Caso Park Hotel: strada in salita per un accordo tra famiglia Lepori e le cameriere pagate in nero. Fallisce la conciliazione e il 3 febbraio c’è il consiglio comunale
La prossima settimana il consiglio comunale ad hoc voluto dai consiglieri Carnevale, Celentano, Valletta, Miele, Marchiella, Calvi e Calandrini. Nell’Aula di Piazza del Popolo andrà in scena la discussione con il punto all’ordine del giorno: “Chiarimenti da parte del Sindaco in merito alle gravi vicende emerse e diffuse a mezzo stampa che riguardano l’Assessore alle Attività Produttive Simona Lepori“.
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Come noto, la vicenda è quella che ha coinvolto quattro lavoratrici del Park Hotel la cui società detentrice delle quote e gestore della struttura alberghiera è riconducibile all’Assessore della Giunta Coletta Simona Lepori. Un caso sollevato dal sindacato Uiltucs e dal suo segretario Gianfranco Cartisano a inizio anno.
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Contratti di lavoro a chiamata per una busta paga a zero in cambio di 30 euro al giorno per riordinare decine di stanze. Chi eccepiva il sistema – denunciava Cartisano – non veniva più chiamato all’albergo di Via Monti Lepini e in alternativa c’era l’imposizione ad effettuare più camere. In sintesi – secondo Uiltucs – le lavoratrici subivano anche un regolamento interno punitivo nonché persecutorio. Lavoro nero e trenta euro al giorno per molte ore che equivalgono e significano 3,50 l’ora.
Dopo la “deflagrazione” mediatica della vicenda, il can can della politica: da una parte l’opposizione a rimbrottare il sindaco Coletta, nonostante una retorica meno spinta rispetto ad altre situazioni accadute in questi anni, dall’altra il primo cittadino di Latina a confermare la fiducia a Simona Lepori, la cui famiglia è tradizionalmente conosciuta e stimata nella Latina borghese.
Va detto che l’Assessore alle Attività Produttive, con un passato di cariche all’interno di associazioni di categoria di un certo peso nella provincia di Latina come Confcommercio, ha da subito rispedito al mittente ogni accusa, senza però entrare di preciso nel merito. Comprensibile, perché è probabile che volesse attendere, da amministratore unico della società che possiede l’albergo, il confronto con sindacato e lavoratrici presso l’Ispettorato del Lavoro, la sede idonea dove trattare e arrivare a una conciliazione.
E va specificato pure che il fratello dell’assessore, Luca Lepori, gestore dell’hotel alle porte di Latina, aveva dichiarato dalle colonne de Il Messaggero edizione Latina che la denuncia della Uiltucs fosse “falsa e infondata“.
Al netto della bagarre mediatica e del gioco delle parti politiche, oggi si sono tenuti i quattro tentativi di conciliazione presso l’Ispettorato del Lavoro di Latina con un risultato che potrebbe complicare un po’ le cose per l’Assessore Lepori sul lato politico.
Infatti, tutti e quattro i tentativi di conciliazione tra azienda e cameriere sono andati a vuoto e l’esito, pertanto, si è concluso negativamente. E a rappresentare al tavolo, almeno ufficialmente, la Park Hotel Service srl c’era Simona Lepori in qualità di rappresentante legale.
Già note le contestazioni delle lavoratrici alla società: mancata regolarizzazione del rapporto di lavoro, previdenziale e assicurativa per un arco di tempo medio di circa 2 anni e mezzo per le quattro lavoratrici (ciascuna situazione presentava differenze temporali minime: si va dai 3 anni ai 2 circa). E ancora la mancata retribuzione secondo quanto previsto dal contratto di lavoro nazionale, errori nel calcolo dei cedolini in relazione alle ore di lavoro e, in sostanza, come ha sempre lamentato il sindacato, un rapporto di lavoro a tempo indeterminato mai stipulato.
Insomma, una gatta da pelare non da poco per il management del Park Hotel e soprattutto per l’amministratore unico, il cui ruolo pubblico l’ha esposta a un surplus di attenzioni da parte di opinione pubblica e politica.
In tutto, Uiltucs e lavoratrici lamentano una differenza di salario non percepito di quasi 225mila euro, con l’aggiunta di oltre 81mila euro di contributi previdenziali mancanti. Questo, almeno, dai calcoli effettuati dalla parte in causa.
Tuttavia, nonostante il tentativo di conciliazione della Park Hotel Service che avrebbe offerto soldi, ritenuti non sufficienti da Uiltucs e lavoratrici, e una forte divergenza sull’avvenuta retribuzione o meno – per l’azienda le lavoratrici sono state comunque retribuite – la mediazione partiva sin dall’inizio ardua. Per un motivo principale: il sindacato, che non ha lesinato critiche neanche all’Ispettorato del Lavoro, chiedeva sin dall’inizio all’istituto pubblico medesimo un accesso ispettivo. Richiesta non andata a dama.
Accertamento che, ora, giocoforza, visto il fallimento della conciliazione tra cameriere e Park Hotel, è destinato a partire in Via Volsini o Via Monti Lepini (l’albergo ha, come noto, un civico doppio su entrambi i lati delle due strade).
Un esito, quello odierno, che al di là del prossimo accertamento ispettivo presso la struttura alberghiera, che si avvierà ai sensi di legge a causa del mancato accordo, potrebbe mettere in difficoltà l’amministratore unico/assessore Lepori. Toccherà capire quanto l’opposizione in Consiglio Comunale voglia spingere su questo caso che dimostra, in ogni caso, almeno due aspetti evidenti: il primo è che l’Assessore è a tutti gli effetti il datore di lavoro delle cameriere (componente all’inizio negata su alcune note diffuse a mezzo stampa); il secondo è che da un caso come tanti, ma non per questo meno importante, di controversia sul campo del lavoro possa nascere un grimaldello per mettere in difficoltà un’amministrazione politica che della trasparenza ha fatto uno slogan, a volte abusato.