Pestaggio fuori un locale del lungomare a Latina, Roberto Ciarelli è stato condannato dal Giudice per le indagini preliminari
Accusato di lesioni e violenza privata in concorso, Roberto Ciarelli, difeso dall’avvocato Amleto Coronella, è stato condannato dal Giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Molfese alla pena di 2 anni e 8 mesi. Il Pm Antonio Sgarella aveva chiesto una condanna a 3 anni e 3 mesi di carcere.
A gennaio scorso, il Gip Mario La Rosa, che sostituiva Pierpaolo Bortone il firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, aveva ascoltato il 25 enne, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, accusato di lesioni e violenza privata in concorso.
Il giovane, figlio di uno degli esponenti del clan di Pantanaccio, Ferdinando “Furt” Ciarelli, e nipote del boss di Campo Boario Armando “Lallà” Di Silvio, aveva negato la violenza delle sue azioni ammettendo solo di aver spintonato il ragazzo, in seguito trovato senza sensi per strada. L’arresto fu convalidato.
Dopo il pestaggio e le minacce rivolte a uno dei buttafuori del locale in Via del Lido a Latina, a cui il giovane rampollo dei Ciarelli avrebbe “promesso” del piombo, nella notte tra il 10 e l’11 dicembre intervenne la Squadra Volante della Questura di Latina.
Successivamente il caso è passato alla Squadra Mobile di Latina che ha eseguito gli arresti a carico di Roberto Ciarelli. Al pestaggio avrebbero partecipato altre persone, per ora non destinatarie di provvedimenti restrittivi, descritte come palestrate e tatuate. Il giovane Ciarelli, peraltro, come è facilmente percepibile dai suoi profili social, pratica la boxe e fa sfoggio della sua supposta “forza fisica”. Il ragazzo aggredito, che si trovava in compagnia di una ragazza, è stato picchiato per futili motivi, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, e preso a calci e pugni.
Molto temuto negli ambienti giovanili perché inquadrato come violento e pericoloso, il giovane Ciarelli è diventato noto soprattutto per via della condanna subita causa dell’aggressione perpetrata contro un vigilante del Carrefour. Di particolare violenza anche l’episodio avvenuto dentro il carcere di Latina, quando era detenuto, laddove Gianfranco Mastracci (altro volto noto, condannato nel filone romano di “Alba Pontina”) minacciò un altro detenuto per far sì che questo lasciasse libera la cella a favore di Roberto Ciarelli. Per questo episodio, Mastracci è sotto processo in un procedimento costola dell’operazione Masterchef.
Significativo episodio che lo ha visto coinvolto prima di quest’ennesima accusa – a parte un’altra denuncia per allaccio abusivo alla rete elettrica arrivata lo scorso settembre – è quando a giugno scorso, tramite un post su Facebook, mise a tacere le voci di un pentimento da parte del padre, Ferdinando detto “Furt”, e l’avvio della collaborazione con lo Stato. Infine, l’ultima inchiesta di un certo rilievo che lo vede tra gli indagati è quella eseguita dai Carabinieri di Latina denominata “I Pubblicani” che contesta a più persone vari reati tra cui rapina, spaccio, lesioni e sequestro di persona.