sposato la sorella Valentina Ciarelli e le cui dichiarazioni a organi investigativi e inquirenti ha contribuito al compimento di operazioni importantissime quali quella dell’omicidio di Massimiliano Moro e quella che ha disarcionato il clan Di Silvio del Gionchetto capeggiato da Giuseppe Di Silvio detto Romolo.
Un’onta che ha creato serie spaccature all’interno della famiglia del Pantanaccio e che il giovane Ciarelli sta tentando di far dimenticare con azioni violente ancorché nervose.